sabato 26 agosto 2017

L’immigrazione in tempi di terrorismo: come difendersi. Una breve riflessione.



Il terrorismo di matrice islamica è incontrollabile, lo stano dimostrando i sempre più numerosi attentati che si susseguono in Europa. Gli attacchi provengono non da cellule terroristiche organizzate ma da singoli o piccoli gruppi pressochè insospettabili, anche se provenienti da ambienti potenzialmente pericolosi e, in qualche caso, composti da soggetti noti alle forze dell’ordine. L’attacco, con le modalità in cui viene attuato in questi ultimi anni, non è prevedibile. Come difendersi quindi?
Ovviamente non ho la soluzione, ma ritengo che occorra mettere in campo tutte le misure che possano aiutare a tenere sotto controllo i potenziali attentatori che, purtroppo, sono inquadrabili in un amplissimo insieme di soggetti potenzialmente pericolosi, accomunati dalla sola matrice culturale islamica. È quindi necessario agire sulla presenza di questi soggetti potenzialmente pericolosi sul suolo occidentale, cercando di diminuirne il numero pur rispettando i diritti umani e civili.
Il principio su quale muoversi dovrebbe essere semplice: chi è sul suolo italiano senza una motivazione valida o chi abbia questa motivazione decaduta per motivi contingenti, non può e non deve restarci. Sto parlando, per chiarezza, di immigrati economici. Quindi coloro che non hanno un lavoro stabile, che non hanno una dimora stabile, che non siano qui per altri motivi certificabili, come lo studio, che non siano in regola con i documenti previsti e, soprattutto, coloro che abbiano compiuto dei reati dovrebbero essere condotti fuori dal suolo italiano. Dicendo condotti non intendo certo il decreto di espulsione ma l’atto fisico di allontanare gli indesiderati dal Paese.
Diversamente, per i rifugiati politici e i richiedenti asilo, occorre garantire accoglienza e assistenza. Una società civile non può esimersi dall’accogliere chi chiede aiuto, Anche qui però occorre agire con la massima fermezza e serietà, valutando le richieste di asilo con la massima efficienza e in tempi brevi, espellendo chi non ne abbia diritto e garantendo un’esistenza dignitosa a chi invece ne abbia. È però indispensabile rivedere le politiche comunitarie e ridiscutere i patti in essere con gli altri Paesi europei, in quanto l’Italia non può in alcun modo reggere l’ondata migratoria da sola. È inoltre imprescindibile combattere ogni influenza criminale sulla gestione dei flussi e sull’accoglienza dei migranti. In ogni caso, comunque, ritengo che la posizione dei migranti richiedenti asilo e quelli economici siano distinte e considero la prima meno pericolosa della seconda.

Luca Craia

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