Sono tutti organi dello Stato: i Comuni, le Regioni, il Governo. Sono
tutti parte dello stesso apparato, dello stesso organismo. Sono membra dello
stesso corpo. Leggere, tra le righe ma neanche tanto, la rabbia del Sindaco di
Visso, Giuliano Pazzaglini, e del Consigliere Filippo Sensi, nel constatare l’ennesima,
peraltro annunciata e per niente inaspettata, presa per i fondelli, è come
rileggersi la vecchia favola di Agrippa. È come se la mente avesse dichiarato
guerra al dito mignolo, ove il dito mignolo siano i piccoli comuni terremotati.
La constatazione che le casette, le SAE, non arriveranno nemmeno per
il prossimo inverno non sorprende nessuno. Anzi, verrebbe da dire: “te l’avevo
detto”, se non fosse che anche Pazzaglini e Sensi, secondo me, erano
perfettamente coscienti di questo ma, per il loro stesso ruolo istituzionale,
hanno dovuto mantenere accesa la speranza finchè è stato possibile. Ora non si
può più.
Un altro inverno infernale per i Vissani. È una cosa che dovrebbe
smuovere qualche coscienza ad Ancona. è una cosa che dovrebbe far partire
qualche analisi seria sul proprio operato ai nostri amministratori regionali. È
una cosa che li dovrebbe far vergognare, almeno un po’. Era già uno scandalo
quanto accaduto l’anno scorso, avrebbe dovuto mettere una fretta del diavolo, a
chi preme i bottoni della ricostruzione, il ricordo della neve, della gente al
freddo, delle bestie morte assiderate. Invece non si è fatto nulla, solo un
rimpallo di carte, progetti, timbri, fino a che si arriva alle porte del
secondo inverno dopo il terremoto e siamo punto e a capo.
In un Paese normale certi governanti avrebbero già cambiato mestiere.
In un Paese normale i cittadini lo avrebbero preteso. In un Paese normale i
cittadini avrebbero imposto un cambio di direzione, tutti i cittadini, non solo
quelli che passeranno un altro inverno al gelo. Il nostro, evidentemente, non è
un Paese normale.
Luca Craia
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