martedì 6 agosto 2019

Un Milione di Euro per le attività culturali nell’area sisma. Ma quali?


Con la delibera della Giunta Regionale numero 829 del 10 luglio scorso, la Regione Marche ha stanziato la bella cifra di 1.018.000 euro per finanziare attività culturali nelle zone interessate dagli eventi sismici del 2016. In particolare sono 612.600 Euro più ulteriori 205.400 Euro per il 2020 da destinarsi ad associazioni sociali private, e di 200.000 Euro divisi nelle due annualità per il Consorzio Marche Spettacolo, con vincolo di utilizzo nelle suddette zone.
In realtà la cifra non è così sconvolgente, visto che si parla tanto di turismo, di rilancio del turismo, di portare i turisti nelle zone terremotate (non è questo a cui servirebbe Risorgimarche?) e, per fare turismo come si deve, le attività culturali sono fondamentali, per cui la cifra non è per niente enorme, anzi. E non sembra che il turismo sia così importante per una buona parte della Giunta, visto che, alla votazione per questo provvedimento, mancavano un bel po’ di assessori, tipo Sciapichetti, Bora e Cesetti. Ne prendiamo atto.
Per i 200.000 Euro destinati alle attività del Consorzio Marche Spettacolo, per l’estate 2019 non pare ci siano in programma attività da finanziare. Infatti, fino a fine agosto, pare che gli eventi calendarizzati dal Consorzio prenderanno corpo a Pesaro, Ancona e Macerata. Nella zone più colpite non mi pare di aver trovato nulla.
Per il resto, ci sarà da capire quali saranno queste associazioni sociali private che si faranno carico di organizzare eventi culturali nel cratere propriamente detto. Speriamo siano le varie Proloco o associazioni locali che, in questo modo, possano essere aiutate seriamente a rilanciare i propri paesi, e non organizzazioni esterne. Vedremo.

Luca Craia


"LA CRISI NON VA IN VACANZA": MANIFESTAZIONE DEL COORDINAMENTO PROVINCIALE DI MACERATA DI FRATELLI D'ITALIA


FLASH MOB AL "MERCATONE UNO" DI CIVITANOVA MARCHE: EMBLEMA RECENTISSIMO DI AZIENDE CHE HANNO CHIUSO


Comunicato integrale

Per ricordare al ministro Di Maio e al governo gialloverde che la crisi delle imprese non va in vacanza, in tutto il territorio nazionale il partito di Giorgia Meloni oggi si è mobilitato scendendo in piazza davanti a siti produttivi in gravi difficoltà o che hanno addirittura chiuso.
Il coordinamento provinciale di Fratelli d'Italia di Macerata ha scelto un simbolo recente di azienda che ha chiuso i battenti all'improvviso, lasciando a casa decine e decine di lavoratori e loro famiglie, il "Mercatone Uno". Con la presenza del coordinatore provinciale Massimo Belvederesi e di Andrea Balestrieri coordinatore della provinciale di Fermo presso cui risiedono alcuni dei lavoratori mandati a casa, aderenti e simpatizzanti del partito si sono incontrati di fronte alla azienda posta presso l'uscita dell'autostrada, con striscioni che inequivocabilmente vogliono ricordare al Ministro delle Attività Produttive che esistono quasi duecento grandi aziende oggetto del cosiddetto "tavolo di crisi", attualmente istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico. La maggior parte di questi "tavoli" – ricorda la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Elena Leonardi presente all'iniziativa odierna – però non è mai stato riunito: il Ministero al massimo ha predisposto la proroga della "cassa integrazione" in attesa di "accompagnare" i lavoratori verso il reddito di cittadinanza.
Sono queste – prosegue il coordinamento provinciale di Macerata di FdI – politiche "passive" che non risolvono ma anzi alla fine peggiorano la situazione; occorre una politica attiva di impresa per prevenire e salvaguardare il tessuto produttivo. Le Marche sono un esempio di come una certa politica di sinistra, oltre alla crisi generalizzata, abbia portato ad un peggioramento del sistema manufatturiero rispetto al resto delle regioni produttive italiane. La Leonardi afferma come crisi dei distretti del calzaturiero, del mobile e dell'elettrodomestico vedono ora anche una crisi del turismo che, con errate politiche regionali, non si è saputo attrarre adeguatamente.
Il capogruppo regionale conclude dichiarando che occorre strutturare un sistema che incentivi la reindustrializzazione, preservando il tessuto imprenditoriale.


Cosa accade ai nostri giovani? Genitori o compagni di discoteca?


Ragazzini che rapinano, causano stragi nelle discoteche, assaltano chalet di notte, distruggono stabilimenti balneari, abusano dei più deboli; quante notizie di cronaca hanno per protagonisti giovani e giovanissimi? Non penso solo alla gang che ha causato la strage di Corinaldo o ai loro “colleghi” che, col medesimo sistema, hanno innescato quella di Torino. Penso alle notti in riviera coi gestori degli chalet terrorizzati da bande di ragazzini che distruggono tutto e, alle quali, non puoi fare nulla. Penso ai ragazzi ubriachi e alterati che passano le notti schiamazzando in strada. E penso alle loro famiglie.
L’essere giovane comporta l’eccesso, ci siamo passati tutti. La giovinezza ha in sé la finta consapevolezza dell’imbattibilità, dell’onnipotenza. Finta, perché poi, dopo pochi anni, ci si rende conto che si è tutt’altro che imbattibili, tutt’altro che onnipotenti. A contenere questo impeto giovanile dovrebbero esserci gli adulti. Ecco, io non li vedo. Non vedo più le famiglie a svolgere il loro ruolo di argine, di controllo, di indirizzo.
Vedo genitori che portano i figli alle serate di personaggi a dir poco equivoci, che lanciano messaggi spaventosi e indicano percorsi che un genitore dovrebbe aborrire. Vedo genitori sempre pronti a proteggere, in maniera cieca e assoluta, genitori incapaci di contrastare e correggere l’errore. Ho visto genitori scagliarsi contro gli insegnanti, contro altri adulti che indicano un comportamento errato nei figli. Sono genitori che hanno abdicato al loro ruolo di educatori, ruolo difficilissimo e faticosissimo, per assurgere a quello molto più comodo di amico dei figli, senza conflitti da affrontare, senza problemi da risolvere. Ma i figli non hanno bisogno di altri amici, hanno bisogno di guide, punti di riferimento, di qualcuno che sappia dire no, che sappia avere la forza di riportarli sulla strada giusta quando deviano. Non che vada con loro su quella sbagliata.

Luca Craia