lunedì 21 ottobre 2019

Montegranaro paese virtuoso ma sporco: il dualismo tra i bravi riciclatori e quelli che sporcano non lo deve pagare chi fa il suo dovere.


Soltanto una quindicina di giorni fa ci beavamo di essere “l'unico Comune nel Fermano con più di 10mila abitanti ad aver superato la soglia del 70% di raccolta differenziata” con una quota del 74.47% che è davvero buona. È un risultato importante che attesta quanto i Montegranaresi siano scrupolosi e attenti nel conferimento dei rifiuti e abbiano negli anni sviluppato una buona coscienza ecologica. A un dato così positivo, però, fa da contraltare un paese decisamente sporco. A testimoniarlo ci sono le tantissime segnalazioni che arrivano sul gruppo Facebook “Montegranaro Social”, ma basta farsi un giro a piedi in uno qualsiasi dei quartieri per scoprire piccole discariche e un’incuria generalizzata. Evidentemente c’è qualcosa che non funziona.
Da piazza Mazzini si vuole far passare il concetto che, per avere un paese pulito, i cittadini devono rimboccarsi le maniche. Proprio ieri, in relazione al bel gesto di due ragazzi che hanno ripulito di propria sponte il perimetro della Bombonera, ridotto in condizioni pietose, come denunciato anche dall’opposizione, il vicesindaco, Endrio Ubaldi, usciva su Il Resto del Carlino con una dichiarazione che pare accusare la stessa società sportiva che usufruisce della struttura della sporcizia presente. Non pago, sul proprio profilo Facebook scriveva: “se tutti facciamo quadrato e manifestiamo maggior senso civico le cose possono solamente andar meglio”. Insomma, se il paese è sporco è colpa dei Montegranaresi ed è giusto che puliscano loro.
È contraddittorio, perché i Montegranaresi, lo abbiamo già detto, hanno dimostrato ottimo senso civico producendo un risultato eccellente proprio sulla questione rifiuti. Quindi, o abbiamo una popolazione di dottor Jekyll e signor Hyde, oppure l’analisi è errata. Credo che l’analisi giusta sia che, per una stragrande maggioranza di cittadini corretti e operosi, ci siano pochi incivili che sporcano. Se è vera questa tesi, credo non sia corretto che chi fa il proprio dovere paghi per il comportamento scorretto di pochi.
I cittadini di Montegranaro pagano dei bei quattrini per le tasse relative alla raccolta dei rifiuti. Ora si vorrebbe che andassero anche a pulire. Questo significherebbe pagare per un servizio che non viene erogato o viene erogato male. Il cittadino che non rispetta le regole e abbandona i rifiuti, sporcando il paese di tutti, va educato e sanzionato. Chi amministra si deve occupare della repressione dei comportamenti illeciti e dell’educazione dei cittadini, ma deve anche tenere in ordine e pulita la città. Non può pretendere che il problema venga risolto da chi già fa il suo dovere, rispettando le regole e pagando il dovuto. Se ci deve pensare il cittadino, a pulire e a tenere in ordine, a questo punto il ruolo dell’amministratore quale sarebbe? Per cosa verrebbero pagare le tasse?

Luca Craia


NUTRITA LA PRESENZA MARCHIGIANA E MACERATESE IERI A ROMA PER DIRE NO AI GIOCHI DI PALAZZO CONTRO LA VOLONTÀ POPOLARE


Elena Leonardi (Fdi): “Anche nelle Marche vogliono prepararsi il campo a trucchetti e strategie per evitare che la volontà popolare possa trovare compimento nelle istituzioni, esattamente come avvenuto per il governo rosso giallo e come ieri Piazza San Giovanni ha dimostrato di non poter accettare”

Comunicato stampa

Nutrita la partecipazione marchigiana e maceratese di Fratelli d’Italia alla manifestazione del centrodestra riunito ieri a Roma. In centinaia sono partiti, con ogni mezzo, per raggiungere Piazza San Giovanni, guidati dall’onorevole Francesco Acquaroli e dal consigliere regionale, Elena Leonardi, presenti sin dalla prima mattina ai banchetti per la raccolta delle firme.
Tematiche che il leader nazionale, Giorgia Meloni, nel suo accorato intervento pregno di una forte concretezza che ha scaldato Piazza San Giovanni, ha riportato all’attenzione nazionale: le battaglie come quella contro lo ius soli, già fatta con la raccolta firme in tutta Italia, ma anche quelle per le quali ha rilanciato dal palco l’impegno di Fratelli d’Italia, come la raccolta firme sul presidenzialismo e l’abolizione dei senatori a vita.
“Una piazza partecipatissima quella che ieri ha tracciato la linea per un centrodestra unito, in contrapposizione agli inciuci di palazzo il cui unico obiettivo dichiarato è quello di non dare spazio alla volontà della maggioranza degli elettori – ha commentato il capogruppo Fdi, Elena Leonardi – Una piazza, è bene sottolinearlo, senza alcun disordine, come invece siamo abituati a vedere in altre occasioni, una manifestazione di popolo che sancisce sicuramente un malcontento nei confronti delle forzature del Governo e che preannuncia una volontà diversa da parte dei cittadini, come già espresso in tutte le ultime tornate elettorali. Temi, quelli nazionali, che a cascata ricadono anche sulla nostra Regione. Impossibile infatti non tracciare il parallelismo tra quando accaduto al Governo e quello che potrebbe verificarsi nelle Marche a seguito del voto, dopo le modifiche che il centrosinistra in Regione appoggiato dal Movimento 5 Stelle ha apportato alla legge elettorale. Anche nelle Marche vogliono prepararsi il campo a trucchetti e strategie per evitare che la volontà popolare possa trovare compimento nelle istituzioni, esattamente come avvenuto per il governo rosso giallo e come ieri Piazza San Giovanni ha dimostrato di non poter accettare”.

DECRETO TERREMOTO IN ARRIVO: L’ENNESIMA SCATOLA VUOTA PER ILLUDERE I TERREMOTATI

L’onorevole marchigiano Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia): “Un provvedimento tirato fuori all’improvviso dal cappello del prestigiatore, senza la concertazione con i territori, che propone qualche piccola soluzione ma non risolve i problemi reali della ricostruzione”.
Comunicato integrale

“Quello annunciato da Conte nei giorni scorsi, che sarà firmato dal Consiglio dei Ministri domani, lunedì, se rimarrà quanto previsto nella bozza che circola in questi giorni, sarà l’ennesimo provvedimento redatto senza ascoltare le reali necessità del territorio terremotato, tirato fuori all’improvviso dal cappello di un prestigiatore quasi come per magia – ha commentato il deputato Francesco Acquaroli – Ed è proprio questo che il governo rossogiallo vuole creare nella percezione delle popolazioni colpite dal sisma: un'illusione, l'illusione di non essersi dimenticati di loro, di aver approvato in pochi giorni un decreto ad hoc che verrà presentato in pompa magna domani, ma che in realtà è una scatola vuota che, alla prova dei fatti, tolta qualche miglioria, non saprà imprimere una svolta tanto attesa alla ricostruzione e non risolverà alcun problema”.
Il governo annuncerà di aver semplificato e velocizzato la ricostruzione dando ai tecnici la possibilità di "Autocertificazione" dei progetti per poter far partire subito i lavori. Forse non lo sanno, ma questo è già previsto per i danni lievi (articolo 8 del decreto 189/2016). E quelli che hanno scelto ad oggi di autocertificare i progetti, su tutto il cratere, si contano sulle dita di una mano. Questo perché non esistono delle regole certe per il calcolo del contributo di ricostruzione, poiché le ordinanze commissariali non sono chiare e lasciano spazio a continue interpretazioni contraddittorie, molto è lasciato alla discrezionalità degli istruttori che devono stabilire cosa sia ammesso a contributo e cosa no. Quindi ben pochi professionisti si prenderanno il rischio di iniziare i lavori a scatola chiusa, soprattutto per i danni gravi dove gli importi sono maggiori, senza sapere fin da subito se l'entità del contributo corrisponderà alla fine a quanto preventivato, con il rischio di un accollo sulle spalle dei proprietari terremotati.
Discutibile, poi, il modo nel quale il governo prevede di “sbloccare” il famoso “anticipo del 50% delle parcelle dei tecnici”, che attende da un anno la formulazione di una ordinanza apposita da parte del commissario. Secondo chi ha scritto questo decreto, il tecnico progettista per avere l’anticipo dovrà dare delle garanzie, sotto forma di fidejussione, e non è chiaro se gli oneri per la fidejussione rientreranno tra le spese ammissibili a finanziamento e saranno scalati dal contributo per la ricostruzione dell’immobile, e comunque tutto si rimanda alle decisioni del commissario, un cane che si continua a mordere la coda.
Sarebbe bello inoltre sapere perché oggi, dopo tre anni, con progettualità e cantieri già avviati, si inserisca una norma che impone che le scuole, se prima del sisma erano ubicate nei centri storici, dovranno essere ripristinate o ricostruite nel medesimo sito, e che la destinazione urbanistica delle aree a ciò destinate non può essere mutata. Un’altra assurdità dettata da chi non conosce minimamente i territori sui quali andranno ad incidere questi provvedimenti.
Non da ultimo, finalmente, sappiamo che fine farà la busta paga pesante. Il decreto prevede la proroga della restituzione e lo scorporo delle rate, che si inizieranno a pagare dal 15 gennaio, e stabilisce che gli adempimenti e i pagamenti di ritenute fiscali, contributi previdenziali e assistenziali nonché dei premi per l’assicurazione obbligatoria nei limiti del 50% degli importi dovuti. Un provvedimento che potrebbe essere un aiuto alla popolazione, ma rischia di fare la fine di quanto accaduto a L’Aquila, poiché questa norma è già stata cassata dall’Unione Europa. Un altro specchietto per le allodole.