giovedì 28 ottobre 2021

Scoprire l’insospettabile Montegranaro. I tesori di San Francesco.

Nel tour di Montegranaro che sto organizzando per il 7 novembre, oltre ad alcune chicche che normalmente sono chiuse come la meravigliosa chiesolina di San Pietro Apostolo e la preziosissima cappella di San Michele Arcangelo, ho voluto includere gli interni della chiesa di San Francesco, appena riaperta grazie a un’azione coraggiosa di don Sandro e alla generosità dei Montegranaresi (e comunque, c’è da finire a pagare, per cui continuiamo a essere generosi). È la prima volta che nei miei tour del paese includo questo sito, e devo fare un mea culpa, perché gli interni della chiesa centrale di Montegranaro meritano davvero una visita.

Certamente il tempio è molto spoglio, e mostra rimaneggiamenti moderni che stridono anche fortemente con l’architettura originale, ma conserva opere importanti che ne fanno un piccolo museo: tele notevoli, come la deposizione di Luca Di Costantino e molte altre con autori anonimi su cui, però, il Parrocco sta conducendo ricerche, la bellissima scultura dell’Immacolata e una lapide dedicata a Giovanni Battista Conventati, arcivescovo di Ragusa, discusso e potente ecclesiastico del '700 nato a Montegranaro..

Quindi non solo il portale, seppure bellissimo, riportante lo stemma pontificio di Sisto V che finanziò i lavori di ricostruzione dopo uno degli innumerevoli crolli, e notevoli allegorie nelle sculture che adornano l’architrave, ma anche opere assolutamente rilevanti all’interno che finora abbiamo colpevolmente trascurato. Anche per questo il tour del 7 novembre è da non perdere: scopriremo aspetti di Montegranaro davvero insospettabili.

 

Luca Craia

 

 


 

Andiamoci piano con Veregra

 

Io ci starei attento con “Veregra”. Sì, ci starei attento perché rischiamo di fare figuracce. A Montegranaro ci piace molto pensarci come eredi di un’antica stirpe romana, figli dei cittadini di una grande colonia chiamata Veregra. Il problema è che Veregra non dà traccia di sé in nessuno scritto storico. Solo Plinio il Vecchio cita, nella sua Naturalis Historia, non Veregra ma un Ager Veregrarus, inteso come territorio, ma non gli dà un’ubicazione esatta, tanto che esistono ben tre diverse interpretazioni che collocano Veregra in punti estremamente distanti tra loro: Tolomeo la pone in Abruzzo, il Colucci a cavallo tra il maceratese e l’anconetano nella zona tra Montefano e Filottrano e una terza, invero suffragata dalla nostra antica tradizione, mette Veregra nel territorio di Montegranaro.

La tradizione delle origini veregrensi di Montegranaro parte da uno scritto di Andrea di Giacomo da Fabriano che scrisse la vita di Sant’Ugo da Sassoferrato. Il documento fu redatto circa quarant’anni dopo la morte del beato e parla della permanenza di Ugo nella terra in cui vivevano “incolae Veregrani” ossia gli abitanti di Veregra. Poiché nel periodo a cui il Generale dei Silvestrini fa riferimento Sant’Ugo avrebbe vissuto a Montegranaro, ecco che si deduce, senza alcuna prova storiografica, che incolae Veregrani sia la popolazione di Montegranaro. Quello che appare chiaro è che già nel ‘300 già fosse radicata nei Montegranaresi l’idea di discendere dagli antichi Romani.

Andando per logica appare chiaro che, anche qualora Veregra fosse stata edificata nel territorio attiguo all’attuale Montegranaro, certamente non ne possiamo cercare le vestigia  sui nostri colli in quanto i Romani non edificavano sulle alture ma lungo le pianure. Casomai eventuali vestigia romane rinvenute sui colli montegranaresi potrebbero riferirsi a depositi di grano, appunto, e a fortificazioni per la loro difesa.

Con ciò non è mia intenzione disilludere coloro che siano convinti della discendenza romana dei Montegranaresi, tutt’altro. Stiamo svolgendo studi, ovviamente nel limiti del tempo che abbiamo, per trovare eventuali testimonianze, non tanto dell’esistenza di Veregra nel territorio montegranarese, quanto per capire le reali origini del popolo che si accastellò sul colle dove sorge il paese. Ritengo comunque che darla per certa sia un errore storico in assenza di fonti. Piuttosto sarebbe opportuno un impegno condiviso per ricercare realmente le radici della nostra città. E chissà che non troviamo le prove che Veregra fosse veramente l’antenata di Montegranaro.

 

Luca Craia