domenica 24 dicembre 2017

Beverati e il concetto di centro storico che non ha



Spiace doversi arrabbiare anche la vigilia di Natale, ma leggere le dichiarazioni dell’assessore al centro storico del Comune di Montegranaro, rilasciate e pubblicate stamattina dal Corriere Adriatico, mi ha fatto letteralmente accapponare la pelle. Beverati rivendica azioni non svolte, si assume la paternità di fatti accaduti suo malgrado e, soprattutto, evidenzia un concetto di centro storico avulso dai problemi reali che spiega, forse, finalmente l’atteggiamento attendista e immobilista tenuto in questi primi quasi quattro anni del suo mandato.
L’assessore vede una pulizia che non c’è, una diminuzione della popolazione dei piccioni dovuta al semplice fatto che ora, i piccioni, stanno dappertutto e non soltanto nel centro storico, una segnaletica malfatta, realizzata su pressione delle associazioni che ha sì migliorato il caos parcheggi, ma si poteva fare molto meglio. E poi parla di futuro, e per vantarsi del futuro occorre che questo diventi presente e passato. Il progetto per il centro storico, per ora, è solo una serie di parole gettate al vento, visto che non ne abbiamo notizia alcuna da mesi. Aspettiamo il famoso incontro con le associazioni ma per ora non possiamo che registrare il nulla.
Il centro storico non è e non può essere il teatrino di iniziative estemporanee e non legate a una visione di insieme, come i mercatini o le manifestazioni culturali al La Perla. Il centro storico non può essere una sala per le feste che si usa e poi si lascia senza neanche mettere a posto. Il centro storico, soprattutto, non è viale Gramsci. Il centro storico è quel nodo di vicoli e problemi che sta sotto il municipio, perché occorre che Beverati e i suoi colleghi si rendano conto che, sotto le finestre dell’ufficio protocollo, c’è ben altro che l buco nero che pensano ci sia. E i problemi vanno affrontati e risolti seriamente, con progetti di lungo respiro, non con un comunicato stampa ogni venti giorni, per di più mai suffragato da azioni concrete.
Ora comincia un nuovo anno, l’ultimo prima delle elezioni. Dopo i primi tre anni e mezzo di nulla assoluto speriamo che finalmente si possa passare dalle chiacchiere ai fatti. Nonostante tutto io sono disponibile a collaborare, come sono sempre stato, ma certamente non ad appoggiare la solita propaganda. Il centro storico di Montegranaro si sta sbriciolando e serve cominciare a fare qualcosa. Se lo vogliamo fare insieme, io ci sono, ma basta con le stupidaggini sui giornali.

Luca Craia

sabato 23 dicembre 2017

Caro Assessore Strappa, c’è poco da essere soddisfatti.

Cara Professoressa Strappa, c’è poco da mostrarsi soddisfatti, davvero poco, quando un Comune storicamente prospero come Montegranaro si ritrova con 42 domande di sussidi sul reddito. È un bruttissimo segnale, che dovrebbe preoccuparLa piuttosto che renderLa così contenta del risultato. Non c’è risultato, mi creda, c’è invece da riflettere e molto seriamente sul futuro di questo paese. Un paese in cui un tempo arrivava gente da ogni dove perché c’era lavoro per tutti e oggi si sta desertificando, con fabbriche chiuse, persone senza lavoro in cerca di un modo per riconvertirsi e arrivare alla pensione e giovani costretti a trovarsi, se fortunati, un’occupazione malpagata in altri paesi.
Il fatto stesso che Lei chiami “reddito di cittadinanza” una cosa che è ben diversa da quest’idea di sostegno sociale che, ricordiamolo, in Italia non esiste anche se invocata politicamente da più parti, denota come conosca poco la materia che tratta col Suo assessorato. Le parole, come diceva Nanni Moretti, sono importanti e ci fanno capire l’attenzione e la cura che si mette in quello che si fa.
Il sussidio che si vanta di elargire ai nuovi poveri, troppi nuovi poveri, è ben poca cosa e stride, per esempio, con il reddito, quello vero, che il Comune paga alle borse lavoro che pure tanto si impegnano per un tozzo di pane. Ma 42 sussidi sono anche 42 potenziali voti, non nascondiamocelo. Sono giochini elettorali che si sono sempre fatti, intendiamoci, ma almeno cerchiamo di non vantarci sul giornale.
Suggerirei un buon proposito per Natale e per l’anno nuovo: cominciamo a pensare a come risollevare le sorti di questa povera Montegranaro, una volta stella di riferimento nel Fermano, paese ricco e propulsivo, e oggi teatro di distribuzioni magnanime di spicciolini ai poveri. Lo so che l’assessore ai servizi sociali ha pochi poteri, ma provi ad usarli un po’ meglio, magari anche stando attenta alla terminologia. Buone Feste.

Luca Craia

venerdì 22 dicembre 2017

Sciapichetti contro Arcale: le casette non le abbiamo scelte noi.



Ormai è guerra tra la Regione Marche e il Consorzio Arcale, quello che ha vinto l’appalto per la realizzazione delle SAE nelle zone terremotate. Un duello all’arma bianca in cui oggi l’assessore Sciapichetti ha assestato un fendente notevole, difendendosi e accusando a sua volta l’Arcale. "L'accusa rivolta alla Regione Marche da parte del direttore tecnico di Arcale Gianni Veneziano di aver utilizzato le imprese del territorio per noi è una medaglia - dichiara l’assessore alla protezione Civile – Questa operazione è stata fatta nel rispetto della legge e le imprese che si sono impegnate nelle opere di urbanizzazione hanno dimostrato grande qualità e capacità. Non è un caso, infatti, se su queste realizzazioni non abbiamo la minima lamentela".
E sull’accusa di aver complicato le opere di urbanizzazione risponde: "Dire ai comuni che hanno sbagliato nel tenere la popolazione vicina al territorio di origine è contrario a quanto fatto fino ad oggi, ovvero la volontà di ripopolare le comunità. Bene hanno fatto i sindaci a scegliere aree anche difficili da urbanizzare, ma che permettessero di raggiungere l'obbiettivo".
Infine, riguardo la scelta della tipologia di casette, precisa che non è imputabile alla Regione: "Ci si può accusare di tutto tranne che di aver scelto le casette, visto che questo è il frutto di una gara esperita dalla Protezione Civile nazionale”. Ma difende la Protezione Civile stessa: “I tecnici di Arcale farebbero bene ad andare a riparare tutti gli eventuali guasti che si manifestano nella sae montate, per le quali, si sono presi dal primo all'ultimo giorno del contratto e spesso anche i giorni successivi, finendo frequentemente in penale. E' veramente grave accusare la Protezione Civile Nazionale di aver sbagliato il progetto di emergenza, a pochi giorni dal conferimento, da parte del Presidente della Repubblica, della medaglia d'oro per qualità e competenza manifestate in ogni teatro emergenziale".
E conclude sibillino: "Ora è il momento di preoccuparsi della conclusione dei lavori, poi si accerterà ogni responsabilità sui gravissimi ritardi e difetti riscontrati nelle Sae realizzate da Arcale"
Una guerra aperta quindi, che non porterà certo nulla di buono per i terremotati.

Luca Craia