martedì 18 settembre 2018

Centro storico: integrazione e ghettizzazione. I dati della popolazione nel castello montegranarese.

Sono 730 gli abitanti del centro storico di Montegranaro, almeno secondo l’Anagrafe al 31/12/2017. Di questi, IL 27,81% sono stranieri, ossia 203 persone, di cui 148 provenienti dal Marocco. Questi i dati ufficiali, ma sappiamo bene che, oltre alle persone regolarmente iscritte all’anagrafe, ce ne sono tantissime che non lo sono, sia perché in residenza temporanea, sia perché clandestini. Il numero di queste persone è ovviamente impossibile da stimare, ma la cosa certa è che sono davvero tante, e l’impressione è che il loro numero possa eguagliare se non superare quello degli Italiani.
Il quartiere si sta evidentemente trasformando in un ghetto per stranieri, e questo è un problema serio che va affrontato seriamente. Se nei primi anni di immigrazione la convivenza è stata pacifica e collaborativa, col tempo la situazione è venuta via via deteriorandosi. Il motivo è semplice: i primi venuti erano motivati dalla ricerca del lavoro e dal desiderio di miglioramento delle proprie condizioni di vita. Con la crisi economica e la conseguente perdita di posti di lavoro, molte di queste persone se ne sono andate e sono state spesso sostituite da altre con situazioni diverse e, in alcuni casi, con vite al di fuori della legalità. Tutto questo ha ovviamente deteriorato i rapporti, creando situazioni tese che sono andate a creare problemi anche e soprattutto a quegli stranieri di prima ondata che avevano trovato un sistema di integrazione tutto sommato efficiente.
È logico, quindi, che ogni politica futura debba evitare di aggravare la ghettizzazione del quartiere. Il recupero urbanistico é basilare: il crollo dei valori immobiliari favorisce l'inserimento di persone in situazioni di disagio e a rischio criminalità.  Inoltre la presenza di numerosi alloggi popolari ancora da assegnare è fonte di preoccupazione perché, coi regolamenti attuali, essi saranno presumibilmente affidati a stranieri. Ecco quindi la necessità di mettere mano ai regolamenti.
È inoltre fondamentale instaurare forme di controllo per limitare l’incidenza della criminalità che, purtroppo, vede gli stranieri protagonisti. Per questo è auspicabile che si favorisca la nascita di una forma di controllo di vicinato che, comunque, deve essere pilotata e controllata a sua volta istituzionalmente. L’istituzione di una zona a traffico limitato per i residenti, con varchi controllati tramite telecamere, può favorire il processo. In ogni caso, servono un progetto complessivo e investimenti corposi, anche diluiti nel tempo.
Luca Craia