Condurre la campagna elettorale sul tema della paura dell’avversario
non è solo di una pochezza disarmante, non è solo un preoccupante segnale di
carenza di idee, non è solo fondamentalmente disonesto ma può avere come
conseguenza anche il far ricordare a chi è più attento che gli scheletri nell’armadio
li hanno tutti, compresi i detrattori. Così, mentre il Pd, nell’ansia di non
dire una parola di programmazione, butta fango sull’avversario concentrandosi
sulla figura della Meloni, cosa che potremmo anche intendere come sessista, è
bene ricordare la matrice culturale dalla quale nasce e cresce questo partito.
Il Pd nasce dal Partito Comunista. Quel Pd che teme il ritorno
del fascismo, un tempo aveva come simbolo la falce e il martello, che non sono
un’icona tranquillizzante. La falce e il martello hanno rappresentato in tutto
il mondo totalitarismi feroci, annientamento delle libertà personali, annullamento
dell’opposizione, morte dei dissidenti. Morte, la falce e il martello hanno
rappresentato la morte in Italia, dove i cosiddetti “compagni che sbagliano”
hanno fatto vivere all’intero Paese oltre un decennio da incubo, tra sequestri,
attentati, rapine, sparatorie in mezzo
alla strada, omicidi efferati.
La falce e il martello hanno rappresentato, e ancora rappresentano
in molti luoghi, la rivoluzione del proletariato, laddove per rivoluzione si
intende la soppressione violenta dell’ordine preesistente. La falce e il
martello sono un simbolo violento, di morte e distruzione, di qualcosa che
annienta la democrazia e i diritti fondamentali dell’uomo.
Dobbiamo certamente temere un ritorno del fascismo in Italia. Ma
credo che paventarlo, in un Paese che ormai dispone di un patrimonio culturale
democratico tale da costituire una difesa immunitaria forte e decisa contro il
ritorno dei fantasmi del passato, sia una mera operazione di terrorismo
mediatico, soprattutto se viene da chi affonda le proprie radici culturali in
qualcosa di non meno spaventoso e molto più vicino a noi temporalmente e
storicamente. Anche perché, se è vero che della vecchia sinistra, al PD, non
sia rimasto nulla, è anche vero che la presunzione di superiorità e la violenza
intellettuale nell’imporre il proprio pensiero sono rimaste immutate, anche se
ora si spera non si utilizzino più le mitragliette Skorpion. Per cui io ci
starei attento a creare paure inesistenti quando si rappresentano ancora paure
tutt’altro che sopite, con vittime che ancora cercano giustizia mentre gli
aguzzini pontificano in televisione e in libreria.
Luca Craia