mercoledì 29 marzo 2017

Il massacro turistico delle Marche



Danni indiretti da terremoto. Non quelli fasulli chiesti dal Consigliere Regionale di maggioranza, Boris Rapa, ma quelli reali subiti dalla costa delle province colpite. Ma dire che, a far danni, sia stato il terremoto è improprio. I danni li hanno fatti gli amministratori regionali uniti ai responsabili dell’emergenza, con un operato a dir poco scriteriato e inqualificabile, anche accettando la buona fede.
Sta accadendo questo: a fronte della più che legittima, anzi, direi doverosa protesta degli sfollati alloggiati nelle strutture turistiche della costa, ora stanno giungendo le disdette dei villeggianti che, visto il caos che si sta generando, preferiscono annullare e andare altrove. Si è innescato un circolo vizioso in cui, alla situazione deprecabile in cui sono stati cacciati i terremotati, si aggiunge il tracollo del comparto turistico che, a fatica, cercava di rimettersi in piedi dopo la profonda depressione derivante direttamente dalla fobia da terremoto.
Il turismo, nella parte costiera delle province più colpite, è un’economia fondamentale. Ci sono città che vivono di turismo e attività produttive e ricettive che non possono permettersi di perdere una stagione. Ma questo è quello che accade. Se si fosse adottata una politica diversa, volta a far rimanere in loco il più possibile i terremotati anziché fare questa sostanziale deportazione a cui abbiamo assistito, se si fosse accelerato al massimo per l’installazione delle SAE o, quanto meno, si fossero utilizzate strutture ricettive più interne, non saremmo a questo paradosso in cui le zone colpite direttamente vedono tracollare la propria economia per assenza di abitanti e diserzione dei turisti che non vanno certo a visitare zone rosse invalicabili. Nel contempo si sta facendo morire il settore turistico di zone che non hanno nulla a che vedere col terremoto.
Un autentico capolavoro al contrario, con danni incalcolabili all’economia regionale, danni che pagheremo per decenni. Le responsabilità politiche sono pesanti, ma non sembra che verranno assunte dai diretti responsabili. Avoglia a spot televisivi.

Luca Craia

Viale Gramsci e il cantiere. Adesso come funziona?



Piccolo promemoria su come regolarsi durante i lavori in viale Gramsci.
- Sul lato mura sarà vietato parcheggiare. Del resto c’è il cantiere, per cui non sarà solo vietato, sarà proprio impossibile.
- Sempre sul lato mura sarà interdetta la circolazione. In un primo tempo solo nell’area a ovest di palazzo Francescani, successivamente su tutto il tratto.
- La circolazione avverrà soltanto in direzione est – ovest, cioè da largo Conti a via Zoli. In un primo tempo, finchè il cantiere lavorerà solo da palazzo Francescani verso monte, sarà possibile fare inversione di marcia e tornare verso largo Conti all’altezza di Palazzo Francescani. In seguito non più. L’inversione non sarà possibile per i mezzi pesanti che, tra l’altro, nemmeno ci riuscirebbero.
- La sosta sul lato giardini sarà consentita con disco orario. Si perderanno 11 posti ulteriori, 4 per consentire l’inversione davanti a Palazzo Francescani e 3 per esigenze di cantiere in fondo al viale.

Luca Craia

Il mistero dello yogurt ritirato. Problemi alla mensa, ma non si muove una foglia.



Che alla mensa scolastica montegranarese ci siano dei problemi pare evidente. C’è un susseguirsi di fatti negativi, più o meno sottaciuti o minimizzati, che preoccupa o, quantomeno, dovrebbe preoccupare i genitori anche se la maggioranza sembra non porsi il problema di come e cosa mangino i figli. Del resto, se nessuno si preoccupa se gli edifici scolastici siano o non siano pericolosi, figuriamoci quanto possa interessare la qualità del cibo che ingeriscono i figli.
Ma qualche genitore, forse un po’ più attento, ha segnalato a me e al Consigliere Comunale Pavoni, del Movimento 5 Stelle, che è anche membro della fantomatica Commissione Mensa, un fatto poco chiaro accaduto venerdì scorso. Sembra, infatti, che sia stato servito dello yogurt sul quale esistono diverse versioni: chi dice che fosse scaduto, chi che fosse prossimo a scadere, chi dice che fosse comunque cattivo. Fatto sta, e questa è l’unica cosa certa in questo accadimento misterioso, che lo yogurt è stato ritirato e ai bambini ne è stato fornito di nuovo, più fresco. Però quello nuovo sembra non sia bastato per tutti.
Da questa vicenda nebulosa, in cui non si capisce bene cosa sia accaduto se non che sia accaduto qualcosa, si evidenziano due ordini di problemi. Il primo è relativo al controllo del cibo: se non riusciamo a sapere cosa sia accaduto è perchè, evidentemente, non si riesce a risalire a chi abbia la responsabilità di cosa viene somministrato ai bambini. Ricordo che Endrio Pavoni propose alla Commissione Mensa, nell’unica occasione in cui la stessa venne convocata in tre anni di governo Mancini, la creazione di una scheda di valutazione del vitto, da compilare a cura degli stessi bambini. Sarebbe uno strumento utile a valutare la qualità del cibo e anche a capire come e perché accadano certi fatti. Il secondo problema è, appunto, la Commissione Mensa che non funziona o, quantomeno, non si vuole far funzionare.
La Commissione Mensa, che è presieduta dal Sindaco, è l’organo che dovrebbe vigilare e fare da garante verso i genitori circa la qualità del servizio. È un fatto quantomeno curioso, se non preoccupante, che questo organismo non venga fatto lavorare. L’unica volta che la Commissione si è riunita è stato a causa del sopralluogo svolto di sua sponte dallo stesso Pavoni, sopralluogo scaturito dalla presenza di topi nei locali della scuola di Santa Maria, nel corso del quale furono rilevate diverse criticità. Da quella data, e parliamo del 6 dicembre scorso, la Commissione non si è più riunita.
Ricordiamo che la convocazione della Commissione spetta esclusivamente al suo Presidente, che è il Sindaco. Quindi il suo mancato funzionamento ha solo ed esclusivamente responsabilità politiche. Anche se, a dire il vero, qualche responsabilità ce l’hanno anche il Consiglio di Istituto del quale non sappiamo più nulla da tempi immemorabili e al quale, comunque, sembra vada bene tutto, e ce l’hanno gli stessi genitori che, ricordiamolo, montarono una mezza rivoluzione perché non si permetteva ai figli di mascherarsi a scuola a carnevale, ma nulla hanno da dire su cosa mangino i figli o sul fatto che le strutture tutto sono meno che antisismiche. Da altre parti, vedi Ascoli, i genitori fanno le barricate, chiamano Le Iene, fanno sentire forte la loro voce. A Montegranaro, invece, va tutto bene. Anche se non va bene per niente. Ma il silenzio è d’oro.   
Luca Craia