martedì 8 ottobre 2019

La differenza tra il matto di Tolentino e quello di Fermo? Il primo ci tocca tenercelo, il secondo no.


Anche i matti fanno politica in Italia, anche i matti pericolosi, quelli che possono fare male. C’è un matto a Fermo, armato di roncola, che gira tra gli studenti con fare minaccioso per ore e poi viene arrestato. Pochi giorni dopo arriva un altro matto, a Tolentino, che si denuda, abbraccia un fucile e va per strada seminando il panico per poi essere arrestato. Il primo è un Africano, il secondo è italianissimo. Il primo solleva un problema serio, il secondo pure. Ma sono due problemi diversi. La politica, quella da bar e da social network, pascola.
Il primo caso, quello di Fermo, ci parla di una persona che calpesta il suolo italiano illegalmente. È colpito da decreto di espulsione, non ha una dimora, un lavoro, un motivo per stare in Italia se non quello di fare danni. E infatti li fa. Il secondo, invece, in Italia ci sta perché è italiano, ma ha un fucile e non dovrebbe averlo, visti i noti e manifesti problemi psichici. Due problemi molto diversi con una manifestazione degli stessi molto simile. Perché li accomuniamo?
Perché accomunarli fa comodo. Serve a suffragare l’una o l’altra tesi. In particolare, la sinistra trova grande giovamento, quasi una benedizione, nel matto col fucile di Tolentino. Casca a fagiolo, come si dice, in modo che si possa affermare con la consueta superiorità presunta, che i matti sono tutti uguali, che non c’è distinzione di razza, che anche gli Italiani vanno via di testa. Tutto vero, ma gli Italiani non possono ricevere un decreto di espulsione. I matti italiani li dobbiamo curare, per dovere di comunità, perché paghiamo le tasse per questo. I matti africani, sudamericani, russi e via discorrendo, no. Quelli non ce li dobbiamo tenere.
Il nostro limite, come popolo, è proprio questo: non guardiamo al problema, non cerchiamo la soluzione. Affrontiamo il tutto con l’atteggiamento del tifoso e cerchiamo di trarre vantaggio per la nostra squadra. I due casi di cui sopra, anche se sembrano simili, in realtà lo sono pochissimo. Ci mostrano due problematiche ben diverse, da affrontare con soluzioni diverse. Ma ci vuole lucidità, e questa lucidità, ahimè, non l’abbiamo.  

Luca Craia

lunedì 7 ottobre 2019

Macerata: CIAMPECHINI (Nuovo CDU) RISPONDE A TACCONI E INDICA MATTIA ORIOLI



Comunicato integrale

Le recenti dichiarazioni di Ivano Tacconi UDC dimostrano tre cose:
- 1-  Di temere Orioli ed il suo far politica che parte dalla gente, paragonandolo non a caso all’ex sindaco Anna Menghi, di fatto figura riconosciuta per lo spessore politico ed esperienza, la quale fece nascere il suo progetto dal basso;
- 2- La risposta di Tacconi nasconde la paura di un centro destra  unito, e soprattutto vorrebbe scomunicare Orioli proprio per il suo impegno in tal senso e per essersi sempre posto come moderato alternativo alla sinistra;
- 3 - Tacconi definitivamente pone l’Udc nel centro sinistra rifiutando la saggia offerta fatta da Orioli di aprire un ponte di dialogo e lavorare insieme per un progetto nuovo di città, superando la politica del doppio forno
Tacconi e il suo alleato, il Partito Democratico, potrebbero candidare Narcisio Ricotta o un’altra figura apparentemente nuova alla guida della città; per questo indico al centro destra maceratese di ragionare seriamente su una figura competente, moderata e soprattutto veramente nuova come Orioli.
Mattia, con l'incontro del Claudiani, ha dimostrato con umiltà di mettere a disposizione della coalizione alternativa al governo cittadino una piattaforma d’incontro “Macerata Libera Macerata “ che parte dal basso e si eleva verso l’alto con l’impegno e le competenze di tanti Maceratesi disposti a lavorare per liberare la città e per farla risorgere.
Orioli, giovane ma esperto politico, come altri infatti da tempo ha lavorato all’unita del centro destra ed alla costruzione dell’alternativa non mettendo se stesso al primo posto, ma la convergenza della coalizione su un progetto che sia realmente condiviso, alternativo, innovativo e che parta dal basso;
ebbene questo atteggiamento dimostra un vero attaccamento alla città passando dalla cultura del io a quella del noi dimostrando così maturità politica, saggezza e capacità di fare squadra, una novità oggettiva nel panorama cittadino.
Orioli, posto ovviamente l'appoggio di tutto il centro destra unito, è per vocazione uno dei pochi politici locali che può sconfiggere il “sistema PD Maceratese” proprio al centro, perché volto indiscutibilmente nuovo e lontano dal palazzo.
Alle scorse elezioni con determinazione insieme ad altri capitanò e costruì da zero una lista civica arrivando a capitalizzare un risultato elettorale che sfiorò il 2%, una dote oggettiva che porta con se, a conferma della sua capacità.
Orioli, bravo professionista e maceratese d.o.c. è anche uno di quei pochi cattolici impegnati in politica che hanno saputo anteporre la coerenza ai valori di riferimento agli interessi personali, per questo è affidabile e credibile; inoltre sa parlare anche a qul mondo di sinistra proprio deluso dal governo Carancini e saprà sicuramente attrarre fette di elettorato che mal digeriscono i partiti tradizionali, per questo oggi indico Orioli come una soluzione sulla quale riflettere e sulla quale poter tutti insieme costruire intorno una squadra capace di sconfiggere le forti ideologie che si stanno estremizzando in città.

Augusto  Ciampechini
Segretario regionale del Nuovo CDU