mercoledì 19 agosto 2015

Un negozio con la vetrina chiusa

Immagina di fare una passeggiata lungo il corso a guardare le vetrine. Immagina che, in una di queste vetrine, vedi un prodotto che proprio non ti piace, anzi, ti infastidisce. Immagina che, a quel punto, entri nel negozio e cominci a insultare il negoziante reo di aver esposto il suo prodotto. Lo faresti? Ti parrebbe normale? 
Questo blog è il laboratorio dove elaboro i miei prodotti, le mie idee. La pagina Facebook relativa è la vetrina del negozio. Facebook è il corso dove passeggi. Perché trovi normale entrare e insultare me è la mia famiglia, arrivare a minacciarmi solo perché non ti piace il mio prodotto? Perché non ti volti dall'altra parte e continui a passeggiare?
Certo, può capitare che un pazzo entri nel negozio e spacchi tutto. Può capitare che di pazzi ce ne siano più d'uno. Ma non è normale che chi dovrebbe, per il ruolo che ricopre, tutelare la mia libertà di produrre quello che voglio si metta a incitare i matti o, addirittura, entri egli stesso nel negozio a far danni o, vigliaccamente, si metta a tirare sassi alla vetrina da lontano.
Scrivo per necessità. Ho bisogno di comunicare e questo è il mio mezzo. Lo faccio anche perché credo che, talvolta, quello che comunico possa essere di interesse comune e, magari, avere qualche effetto positivo. Peccato di immodestia? Forse. Ma non per questo debbo essere linciato. 
Ora mi devo prima di tutto tutelare. E devo proteggere la mia famiglia. Per questo chiudo la vetrina. Non chiudo il laboratorio. Chi vuole i miei prodotti li può continuare a trovare, solo con meno facilità. Qui si potrà commentare solo con nome e cognome. In quanto allo spazio fin qui dato ai lettori per le loro segnalazioni, per ora devo rinunciarvi in attesa di studiare un sistema che mi tuteli un po' di più.

Luca Craia 

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