La politica interessa poco, a Montegranaro come nel resto d’Italia. È per
via della sfiducia crescente ma anche per quell’atavica apatia tipicamente
autoctona che è causa di tanti guai per il nostro povero Paese. Comunque,
tornando al paesello, in sala, durante il Consiglio Comunale, c’è davvero poca
gente, sempre i soliti, normalmente i vari attivisti delle formazioni politiche
cittadine. C’è la possibilità di seguire le sedute anche da casa, tramite Radio
Smile o tramite lo streaming fornito dal Comune sul proprio canale Youtube.
Mentre non si hanno dati circa gli ascoltatori radiofonici, sappiamo però che
lo streaming è stato seguito, in diretta o registrato, da 103 persone,
pochissime per un paese di 13.000 e passa anime.
Va anche detto, però, che seguire non è facilissimo, colpa di un
impianto di amplificazione vetusto che definire malfunzionante è un eufemismo.
Si dibatte con un solo microfono ed è necessaria la presenza di un dipendente
per gestire il tutto. Ovviamente il dipendente fa uno straordinario che grava
sulle tasche dei cittadini. Con un certo numero di sedute senza straordinario
da pagare, probabilmente ci potremmo permettere un impianto voce nuovo e
funzionante, cosa che, credo, un paese come Montegranaro meriti.
Poi c’è lo streaming. Non tutti sanno che la sala del Consiglio
Comunale non è dotata di collegamento internet. Non dovrebbe essere difficile
metterci un allaccio alla rete, ma si manda online il Consiglio Comunale
sfruttando lo wi-fi del PD, che ha sede nello stesso palazzo al piano di sotto.
Se domani il Pd andasse in minoranza il Consiglio Comunale rischierebbe di
rimanere senza streaming, come quando il bambino arrabbiato se ne andava
portandosi via la palla. Troppo spesso il governo cittadino usa beni e
attrezzature del Pd, dando l’impressione che si abbia ancora un’idea stalinista
del governo, secondo la quale Partito e
Stato sono praticamente la stessa cosa.
Luca Craia
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