sabato 18 febbraio 2017

La crisi falcidia le imprese edili. Chiuse 495 aziende nel 2016.



La crisi economica colpisce tutto i comparti produttivi nelle Marche, non solo l’industria. I dati diffusi da Confartigianato circa lo stato del comparto edile sono sconfortanti: nel 2016 hanno chiuso bel 495 aziende, confermando una tendenza negativa che parte da lontano, fin dal 2008, portando da allora a oggi una perdita di posti di lavoro nel settore di quasi 10.000 unità. L’edilizia è una componente essenziale dell’economia regionale, comprendendo il 26.9% delle imprese artigiane marchigiana, con 12.459 aziende che operano nelle costruzioni edili. Il 2016, con una perdita del 3,8% di imprese rispetto al 2015, segna ancora un indice negativo molto allarmante.
Il settore edile, infatti, è un indice importante dell’economia, e il suo stato di salute fornisce una indicazione attendibile sulla situazione economica generale. Quando si ferma l’edilizia, infatti, sono fermi gli investimenti, siano essi pubblici che privati, e questo indica inequivocabilmente una situazione negativa. Va anche considerato che, con il calo degli investimenti in costruzioni private, cala il gettito fiscale dei Comuni dovuto alle urbanizzazioni che sono una componente fondamentale dei bilanci comunali. È logico, quindi, vedere in questa situazione un circolo vizioso in cui, calando il gettito, calano gli investimenti e così via.
                                      
Luca Craia

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