sabato 15 luglio 2017

Esuberi e licenziamenti. Ma il consiglio comunale sulla crisi a che è servito?



Un Consiglio Comunale fiume, fatto in teatro come fosse, e forse lo era, una rappresentazione scenica, con politici di piccolo e medio rango a recitare il ruolo dell’esperto di settore, dell’economista, del sindacalista improvvisato: ve lo ricordate? Sono passati quattro mesi dalla seduta aperta del Consiglio montegranarese voluta a tutti i costi dall’Amministrazione Mancini per risolvere i problemi che attanagliano il settore calzaturiero.
Dopo quattro mesi abbondanti, da quel 4 marzo, credo possiamo cominciare a vedere le conseguenze e le ricadute positive sul settore. E le vediamo oggi dai giornali, che parlano di licenziamenti, di delocalizzazione, di aziende che chiudono e riaprono, di operai a spasso, di un paese che va in ginocchio. Beh, direi che il Consiglio Comunale anticrisi è stato un successone. Dove sono oggi i vari Cesetti o Petrini? Perché non vanno a parlare con i dipendenti della Zeiss, ma non solo, anche di quelli delle tantissime aziende montegranaresi che chiudono i battenti o mettono l’organico in cassa integrazione? Perché non si presentano nei laboratori artigiani deserti?
Io credo che sia ora di scendere sulla terra e verificare che la realtà è molto diversa da quella che si crede nei palazzi del potere, compreso il palazzo comunale nostrano. E, soprattutto, è ora di lavorare sulle cose serie e non soltanto sull’apparire. Farse come il Consiglio Comunale anticrisi, non solo non risolvono niente, ma danno la netta impressione di essere presi in giro. E non è bello.

Luca Craia

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