giovedì 30 novembre 2017

Bomba-pentola a Civitanova. Un ragionamento serio tra una risata e l’altra




La surreale vicenda della pentola a pressione abbandonata in piazza XX Settembre a Civitanova ha scatenato l’ironia del web che, in certi casi, ha davvero prodotto spunti di una comicità altissima e sublime. In effetti la storia è piuttosto risibile, tra gli artificieri che fanno brillare la pentola e una città bloccata per l’allarme. Ma, del resto, in questi casi la prudenza non è mai troppa ed è meglio farci qualche grassa risata piuttosto che piangere a causa di leggerezza e imprudenza.
Una riflessione un po’ più seria la vorrei proporre a proposito di fatti come questo che, inevitabilmente, ci fanno ripensare a quando un gesto di inciviltà come quello di buttare via una pentola usata e lasciarla sul marciapiede come se fosse una cosa normale era identificato per quello che era, ossia l’azione di un troglodita. Oggi, invece, diventa un problema di ordine pubblico.
Non è forse questo quello che voleva ottenere chi ha pianificato quest’epoca di terrore nata dopo l’11 settembre 2001? Viviamo nella paura, le nostre occasioni di incontro e socialità sono blindate da muretti di cemento e spiegamenti di forze, lo scoppio di un petardo genera parapiglia tali da ammazzare essi stessi le persone, qualsiasi evento appena al di fuori della normalità viene percepito come un potenziale pericolo. E questa, in fin dei conti, è una vittoria per il terrorismo e quello che eventualmente c’è dietro: hanno modificato il nostro stile di vita, ci hanno costretti a cambiare costumi e tradizioni, hanno minato la nostra vita sociale. E anche una maledetta pentola a pressione, anche se oggi ci fa ridere a crepapelle, ieri ci ha fatto una gran paura.

Luca Craia

(foto Picchio News)

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