lunedì 2 ottobre 2017

Case popolari prima ai marchigiani – Elena Leonardi: proposta di legge ferma da troppo tempo



In una lettera il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia sollecita l'iter della proposta per evitare discriminazioni al contrario.

Comunicato stampa integrale

È dal marzo 2016, quindi da oltre un anno e mezzo, che giace presso l'Assemblea Legislativa delle Marche una proposta di legge a firma del capogruppo di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, sul "diritto dei marchigiani alle case di edilizia residenziale pubblica".
La proposta – dichiara Leonardi - intende modificare la vigente legge regionale sulle politiche abitative, al fine di ristabilire un equo trattamento nell'accesso alle case popolari che tenga conto veramente di quei lavoratori e di quelle famiglie meno abbienti che vivono e lavorano nella nostra regione da molti anni. Si tratta ad esempio di anziani con la pensione minima, marchigiani disoccupati e giovani famiglie marchigiane in difficoltà.
Con la legge depositata ed arenata nella competente commissione, non si intende ristabilire il diritto all’alloggio semplicemente sulla residenza. Sempre più cittadini italiani sono costretti a vivere nelle loro auto perché in attesa di case popolari che forse a loro non saranno mai assegnate causa i requisiti che favoriscono, in maniera troppo sbilanciata - ed è un dato oggettivo - gli immigrati.
La situazione potrebbe addirittura peggiorare se si avviasse il Piano del Ministro dell'Interno Minniti che vorrebbe aprire le porte, anche delle case popolari, ai rifugiati.
La capogruppo del partito della Meloni ricorda che, dalla data di deposito della sua proposta di legge ad oggi, sono state effettuate nuove graduatorie di assegnazione di case popolari da parte dei comuni marchigiani, con il risultato di vedere tra i beneficiari quasi esclusivamente famiglie di extracomunitari.
L’attuale situazione sociale aggravata dal perdurare della crisi economica globale e italiana, stanno mettendo in serio rischio la coesione e la serena convivenza tra italiani di varie generazioni e nuovi arrivi da paesi comunitari ma soprattutto extracomunitari. Ribadisco – prosegue Leonardi – il fatto che la politica regionale deve aprire gli occhi di fronte a questa crescente tensione sociale perché i nostri concittadini, si vedono allo stato dei fatti, abbandonati, lasciati indietro, svantaggiati, pur avendo contribuito ad edificare il “sistema Paese”. Si ricorda che purtroppo il tasso di disoccupazione nelle Marche ha toccato livelli altissimi superando per la prima volta il tasso di disoccupazione su scala nazionale.
Rammneto inoltre che la legge che ho presentato – afferma Leonardi – renderebbe obbligatoria una rigorosa verifica dei beni posseduti all'estero da parte degli extracomunitari richiedenti l'alloggio popolare. Ho inteso difatti introdurre la necessità delle verifiche dei possedimenti immobiliari all’estero dei cittadini extracomunitari poiché é assurdo che persone alle quali vengano assegnate case popolari in Italia perchè ritenute nullatenenti allo stesso tempo possiedono abitazioni, terreni, attività commerciali ed altro all'estero.
La capogruppo di Fratelli d'Italia rende noto che, scaduti i termini regolamentari per la verifica da parte della competente Commissione Regionale, la sua propoposta di legge approderà direttamente in aula del Consiglio Regionale.

Ricominciano a tornare i visitatori a Montegranaro.

Il terremoto ha fatto danni non soltanto facendo crollare interi paesi, ha anche ridotto al lumicino il turismo delle Marche del sud, in particolare quello culturale che, subito dopo le scosse dell’agosto 2016, ha subito una frenata brusca e duratura. La causa è facile da comprendere: gran parte dei siti di interesse storico e artistico sono diventati irraggiungibili, sia perché inagibili sia perché chiusi a scopo precauzionale. Mancando le tappe principali, ovviamente anche le secondarie, ancorché aperte e fruibili, hanno visto un calo drastico delle visite. È il caso di Montegranaro.
Montegranaro non ha una vocazione turistica, è inutile nasconderselo. I beni culturali montegranaresi sono pochi, per lo più nascosto o chiusi, e il terremoto li ha resi quasi tutti non fruibili. Pensiamo a San Serafino o a San Francesco, chiuse da un anno. Sant’Ugo, preziosissima e sicuramente molto appetibile per un turismo culturalmente elevato, è comunque una meta singola che, se scissa da altre tappe che potrebbero essere combinate per un itinerario in zona, diventa poco conveniente per quanto interessante.
Arkeo, pur nell’evidente flessione nel numero di visitatori, letteralmente crollato negli ultimi dodici mesi, ha continuato a mantenere l’impegno delle aperture mensili dell’ecclesia, nonostante anche quel po’ di confusione generata dalle interferenze sulle iniziative turistiche di altre associazioni meno attrezzate e dello stesso Comune che, invece di collaborare, ha sempre ostacolato il nostro operato. È stato piuttosto deprimente, perché eravamo abituati a riempire Sant’Ugo ogni domenica e ci siamo improvvisamente trovati con pochissimi visitatori per ogni apertura. Ma abbiamo resistito.
Da un paio di aperture stiamo registrando un nuovo incremento di visitatori. In particolare ieri c’è stato un flusso costante di persone, venute soprattutto da lontano, che, pur non essendo ancora ai livelli del periodo antecedente il terremoto, fanno ben sperare per il futuro. La promozione attuata da Arkeo in questi anni continua a funzionare: la gente viene perché frequenta i nostri canali di informazione sul web ma anche per aver conosciuto il sito dalle pubblicazioni nelle quali è presente grazie al nostro lavoro e al nostro impegno, e questo è molto gratificante.
Sono tanti i visitatori che arrivano con la guida Le Marche in Tasca di Claudio Ciabochi e diversi stranieri vengono incuriositi dalla Blue Guide di Ellen Grady, la maggior parte si informano sul sito della Chiesa di Sant’Ugo (http://criptasantugo.altervista.org/) da noi creato e gestito o tramite le nostre pagine Facebook Visit Montegranaro e Chiesa di Sant’Ugo.
È un lavoro certosino, capillare, che ci sta tornando a dare nuove soddisfazioni. Ora abbiamo anche dei nuovi volontari a darci una mano e questo ci sprona a impegnarci sempre di più per promuovere il turismo culturale a Montegranaro e per valorizzare i nostri beni che sono preziosissimi e meritevoli della massima attenzione.

Luca Craia

La fine del mondo



Erano le 7 e 35 di sera quando la musica del Tg1 interruppe la trasmissione di Carlo Conti e la faccia di Giorgino fece capolino dal televisore, più pallida e smunta del solito, per annunciare che da lì a tre giorni ci sarebbe stata la fine del mondo. Si aprirono così i tre giorni più strambi della storia, anche perché dopo quelli non ce ne sarebbero stati altri.
I prudenti in auto toccarono i 200 all’ora.
Quelli che andavano sempre veloce si schiantarono.
I sinceri cominciarono a mentire, ma non se ne accorse nessuno.
I mentitori cominciarono a dire la verità e presero un sacco di botte.
Gli sfaticati si misero a lavorare e fecero un sacco di danni.
I mariti fedifraghi tornarono dalle mogli con la coda tra le gambe.
Le mogli tradite andarono finalmente a letto col postino e i mariti le trovarono nel mezzo dell’amplesso.
Le vergini persero la verginità in massa, e parecchie volte.
Quelli a dieta svaligiarono i supermercati.
I ladri restituirono la refurtiva.
I derubati regalarono la refurtiva ai poveri.
I poveri la rivendettero ai ladri.
I pescatori andarono a sciare, gli alpinisti a nuotare ma annegarono.
I peccatori andarono a confessarsi e non trovarono il prete.
I politici corrotti si pentirono e confessarono tutto.
I politici corrotti confessarono tutto e furono perdonati.
I politici corrotti furono perdonati e poi lapidati sulla pubblica piazza.
Gli sfaticati vennero a pulire quello che restava dei politici corrotti.
I soldati disertarono in massa e finalmente ci fu la pace nel mondo.
I dittatori diedero la libertà ai loro popoli.
I popoli liberati impalarono i dittatori.
Gli ex fumatori ripresero in massa a fumare.
E il mondo finì così, in un’immensa nube di fumo di sigaretta.

Luca Craia