domenica 23 aprile 2017

Ma Ciabocco dove è stato?



Intendiamoci: Federico Ciabocco, imprenditore ginesino che ha investito nella zona “Calepio” di Montegranaro e ora sta eseguendo i lavori di urbanizzazione asfaltando le strade della vergogna, non ha torto per niente nella sua ricostruzione della storia di questa vicenda ancora oscura della quale forse non sapremo mai tutta la verità. Che le responsabilità dello stallo che ha riempito Montegranaro di scheletri di cemento armato e incompiute risiede negli amministratori di allora, quelli che decisero un’operazione sulla carta splendida ma nei fatti scellerata, affidando la chiave di un’iniziativa che avrebbe potuto rivoluzionare il paese a una ditta notoriamente inaffidabile e pericolosa. Però la ricostruzione è parziale e, messa come la mette stamattina il Corriere Adriatico, responsabilizza solo l’attuale opposizione mentre sappiamo bene che anche parti dell’attuale maggioranza erano al governo a quei tempi, così come non si può tacere sul ruolo dell’opposizione di allora che davvero poco fece per evitare questo scempio, come le stesse dichiarazioni arcinote di Beverati in Consiglio testimoniano.
Appare molto strano, comunque, questo intervento del costruttore, che io conosco personalmente e ne posso testimoniare intelligenza e correttezza. È strano perché Ciabocco, in tutti questi anni, non ha parlato mai. Non si è mai lamentato. Non abbiamo mai letto una sua parola sui giornali. Eppure ora si sente in dovere di intervenire per dire cose lapalissiane, che tutti sappiamo, ma dette (o trascritte) in modo strumentale. Come mai un imprenditore intelligente come Federico Ciabocco si presta a una strumentalizzazione politica evidente come questa?
Non lo so ma mi pare di vedere il motivo nel comportamento strano e contraddittorio del giornale che pubblica l’intervento. Il quotidiano ha dato per mesi il tormento all’Amministrazione Comunale con il conteggio dei giorni di attesa per l’asfalto. Lo ha fatto con notevole ritardo rispetto alle reali lamentele ed esigenze della gente, lo ha fatto mesi e mesi dopo che altri mezzi di comunicazione, come questo blog, se ne occupavano e ne parlavano. Eppure il giornale era sempre stato piuttosto amichevole con la maggioranza politica montegranarese. Questa presa di posizione contraria deve essere stata irritante per gli amministratori di piazza Mazzini. Questo articolo, con ogni evidenza, riesce in qualche modo a riequilibrare i rapporti col governo cittadino, che sia voluto, studiato o fortuito. Fatto sta che, così, non abbiamo certo un’informazione chiara e, soprattutto, corretta.

Luca Craia

sabato 22 aprile 2017

Settimana della Cultura. Riunione alle 18. Riservata a chi non ha da fare.



Volevo informare l’assessore alla cultura del Comune di Montegranaro, Giacomo Beverati che, per quanto la cosa possa sembrare incredibile, al mondo c’è anche gente che, per campare, deve lavorare. È altresì strano ma, purtroppo, vero che, alle 18:00, normalmente chi lavora, lavora. Per questo ritengo che fissare una riunione per organizzare la Settimana della Cultura alle ore 18:00 di un giorno lavorativo equivalga a riservare la presenza alla stessa riunione alle sole persone che, per fortuna o sfortuna loro, non lavorano o non hanno bisogno di lavorare, precludendone la partecipazione agli sfigati che ancora devono sudarsi la pagnotta.

Luca Craia

Monte San Giusto: vince la gente. Il silenzio dell’Amministrazione.



A Monte San Giusto volevano costruire un impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi, cioè gli inerti derivanti da lavorazioni edili. Per quanto tali rifiuti vengano definiti, appunto, non pericolosi, certamente un impianto di questo genere ha un grosso impatto ambientale sia in termini di rumorosità che di produzione di sostanze polverose più o meno nocive. Questa considerazione aveva mosso, già dal 2014, diversi cittadini sangiustesi per opporsi alla realizzazione dell’opera che aveva, invece, l’approvazione dell’Amministrazione Comunale. I cittadini, supportati economicamente da alcuni imprenditori locali, evidentemente più sensibili riguardo alle tematiche ambientali, si erano costituiti in comitato e avevano mosso tutti i passi possibili per bloccare l’iter. Già lo scorso 27 maggio la Provincia di Macerata aveva preannunciato il proprio diniego all’autorizzazione dell’impianto. Nei giorni scorsi il diniego è diventato ufficiale, con grande soddisfazione dei membri del Comitato.
Scongiurato il pericolo costituito dalla presenza di questo stabilimento nelle campagne tra Monte San Giusto e Villa San Filippo, che avrebbe avuto conseguenze gravissime, oltre che sull’ambiente, anche sull’economia vista la presenza in zona di diverse attività ricettive che ne sarebbero state danneggiate, ora si possono tirare le somme. È quello che fa il Comitato stesso su Facebook, ringraziando i cittadini che si sono adoperati per il successo dell’iniziativa a salvaguardia dell’ambiente, dando i giusti meriti agli imprenditori che si sono impegnati economicamente, e muovendo accuse, seppur velate, contro i responsabili di questo mancato danno ambientale.
Perché di questo si tratta: di un danno ambientale scongiurato grazie all’attenzione e al senso civico dei cittadini. Se la Provincia di Macerata ha ritenuto di rigettare la richiesta di autorizzazione, il motivo va ricercato nella potenziale pericolosità della presenza dell’impianto in una zona come quella individuata. È quindi una vittoria dei cittadini ma una pesante sconfitta per la cattiva politica, quella politica che ha cercato di insabbiare tutto, di non far conoscere alla cittadinanza quanto stava per accadere salvo poi rimanere inerte di fronte alle istanze di tutela da parte dei cittadini. Insomma, i cittadini di Monte San Giusto hanno fatto da soli e hanno vinto. Il Comune ha indubbiamente perso. Ha perso l’occasione per dimostrarsi reale rappresentanza dei bisogni e delle esigenze della cittadinanza, ha perso l’occasione per essere l’ente che tutela la propria città, il proprio ambiente, il futuro del proprio territorio. E ora tace, continuando ad assumersi silenziosamente responsabilità politiche enormi.

Luca Craia