giovedì 15 dicembre 2022

Lufo conferma col manifesto di Salaborsa di essere bravo. Ma lo sapevamo già.

Che Lufo avesse un talento stratosferico lo sapevamo già, non c’è bisogno di un’ulteriore conferma. Ma è comunque una conferma molto prestigiosa, e sono certo che farà piacere a questo giovane “quasi” compaesano (è un Elpidiense di Casette d’Ete) ma ormai trapiantato a Bologna in pianta stabile. E dalla città felsinea Luca Longi, questo dice l’anagrafe, regala al mondo la sua arte: sogni tracciati su carta da disegno, a colori o nei toni del grigio, favole per bambini di tutte le età, a volte incubi, una realtà surreale capace con un colpo d’occhio di portarti via dal quotidiano verso mondi che esistono nella matita di Lufo e nelle nostre fantasie più libere.

Lufo, dicevo, ha ricevuto una bella soddisfazione: quella di essere scelto per il tradizionale manifesto annuale di Salaborsa, la biblioteca multimediale pubblica di Bologna, per celebrare il ventunesimo anniversario dalla fondazione. E non è una soddisfazione da poco; prima di lui hanno fornito a Salaborsa la loro opera artisti del calibro di Concetto Pozzati, Wolfango o Stefano Ricci solo per citare alcuni di quelli che hanno firmato i precedenti venti manifesti: Bravo Lufo, quindi, ma lo sapevamo. Ma le conferme servono e questa è una gran bella conferma.

 

Luca Craia


 

mercoledì 14 dicembre 2022

Avvento e Natale di solidarietà. A Montegranaro si raccolgono beni per l’Uganda.

Sono momenti difficili, soprattutto economicamente, e anche la solidarietà diventa complicata, pesante nel bilancio familiare. Però si può fare molto anche con poco, ed è su questo principio che si basa l’iniziativa dell’Unità Pastorale di Montegranaro e del parroco don Andrea Bezzini: una raccolta di beni materiali da destinare all’Uganda, paese tra i più poveri del mondo. Beni materiali, non soldi, beni semplici, non cose costose, ecco cosa si chiede per aiutare Africa Mission, l’Onlus ONG che da anni si occupa di Africa e di Uganda in particolare, con 931 volontari e 22 progetti in corso di realizzazione.

Quello che si chiede è di donare riso, zucchero, sapone, sale iodato e coperte, unici beni che non sono sottoposti a tassazione quando arrivano in Uganda. Portare un pacchetto di zucchero o una coperta costa poco ma può fare tantissimo per questa gente che vive in condizioni per noi inimmaginabili. Farlo è semplice e lo può fare anche chi a Messa non va: in ogni chiesa di Montegranaro, di fianco all’altare, c’è un cesto; basta entrare e lasciare il proprio contributo. Un gesto semplice che può salvare delle vite. Solidarietà concreta, non parole.

 

Luca Craia

 



 

martedì 13 dicembre 2022

Il dolce di Natale

 

Il rito del Frustingo cominciava una mesata prima di Natale, quando nonna andava da Mimi, il negozietto di generi alimentari, pieno di profumi e leccornie, che stava proprio di fronte casa nostra, a ordinare gli ingredienti. Perché, per fare un frustingo come si deve, occorrono ingredienti di primissima qualità. E Mimi era l’unica spacciatrice di queste prelibatezze. Prima di tutto i fichi secchi, poi i canditi, le noci, preferibilmente di Sorrento. Una volta arrivato tutto l’occorrente si riuniva la congrega delle donne.
Infatti il frustingo è un dolce che va fatto in gruppo, dove in genere c’è la specialista che conosce esattamente le dosi per farlo davvero speciale. Le altre donne fanno il lavoro manuale ma la specialista detta le istruzioni, le dosi, i ritmi di lavoro. A casa mia si riunivano le donne del vicinato: nonna Peppa, Marì de Baffì, la stessa Mimi, Pia, Fidarma. Poi c’era la specialista, Eda de Vastò, che in quell’occasione diventava capa capessa, leader indiscusso della congrega. Nonostante fossero anni e anni che tutte queste donne assistevano Eda nella preparazione del Frustingo, nessuna di loro era in grado di usurparle il ruolo di specialista.
Così, la settimana prima di Natale, in un pomeriggio convenuto, la congrega si riuniva, in genere a casa mia perché era quella con la cucina più grande, per preparare il frustingo comune al vicinato. La cucina diventava laboratorio alchemico e tutta la magia di quelle mani sapienti, che impastavano, sminuzzavano, mantecavano, versavano davano vita a un momento di pura poesia, fondamentale nella creazione dell’atmosfera natalizia tanto quanto presepe e albero.

Una volta pronto l’impasto veniva versato nelle teglie d’acciaio che ogni donna aveva portato con sé. Queste teglie dovevano andare in forno, ma non il forno di casa, perché per cuocere il frustingo ci vuole un forno potente. Una volta c’era quello a legna ma già all’epoca di cui vi parlo non ce l’aveva più nessuno. Per cui le donne, in processione, portavano ognuna la sua teglia al forno di Americo, poche decine di metri lontano. Lì, la mattina dopo, il rito del frustingo, questa magia natalizia tutta nostra, aveva il suo compimento. L’aria del centro storico si riempiva del suo odore dolciastro ed era Natale.

Non rimaneva che portare a casa, ogni donna alla sua, il dolce ben cotto e difenderlo per qualche giorno dagli attacchi di mariti, figli e generi. A casa mia nonna lottava a spada tratta con babbo che difficilmente sapeva resistere. Il frustingo doveva maturare qualche giorno, una volta cotto. Così era pronto giusto giusto per la Vigilia di Natale quando, durante la tombola del dopo cenone, si inaugurava tagliando la prima fetta.

Luca Craia


Sabato il tradizionale concerto della Banda di Montegranaro. Un progetto che va sostenuto da tutta la comunità.

È un appuntamento che si ripete ormai da anni e che sta diventando una vera tradizione cittadina, quello con il concerto della Banda Omero Ruggieri di Montegranaro, corpo bandistico nato, anzi, rinato dopo anni di inattività riprendendo l’attività della storica banda diretta, nella sua ultima formazione, appunto dal maestro Omero Ruggieri.

I ragazzi della Junior Band di qualche anno fa sono diventati adulti, altri se ne sono aggiunti, qualcuno invece se ne è andato che capita di solito in questi casi e ora Montegranaro può vantarsi di avere una banda vera e propria, composta da persona che hanno padronanza con la musica, lo strumento e lo spartito. Ma la Junior Band ancora esiste, ci sono le nuove leve che saranno poi il ricambio per la banda dei “grandi”.

E tutte e due le realtà daranno prova di sé sul palco del teatro La Perla sabato 17 dicembre, alle ore 21.15 per l’ormai tradizionale concerto di fine anno. A dirigere la banda c’è lo storico maestro Antonio Riccobelli, colui che ha preso questi musicisti da bambini e li ha fatti crescere accompagnandoli paternamente lungo il percorso, che non è soltanto musicale ma che diventa un percorso di vita. La stessa cosa che sta facendo la Maestra che dirige e segue la Junior Band di oggi, Laura Conca.

Il tutto però non esisterebbe senza il lavoro infaticabile di un direttivo appassionato e innamorato di questo progetto, guidato dal Presidente Armando Mariani che è uno di quegli uomini che fanno la differenza. È per tutti questi motivi, non solo per ascoltare un bel concerto, che sabato bisogna andare al concerto: la banda di Montegranaro deve essere sostenuta dai Montegranaresi, prima di tutto con la presenza fisica. E poi non costa nulla.

 

Luca Craia