La polemica su Veregra Street poteva finire dopo due giorni, magari
cercando di coglierne costruttivamente i suggerimenti positivi che ne scaturivano,
e ce n’erano, per cercare di migliorare tralasciando, una volta tanto, la
pretesa di infallibilità che caratterizza il pensiero di certi amministratori.
E invece chi aveva il maggiore interesse acciocché tutto si placasse, ha
soffiato sul fuoco, ha fomentato, ha stimolato un qualcosa che tutto era meno
che un dibattito costruttivo, ha ingigantito, attribuito cose mai dette,
accusato, innescando una spirale negativa, quella sì dannosa, fino a giungere
alla famosa delibera.
Una delibera che rimarrà alla storia, non credo solo a Montegranaro
(ne stanno già parlando in luoghi ben lontani), una delibera che, come dice
stamane Andrea Taffi sul Corriere Adriatico, merita uno “studio
antropologico”. Si è riusciti non solo ad attaccare antidemocraticamente la
libertà di stampa e di opinione, si è riusciti a rompere ancora di più un
tessuto sociale già fortemente danneggiato da anni di accuse e veleni, creando
spaccature difficilissime da sanare a livello sociale e di comunità. Si è
accusata l’informazione ma anche i cittadini che, come me, utilizzano il web
per illustrare la propria opinione. Si è addirittura ipotizzato il complotto,
mettendo in mezzo addirittura il povero Lucentini che è stato probabilmente l’unico,
forse anche troppo prudentemente, a non prendere la minima posizione sulla
vicenda. Si è intrapresa una via che, se perseguita, potrebbe avere esiti molti
incerti e potrà esporre le casse comuni al rischio di risarcimenti; e lo si è
fatto per motivi del tutto incomprensibili.
Non entro o, meglio, rientro nella polemica, restando tranquillo con
la coscienza in attesa di eventuali sviluppi, pronto a tutelare me stesso e la
mia, di onorabilità, qualora ve ne fosse la necessità. Ma sottolineo quanto
questo fatto sia politicamente brutto. Non ho altri termini: è brutto e basta. È
forse l’episodio più triste della storia politica di questo paese, il momento
più basso, la rappresentazione di un modo di intendere la politica che
trascende dal dibattito democratico, dal confronto costruttivo, dall’azione
positiva finalizzata alla crescita del paese. Come diceva ieri Marisa Colibazzi
su Il Resto del Carlino, si è creato un “precedente” pericolosissimo che va a
ledere la libertà di parola e di opinione da questo momento in poi, evocando
scenari antichi che fanno paura. E tutto questo senza riuscire a vedere il
vantaggio pratico per il paese. Un momento buio, apice di un lungo periodo
oscuro cominciato tre anni fa. E abbiamo altri due anni davanti. Che Dio ci
assista.
Luca Craia
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