Invitalia, l’agenzia
nazionale per l’attrazione di investimenti, aveva aperto una call di
manifestazione di interesse per investire nell’area di crisi complessa Val
Vibrata-Valle del Tronto-Piceno. La call si è appena chiusa e ha registrato bel
712 manifestazioni di interesse, di cui 412 provenienti dalle Marche e 344 dall’Abruzzo.
Ovviamente non tutte le manifestazioni si tradurranno in investimento, ma è un
buon segnale che può portare alla creazione di nuovi posti di lavoro e all’innesco
nel comparto industriale dell’area interessata di nuove forze e nuovi capitali.
Ecco perché sarebbe
stato importante inserire anche il Fermano tra le aree di crisi complessa. Il
territorio fermano, storicamente ricco e produttivo, sta attraversando una
crisi epocale che ne sta falcidiando le imprese, con la conseguente perdita di
posti di lavoro e l’impoverimento del tessuto sociale. La Regione Marche,
nonostante ciò, ha ritenuto di non inserire il Fermano tra le aree di crisi,
preferendo altre zone. Come i dati dimostrano, l’inserimento nelle aree di
crisi può portare a nuovi investimenti che nella nostra zona sarebbero più che
necessari.
L’assessore
regionale al bilancio, il Montegiorgese Fabrizio Cesetti, ex Presidente della
Provincia di Fermo, ha spiegato, a Montegranaro, nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale
aperto sulla crisi, che saranno destinati fondi al territorio fermano
nonostante esso non risulti essere un’area di crisi complessa. Tali fondi
saranno parte di quelli derivanti dalla ricostruzione post-sismica. A parte che
sottrarre fondi alla ricostruzione mi pare concettualmente e moralmente
sbagliato, credo che se si fosse inserito direttamente il Fermano tra le aree
di crisi complessa non ci sarebbe bisogno di discutere di fondi perché probabilmente
arriverebbero direttamente gli investimenti privati.
Luca
Craia
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