mercoledì 27 ottobre 2021

Il giorno dopo


Non ho parlato del terremoto ieri, quando ricorreva il quinto anniversario delle prime due delle tre grosse scosse che hanno distrutto l’alta Valnerina. Non ne ho parlato perché ne volevo parlare il giorno dopo. E il giorno dopo, ossia oggi, parlo del giorno dopo, che è ieri, oggi e domani. Parlo di quel giorno dopo infinito che è cominciato il 27 ottobre 2016 e che non è mai finito e probabilmente mai finirà. È un giorno dopo fatto di immense cazzate, raccontate a favore di telecamera, fotografate e stampate su libri inutili scritti da semianalfabeti e finanziati dagli amici degli amici, di infinite passerelle di politici e politicanti, di promesse e blablablà fratelli, di approfittatori che ci hanno visto lungo e con la tragedia si sono fatti un futuro, di opportunisti in cerca di visibilità, di geometri, geologi, nullafacenti che finalmente hanno trovato qualcosa da fare nella vita. Ma soprattutto, un giorno dopo fatto di gente che si è tagliata le gambe da sola, che si è lasciata sola da sola, che si è fatta dimenticare perché stava scritto così.

Il giorno dopo in tanti si sono rimboccati le maniche per fare qualcosa, ognuno mettendo a disposizione il proprio talento, le proprie capacità, le proprie braccia o la propria testa. E ad alcuni era sembrato chiaro fin da subito che c’era un disegno, che c’era prima del terremoto e che il terremoto era stato una fortunatissima coincidenza per accelerare tutto. Si volevano spopolare le montagne, ci si è riusciti, con l’aiuto dei montanari. E anche questo era parte del progetto. Perché, vedete, chi progetta queste cose sa benissimo come si comporta la gente, come si muove, come reagisce; sa anche come farla comportare come vuole, la gente, sa come farla muovere, come farla reagire. E così, alla fine, è stata la gente, quella del “non vi lasceremo soli”, a decidere di stare sola, a lasciarsi sola da sola.

Lo ha fatto coi campanilismi esasperati, con il chiudersi a riccio, col vedere chiunque cercasse di svegliargli la marmotta come un nemico, come uno di fuori, come uno che cazzo ne sai tu che vivi a 100 chilometri. Lo ha fatto facendosi abbindolare dalla politica, rientrando nei ranghi delle tifoserie, chi di qua chi di là. Lo ha fatto fidandosi dei profeti lacrimosi senza soluzioni, del volemosebbene, di chi li invitava a lottare ma prima di tutto contro gli altri terremotati che a loro volta venivano invitati a lottare ma prima di tutto contro gli altri terremotati.

Ed eccolo qua il giorno dopo: sta ancora tutti così. A Visso costruiranno “un nuovo centro storico” fuori dal centro storico. Quello vero, di centro storico, sta ancora transennato, non si può entrare. A Castelluccio c’è la collina calva dove un tempo c’era il paese. Sono passati gli anni, un sacco di gente se ne è andata altrove, sulla costa, ha trovato di che vivere lì e ora non torna più. Missione compiuta per chi voleva spopolare, almeno la fase uno. La fase due sarà un po’ più lunga, a meno che non verranno nuovo cataclismi, ma alla fine libereranno le montagne dai montanari, potranno fare dell’acqua dei montanari quello che vogliono, potranno costruire quello che gli pare, tanto non ci sarà più nessuno a controllare, a dirgli di fermarsi. Eccolo il giorno dopo. C’era poco da celebrare, ieri.

 

Luca Craia

 

martedì 26 ottobre 2021

Porto Recanati. Leonardi (FDI): “Lavoriamo per progetto esecutivo tratto nord, Scossicci, per poter intercettare le risorse idonee in tempi celeri”


Comunicato integrale

 

“L’erosione costiera rappresenta una problematica importante anche per il maceratese. Abbiamo conseguito un risultato importante per il tratto sud di Porto Recanati grazie al lavoro di squadra con la Regione Marche, dopo lunghi anni di attesa. Sono soddisfatta visto tutto l’impegno profuso in questo periodo. Ora serve un’accelerazione anche per quel che riguarda Località Scossicci, il tratto nord”. Questo il commento del consigliere di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale delle Marche, Elena Leonardi, nonché cittadina di Porto Recanati, in merito al posizionamento di scogliere per ridurre al minimo il fenomeno.

“Voglio ringraziare l'assessore Stefano Aguzzi per l’attenzione che sta dedicato al fenomeno dell’erosione costiera. Su mio impulso, aveva raccolto l’invito, una volta insediatosi nella Giunta Acquaroli, a effettuare un sopralluogo a Porto Recanati nel novembre dello scorso anno. Siamo partiti dall'intervento di realizzazione delle scogliere emerse sul tratto sud del nostro litorale: i lavori erano sospesi dal marzo 2020 per esaurimento dei fondi. Siamo riusciti, in poco tempo, a portare a compimento l’opera con un lavoro di equipe che ha visto lavorare insieme i tecnici regionali ed i partner RFI e Provveditorato alle Opere Pubbliche per terminare un intervento così importante per il nostro litorale. Adesso, occorre mettere in sicurezza il tratto nord, a Scossicci, che è più in sofferenza, così come ho rimarcato all’Assessore. Basti ricordare come nel corso delle ultime stagioni invernali, la furia del mare era arrivata a lambire la strada provinciale facendo crollare anche un tratto di marciapiede. Per proteggere Scossicci servono risorse importanti. Nel Piano di difesa delle aree costiere approvato lo scorso anno dalla Regione si prevede un costo di circa 20 milioni di euro, per questo il progetto è stato inserito fra quelli che potrebbero trovare copertura con le risorse del PNRR o, in subordine, trovare copertura nell’ambito della programmazione dei Fondi europei del prossimo settennato con le risorse assegnate alle Marche. Ma per poter imprimere un colpo di acceleratore necessario, occorre che si arrivi in tempi celeri a redigere un progetto esecutivo. Come sempre - conclude la consigliera portorecanatese di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi – ribadisco il mio impegno a farmi portavoce delle istanze degli addetti ai lavori e del Comune di Porto Recanati al fine di raccordarmi con l’assessore Aguzzi e l’intero Esecutivo regionale affinché si riesca a predisporre, quanto prima possibile, un progetto preliminare di difesa della costa, che rappresenti il primo passo per poter intercettare la migliore fonte di finanziamento per risolvere questa annosa problematica”.

 

Elena Leonardi

Consigliera FdI Regione Marche – Presidente IV Commissione consiliare

 

La catarsi del Consiglio Comunale. Una resa dei conti necessaria per ripartire ed eliminare l’odio.


Forse qualcuno si aspettava una specie di cerimoniale con sorrisi e strette di mano. Forse parte della stessa opposizione pensava di andare a fare poco più che la presenza, ma evidentemente si sbagliava. Chi ha assistito alla seduta di insediamento del Consiglio Comunale di Montegranaro di ieri sera, in presenza o comodamente da casa (visto che finalmente anche a Montegranaro è arrivato il ventunesimo secolo e abbiamo uno streaming in cui si vede e si sente tutto), è stato spettatore di una resa dei conti. Dopo una campagna elettorale piena di cattiveria, la più brutta che si ricordi, con colpi bassi a profusione, insulti, minacce, lettere anonime, offese gravissime non solo tra candidati ma verso gli stessi cittadini, ieri sera in molti avevano parecchi sassolini da togliersi dalle scarpe. E se li sono tolti.

A cominciare dal Sindaco, che ha fatto un discorso di insediamento molto duro ma preciso e calibrato, in cui ha illustrato le linee generali dell’azione di governo che intende portare avanti nel prossimo quinquennio ma ha anche dato conto alle innumerevoli accuse rivoltegli nei giorni di campagna elettorale. E via via tutti gli interventi sono stati di questo stampo, anche con toni più accesi. Ed è sembrato che la minoranza non se lo aspettasse, che l’ex Sindaco Mancini si sia trovata spiazzata, come se tutto il veleno riversato sugli avversari e sul paese fosse ormai scivolato via senza lasciare conseguenze e tracce. E invece quel veleno era ancora lì, e aveva bisogno di un antidoto.

Era necessario, quello che è accaduto ieri sera. Certo, è stato un Consiglio Comunale davvero brutto. Ma serviva una catarsi, anche dolorosa. Perché le cose lasciate indietro, non chiarite, non dette alla fine marciscono, imputridiscono, uccidono. Montegranaro ha davvero bisogno di una profonda pacificazione, ma per pacificare bisogna prima togliere tutte le scorie dell’odio che ha caratterizzato gli ultimi anni, non solo i giorni della campagna elettorale. Lo scontro avvenuto in Consiglio era quindi indispensabile per mettere un punto fermo e partire da lì.

Ora può bastare. Ora si pensi solo ed esclusivamente a Montegranaro, non si faccia l’opposizione all’opposizione come è stato fatto per sette anni durante l’amministrazione Mancini Uno e Due. Ora chi governa lo faccia rappresentando tutti, facendo il bene di tutti, evitando gli steccati, le liste dei cattivi, le disparità tra cittadini, aree, associazioni, realtà. Ci sono crepe profonde da colmare, ci sono ferite sanguinolente e dolorose da curare. Finisca l’epoca dell’odio, che è durata pure troppo, e si ricominci a costruire. Chi governa governi e chi fa l’opposizione sia vigile e costruttivo. E isoli finalmente chi, come si è visto anche ieri sera, è capace solo di produrre veleni.

Buon lavoro a tutti. Auguri a Montegranaro.

 

Luca Craia