venerdì 28 ottobre 2016

Il mio pianto per Visso


Visso è un po' casa mia. È il luogo dell'anima, della quiete, della riflessione. Il posto dove andare d'estate in cerca di pace e refrigerio, la base delle mie incursioni in Val Nerina. Ci sono andato da sempre, piccolissimo con babbo e mamma, poi gli amici e infine da adulto con la famiglia, in cerca di mangiare buono, o di qualche pietra da ragionarci sopra. Babbo e mamma adoravano Visso, i suoi giardini, la sua piazza col mercato. Io ne ho fatto parte di casa mia, per gli stessi motivi, per le tagliatelle al cinghiale e perché da lì possiedi i Sibillini e tutto il romanico della Val Nerina. Visso è la chiave di volta della nostra montagna, la capitale dell'appennino.
Non riesco a non piangere vedendo Visso distrutta. Tutta la sequenza sismica degli ultimi mesi mi sta struggendo, nel coinvolgimento di sentimenti legati alle persone amiche. Ma Visso è una stanza di casa mia, quella in cui mi rifugio quando ho bisogno di me. Amo i Vissani, Umbri in terra di Marca, gente ruvida e adorabile. Ce la farete, ce la faremo. Visso è la capitale della Val Nerina. Le capitali non muoiono. Mai.

Luca Craia
 

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