venerdì 11 ottobre 2019

La Pietra del Diavolo, il “Pietrone” di Monte San Giusto, una memoria importante e dimenticata.


Sta lì da secoli, a prendersi le intemperie, qualche colpo di trattore, le ingiurie del tempo in mezzo a un campo tra Monte San Giusto e Monte San Pietrangeli. La chiamano “Il Pietrone”, Lu Pietrò, in dialetto. Ci sono leggende che la raccontano, qualcuno ci ha scritto una filastrocca, qualche tempo fa. In tempi moderni l’hanno più o meno dimenticata, in pochi sanno dove stia e, soprattutto cosa sia. Su cosa sia non c’è certezza, ma molto probabilmente si tratta di un manufatto d’epoca romana, forse una sepoltura eretta in prossimità di una strada secondaria, forse la stessa che passa vicino alla Stele di Santa Lucia di Morrovalle. È molto malconcia e, rimanendo abbandonata a se stessa, è facile prevedere che, in poco tempo, sparirà del tutto.
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È un peccato, perché si tratta di qualcosa di prezioso, qualcosa che, se fossimo lungimiranti, attenti, sensibili, custodiremmo con cura e utilizzeremmo come attrazione turistica. Invece, da queste parti, Lu Pietrò se ne sta solo soletto in mezzo a un campo a finire di sbriciolarsi, e non c’è politico, non c’è esperto d’arte, non c’è storico, non c’è soprintendenza che se ne curi. Peccato.
(Sotto trovate la filastrocca di Giuseppe Mariani, regalatami dal figlio Giovanni Battista che ringrazio di nuovo)

Luca Craia

La Pietra del Diavolo – di Giuseppe Mariani

In via valle sopra un monte
c’è un pietrone requadratu
do sta scritto proprio in fronte
chi me vòrda sia veatu,
certi ha ditto tra de loro
che là sotto a c’è un tesoro.
Tanti e tanti a cia proato
pe potellu scapotà
però gnente a cià rcapato
sempre rittu quillu stà,
par che faccia a sentinella
co la faccia a cojonella.
Passò l’anni a cià rproato
le persò co li cavalli
però gnente ha scapotato
a se cosciati sti vassalli,
sci ha tirato con ardore
ma a scolava da o sudore.
Quattro vacche ha reattaccato
quelle adatte all’aratura
però tutte a jà strappato
a non vò fa brutta figura
e che ha pensato un contadino
st’omu da o cervello fino.
Nsemo a l’atri a sé rtroati
a sa prestato mpo de tori
che i più forti è sempre stati
anche duri a sò i lavori,
tanto forte a jà tirato
che le corde a jà spezzato.
Su in paese a la saputo
vò anche loro da na mà
però questo è risaputo
de o tesoro a vò a metà,
fu d’accordo certamente
la metà dè mejo e gnente.
Più de cento a sé accordati
come fosse de ji in guerra
vacche e tori è rettaccati
se je a fa addè a ce spera,
tirò tutti a corda grossa
lo[U1] [U1] pochetto a se dè mossa.
Anche i cavalli ha reattaccato
quisti stava a ripusà
e tutti insemo anco ha tirato
sta òrda a je a potemo fà,
issa e tira a se contatta
a scapotalla a je la fatta.
Lo tesoro va a cercà
lesti a da na ripulita
li bei sogni tutti a fà
senti mpo come è finita,
tutti è rmastia faccia nera
la jo sotto a scritta a c’era.
Per millenni a sò penato
a durmì addè me svejo
grazie a chi ma scapotato
perché adesso a staco mejo,
le persò dè rmaste male
guardò arcata universale.
Dall’eterno a jà risposto
certo a dè scherzi del cavolo
po na cosa a jà proposto
è de non credere al diavolo,
e de na cosa a ce se vanta
è de ntongasse co acqua santa.
Se sia vera sta storiella
questo proprio a non lo sò
fatto sta che a marachella
tanti vecchi a raccontò,
forse per curiosità
ce sò jtu anch’io a guardà.
In via valle alla collina
lu pietro anco ce stà
a je sò dato n’occhiatina
par che staca a cojonà








giovedì 10 ottobre 2019

La Regione Marche sponsorizza la cultura gender verso gli adolescenti. Interviene l’onorevole Giorgia Latini.


Comunicato integrale

«È assurdo che la Regione Marche sponsorizzi e finanzi un progetto rivolto ai ragazzi di 13-14 anni delle scuole secondarie di primo grado proponendo loro in primo piano la teoria gender, e non un naturale rapporto ragazzo-ragazza». Così l’onorevole Giorgia Latini, vicepresidente della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, in riferimento al progetto “W L’Amore”. «Il progetto in questione, invece di aiutare i ragazzi a vivere serenamente la propria sessualità, rischia solo di creare confusione tra gli adolescenti. Si dice spesso che la teoria gender non venga insegnata e divulgata nelle scuole, poi però propongono a ragazzi così giovani di sperimentare rapporti intimi anche omosessuali.
Questa è l’ennesima ipersessualizzazione precoce dettata dalle ideologie. Gli adolescenti vanno accompagnati ed educati nel loro sviluppo affettivo coinvolgendo le famiglie, senza pressioni ideologiche che ne possano turbare la libera espressione e crescita. Il progetto “W L’Amore” finanziato dalla Regione Marche è invece un chiaro esempio di come si cerchi di manipolare le menti dei ragazzi per proporre una teoria che di naturale non ha davvero nulla» ha concluso l’onorevole Giorgia Latini. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marzia Malaigia, consigliere regionale Lega Marche: «La prevenzione è un concetto universale e condiviso.
Questo progetto finanziato dalla Regione Marche è invece una forzatura sull’indicazione di scelte intime e relazionali che, nel caso di adolescenti di 13 e 14 anni, dovrebbero al contrario essere libere da condizionamenti e affidate esclusivamente alla sfera familiare. Non è ammissibile che la Regione Marche finanzi con soldi pubblici un progetto che “invita” a considerare l’attrazione e l’affettività verso persone dello stesso sesso – che si intenda è libertà di ciascun individuo -, ma non è accettabile che venga data come indicazione da un servizio pubblico a ragazzini così giovani» ha chiosato il consigliere Malaigia.