giovedì 30 marzo 2017

Viale Gramsci, ammettiamo la sconfitta.



Non mi fa piacere vedere il cantiere di viale Gramsci partire, lo devo ammettere con la massima onestà. È una sconfitta, perché ci abbiamo provato in tutti i modi a far rinsavire i nostri amministratori circa lo spreco di denaro pubblico costituito da questo progetto. Abbiamo raccolto firme, incontrato il Sindaco, l’Assessore, abbiamo scritto articoli, abbiamo parlato con un sacco di gente contraria, ci siamo presi i soliti insulti dei soliti leccapiedi dei potenti. Tutto questo non è servito e i lavori, seppure con quasi due settimane di ritardo, sono partiti.
A questo punto bisogna lasciarli fare. Dopo aver tentato di tutto per fermare il progetto prima che esso partisse, ora che è partito non lo possiamo più fermare. Ci sono soldi pubblici già spesi e bloccare l’esecuzione creerebbe un danno alla cittadinanza, primo per i soldi sprecati, secondo per il prolungarsi dei disagi legati alla presenza del cantiere. Ricordo bene la scriteriata politica di certi personaggi oggi ben rappresentati al potere che bloccarono l’edificazione della torre Zed. La torre è stata un grande spreco di soldi, ma lo spreco è cresciuto esponenzialmente a causa di questa opposizione cieca che ha dilatato i tempi e fatto lievitare i costi. Spero che nessuno, oggi, faccia lo stesso per viale Gramsci.
L’esecuzione del progetto è partita e ora bisogna lasciarla andare avanti. Per quanto la cosa possa far rabbia o tristezza, ormai il dado è tratto. Sarà poi la storia a dire se questa idea era buona oppure no, se vedremo folle di Montegranaresi passeggiare dietro le mura come un tempo o se resterà un bel marciapiede, costato carissimo, ma vuoto.

Luca Craia

Ristampiamo la Strenna?


La “Strenna di Montegranaro” è un libercolo scritto nel 1905 da un giovanissimo Giovanni Conti, poi senatore e padre costituente ma, all’epoca, ancora studente, a mo’ di compendio della storia e della cultura montegranarese di quell’epoca. Nel 1952 l’industriale Vincenzo Valentini scrisse un quaderno intitolato “Montegranaro 1952” in cui, in poche pagine, tracciava un quadro storico e sociale che aggiornava il lavoro precedente del Conti. Il quaderno di Valentini piacque molto alla cittadinanza montegranarese tanto che lo stesso autore, nel 1958, decise di utilizzare il suo elaborato per aggiornare il testo del Senatore. Ne nacque un’opera pregevole, anche se piuttosto imprecisa in molte questioni storiche, che ebbe grande diffusione nelle case dei Montegranaresi grazie anche all’utilizzo che se ne fece a scuola fino agli anni ’80.
A distanza di tanto tempo l’opera del Conti, nella versione aggiornata dal Valentini, rimane un testo fondamentale per Montegranaro nonostante le imprecisioni di cui sopra. Sarebbe forse il momento di produrre un nuovo testo storico del paese, con informazioni più esatte da un punto di vista storiografico, pur mantenendo la veste semplificata ed efficacemente divulgativa della Strenna. Rimane, comunque, il valore intrinseco e storico dell’opera di Valentini che, purtroppo, non è più stata ristampata.
È una proposta che sottopongo periodicamente, quella di rieditare la Strenna, e l’altro giorno, in un gruppo Facebook che gestisco, è riaffiorata anche da un altro utente. Approfitto quindi per riproporre all’Amministrazione Comunale di studiare una riedizione storica della Strenna di Montegranaro nella versione del ’58, in modo che l’opera possa tornare a essere presente in tutte le case dei Montegranaresi. Nel contempo sarebbe opportuno creare un gruppo di lavoro che si occupi della stesura di una nuova Strenna che prescinda dalla precedente se non nel ricordo e riproponga, in maniera semplice e divulgativa, un sunto della storia del nostro paese.


È logico che dovrebbe essere il Comune a farsi carico di un tale progetto ma, qualora non vi fosse interesse, mi propongo di muovermi alla ricerca di qualche mecenate che finanzi l’iniziativa.

Luca Craia

Il cinema parte fondamentale della valorizzazione del centro. Ma non ci buttano un centesimo.



La gestione di una sala cinematografica di provincia è complicata, lo sa bene Paolo Verolini, che per anni ha gestito il La Perla di Montegranaro, fino alla sua chiusura per l’indispensabile messa a norma. Ci sono stati alti e bassi e molte difficoltà per portare pubblico al cinema a Montegranaro, ma la cosa, in qualche modo, funzionava. La sala non era mai gremita, ma era comunque un punto di riferimento per ragazzi e famiglie e, soprattutto, era un buon motivo per restare a Montegranaro e frequentare il centro, i suoi locali, le sue strade.
Il ruolo di una sala cinematografica è fondamentale nel quadro della rivalutazione del centro di una città, anche nell’epoca dei multisala. La presenza di una sala funzionante e aperta durante tutti i fine settimana garantisce una vitalità costante al quartiere centrale, a prescindere dall’appeal dei titoli programmati. Poi, agendo sulla programmazione in maniera mirata ed evitando di andare in concorrenza con i grandi multisala purtroppo presenti sul territorio, è anche possibile creare un flusso di utenti importante, che potenzialmente si rifletterebbe sulle attività commerciali e ricettive del centro.
Queste valutazioni sembra non siano state ponderate dall’Amministrazione Comunale nel progetto di rilancio del centro che si impernia sulla ristrutturazione di viale Gramsci-largo Conti. Quando il Sindaco parla di rilanciare la “parte cruciale della città”, evidentemente dimentica l’occasione perduta con cinema. La sala, infatti, non è in grado di proiettare con le nuove tecnologie digitali. Qualche anno fa era stata valutata l’ipotesi di aggiornare le attrezzature di proiezione. Il costo sarebbe stato di circa 70.000 Euro, la metà del quale sarebbe stato sostenuto dallo stesso gestore. Rimanevano a carico del Comune solo 35.000, cifra tutto sommato esigua se si prende in considerazione la spesa per il comparto cultura che il Comune impegna annualmente, con scelte sulle quali si potrebbe discutere parecchio. Ci sono anche stati finanziamenti pubblici per adeguare le sale, ma sono stati tutti persi.
Una cifra così esigua è reperibile piuttosto facilmente nelle pieghe di un bilancio di un Comune come Montegranaro e, quando si programma un intervento pesante come quello di viale Gramsci con lo scopo di dare maggior valore al centro, stupisce che questa importante componente non sia stata valutata. Perché un marciapiede, anche se bellissimo, se non è inserito in un contesto attrattivo, rimarrà vuoto e inutile.

Luca Craia