mercoledì 7 agosto 2019

I Racconti della Marca Bassa - 3 - La Fine del Mondo - di Luca Craia


Erano le 7 e 35 di sera quando la musica del Tg1 interruppe la trasmissione di Carlo Conti e la faccia di Giorgino fece capolino dal televisore, più pallida e smunta del solito, per annunciare che da lì a tre giorni ci sarebbe stata la fine del mondo. Si aprirono così i tre giorni più strambi della storia, anche perché dopo quelli non ce ne sarebbero stati altri.
I prudenti in auto toccarono i 200 all’ora.
Quelli che andavano sempre veloce si schiantarono.
I sinceri cominciarono a mentire, ma non se ne accorse nessuno.
I mentitori cominciarono a dire la verità e presero un sacco di botte.
Gli sfaticati si misero a lavorare e fecero un sacco di danni.
I mariti fedifraghi tornarono dalle mogli con la coda tra le gambe.
Le mogli tradite andarono finalmente a letto col postino e i mariti le trovarono nel mezzo dell’amplesso.
Le vergini persero la verginità in massa, e parecchie volte.
Quelli a dieta svaligiarono i supermercati.
I ladri restituirono la refurtiva.
I derubati regalarono la refurtiva ai poveri.
I poveri la rivendettero ai ladri.
I pescatori andarono a sciare, gli alpinisti a nuotare ma annegarono.
I peccatori andarono a confessarsi e non trovarono il prete.
I politici corrotti si pentirono e confessarono tutto.
I politici corrotti confessarono tutto e furono perdonati.
I politici corrotti furono perdonati e poi lapidati sulla pubblica piazza.
Gli sfaticati vennero a pulire quello che restava dei politici corrotti.
I soldati disertarono in massa e finalmente ci fu la pace nel mondo.
I dittatori diedero la libertà ai loro popoli.
I popoli liberati impalarono i dittatori.
Gli ex fumatori ripresero in massa a fumare.
E il mondo finì così, in un’immensa nube di fumo di sigaretta.

Ufficio postale di Montegranaro: due sportelli e file interminabili. Servizio insufficiente per questo paese.


Un paese moderno, che guarda al futuro, lo si vede anche dalle infrastrutture e dai servizi. Ne parlava, nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, il Consigliere di minoranza Lucio Melchiorri che sollecitava, appunto le infrastrutture e i servizi. Servizio basilare, anche se pare scontato, è quello postale. Avere un ufficio efficiente, che non faccia perdere tempo e risponda velocemente alle necessità degli utenti che, in un paese in crisi ma ancora industriale e con necessità industriali come Montegranaro, è una priorità.
Ma non è così, specie nel mese di agosto quando, probabilmente per una questione di turnazione, il già scarso personale si assottiglia ulteriormente creando evidenti disservizi. Sul gruppo Facebook “Montegranaro Social”, viene segnalato stamattina che, nell’Ufficio Postale Centrale di Montegranaro operano soltanto due sportelli, con file di oltre trenta persone. Questo non può e non deve accadere da nessuna parte, men che meno in un paese che necessita di efficienza, specie ad agosto quando ti tempi si accorciano e bisogna espletare diversi adempimenti prima che si fermi tutto per le ferie.
È una questione di cui dovrebbe interessarsi anche la politica, e speriamo che lo faccia e vi si ponga rimedio.

Luca Craia

Come vedono Risorgimarche i terremotati. L’idea di Silvia Bonomi, allevatrice a Ussita.


Se parlo io, che terremotato non sono, grazie a Dio, posso essere tacciato di strumentalità, cosa che avviene puntualmente, di invidia, anche se non si sa bene di cosa, e di altre nefandezze che, quando non si hanno argomenti, si usano per cercare di azzittire chi dice cose che non ci piacciono. Ma se di Risorgimarche parlano i terremotati stressi, quelli che dovrebbero goderne i presunti benefici e, invece, ne subiscono solo le conseguenze non proprio positive, magari lanciare accuse diventa più complicato.
Silvia è una ragazza coraggiosa, che ha avviato un’attività economica che torna alla natura, alla terra, al rispetto dell’equilibrio tra uomo e natura. È una donna energica, senza peli sulla lingua, di rara intelligenza e onestà intellettuale. Silvia, nel 2016, ha perso la casa e ha rischiato di perdere la sua attività, il suo futuro. L’ha salvato solo grazie alla propria caparbietà e a tanti sacrifici, lottando col freddo e col caldo per sopravivere in una specie di scatolone di latta che le hanno affibbiato in attesa di una ricostruzione che diventa sempre più un miraggio. Silvia, su Risorgimarche, ha le idee molto chiare e le ha scritte sulla pagina Facebook della sua azienda. Ve le riporto pare pare, senza metterci la penna, perché è giusto che sia così. La parola a Silvia Bonomi, allevatrice terremotata di Ussita.

Risorgimarche. Un nome per un'iniziativa che consiste in una serie di concerti in montagna, precisamente SULLE montagne dei paesi devastati dal terremoto. Un'iniziativa ideata e promossa dalla Regione Marche, possibile grazie a cantanti famosi, che gentilmente supportano l'iniziativa mettendo a disposizione la propria voce in forma GRATUITA per dare sollievo alle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016. Fin qui, nulla di strano.
Le "anomalie" iniziano subito dopo, a partire dalla totale gratuità del biglietto: insomma, lo show si consuma all'aperto e chiunque può parteciparvi senza spendere un centesimo. Zero. Nessuna entrata economica quindi per i Comuni colpiti dal sisma che ospitano i concerti. Altra particolarità, i questi non avvengono nei pressi dei centri abitati colpiti, ma in alta montagna, in ambiente naturale libero (prati pascoli) o presso aziende Agricole.
Deformazione professionale, per il lavoro che facciamo e per il rispetto dell’ambiente in cui viviamo, il nostro primo pensiero è stato l'impatto di queste iniziative sugli animali selvatici e quelli domestici nei pascoli.
Domani Risorgi Marche sarà nelle nostre zone... o meglio, ne subiremo gli effetti.
Di colpo, il frastuono di colonne di persone a piedi, lunghissime carovane di macchine e, ovviamente, schiamazzi ovunque. Rumori normali di una civiltà cittadina che si ritrova però ad attraversare i paesaggi naturali dei nostri Sibillini, poco avvezzi a "invasioni" di massa così consistenti seppur fugaci. I timidi caprioli correranno a perdifiato per chilometri, i cinghiali attraverseranno le strade spaventati anche in pieno giorno (prestate attenzione perché possono causare incidenti!), i lupi aumenteranno i chilometri percorsi per allontanarsi dalla rumorosa calca.
 Gli animali domestici rimarranno obbligatoriamente confinati negli stazzi ed alimentati a foraggio secco, o verranno spinti dai pastori più in alto e lontano possibile ma sempre e comunque sotto sorveglianza degli stessi i quali, con i capelli dritti per tutta la giornata, dovranno avere 1000 occhi anche per evitare i possibili incidenti in caso d'incontro tra i cani custodi (INDISPENSABILI nelle nostre zone) e qualche avventore magari reso più audace dall'euforia della giornata, che vorrebbe "accorciare le distanze".... in barba alla sicurezza.
Insomma, per chi in montagna ci lavora, una giornata più difficile del solito.
Capiamoci: non ce l’abbiamo con chi frequenta i concerti di Risorgimarche né con i cantanti, che offrono la loro arte in maniera gratuita, ci mancherebbe...ma sinceramente dopo due edizioni non riusciamo a capire come un'iniziativa del genere possa portare respiro e sollievo ai nostri territori.
Sui social, noi residenti un po' ostici, siamo stati addirittura derisi ed invitati "a partecipare, perché si vede che ne avete bisogno". Ecco, a coloro e SOLO A COLORO che riescono ad ironizzare in maniera così macabra, vorremmo dire che SÌ...avete ragione!!! Avete ragione perché ci farebbe un gran bene staccare il cervello per mezza giornata, come fate voi con questi concerti!
Ne avremmo veramente bisogno! Dopo il concerto, però, ci farebbe bene rientrare nelle nostre case, farci una bella doccia e riposare nel nostro letto, come fate voi.
Invece, dopo esser rimasti confinati tutto il giorno a controllare i nostri animali impauriti dalla confusione, una volta ridiscesi a Valle, getteremo un occhio alle macerie delle nostre case e frazioni, rientreremo esausti in quegli strani, inguardabili ed obbrobriosi villaggi SAE o nei nostri container-Mapre (alias scatole di tonno sottodimensionate!!!!) circondati da un immobilismo che gela il sangue e mozza il respiro.
Ecco, il problema non è Risorgimarche. Il problema è tutto qui: tornare con i piedi per terra in una realtà dove NON È RISORTO NIENTE.