venerdì 8 febbraio 2019

Nuovo sondaggio: volete il palasport o volete un’area verde?



Il progetto di riqualificazione dell'area di Montegranaro Riparti, ancora non realizzato.

È stato pubblicato oggi, sulla pagina Facebook de L’Ape Ronza (https://www.facebook.com/laperonzablog/) un nuovo sondaggio riguardante il futuro dello scheletro di quello che avrebbe dovuto essere il nuovo palasport di Montegranaro ma che, per le note vicende legate al fallimento della Calepio Scavi, ditta che lo avrebbe dovuto costruire in restituzione delle opere di urbanizzazione delle zone industriali, secondo un accordo con l’allora sindaco Gianni Basso, è rimasto incompiuto a far brutta mostra di sé per quasi vent’anni.
È un argomento che ogni tanto ritorna in auge, specie in prossimità delle elezioni, come in questo caso. Ogni volta si fornisce una nuova proposta per ridare decoro a un’area fortemente degradata dalla presenza dell’incompiuta. Anche l’attuale amministrazione, durante la campagna elettorale del 2014 che ne vide vittorioso lo schieramento, promise la soluzione all’annoso problema. Nel loro opuscolo si leggeva: “Riqualificazione dell’intera area del complesso polisportivo «La croce» con la previsione progettuale di una massiccia piantumazione, una nuova ed adeguata illuminazione, interventi di arredo urbano e consolidamento delle zone in frana, creazione di strutture sportive al suo interno al fine di creare il primo vero e proprio «Parco urbano» di Montegranaro. All’interno di tale progetto è compresa la riconversione dell’edificio incompiuto del Palasport.
In effetti si è rimasti molto sul vago, parlando semplicemente di “riconversione”, ma come effettuarla, questa riconversione, non viene spiegato. E pare che non lo si spiegò, allora, perché non si aveva idea di cosa fare, come testimoniano le parole attuali dell’assessore Perugini che ancora non ha deciso se buttare giù tutto o ripartire da quelle colonne di cemento armato con i ferri scoperti e arrugginiti per costruire un nuovo palasport.  Intanto, come degna campagna elettorale, si torna a parlare di riqualificazione dell’area circostante, e questo pare possibile che venga realizzato anche in tempi brevi, in perfetto stile bassiano, per accaparrarsi qualche voto in più. Ma per quanto riguarda lo scheletro ancora non si è deciso che fare.
Intanto pare che i costi di un eventuale abbattimento siano decisamente più bassi di quanto paventato finora, come del resto abbiamo sempre affermato su queste pagine. Siamo passati dai milioni di Euro che facevano paura solo a nominarli a cifre ben più ragionevoli, circa 70.000 Euro, anche se alcuni tecnici che ho contattato mi hanno assicurato che si potrebbe pulire tutto con molto meno. Fatto sta che ora, alla vigilia delle elezioni, tutto diventa improvvisamente possibile. Miracolo.
Peccato, perché si poteva intervenire prima, magari progettando l’impianto sportivo in corso di realizzazione all’estrema periferia di San Liborio, al posto dello scheletro. Si sarebbero risparmiati soldi e si sarebbe risolto il problema una volta per tutte. Ma l’impianto di San Liborio sembra intoccabile, volontà precisa ostentata del vicesindaco Ubaldi che ne ha fatto una bandiera e che cerca di realizzarlo da qualche millennio, chissà perché.
Quindi la sorte dell’ecomostro nostrano è destinata a scavalcare le elezioni e a rimanere nelle mani della prossima amministrazione, che sia l’attuale rimpastata o una nuova. Ecco allora che ho pensato di sentire cosa pensano i lettori de L’Ape Ronza, chiedendo loro se preferiscono l’abbattimento dello scheletro per fare spazio a un’area riqualificata e vivibile o la prosecuzione della costruzione del palasport. Chi volesse votare può cliccare su questo link (clicca qui).

Luca Craia

giovedì 7 febbraio 2019

Dalla Regione aiuti irrilevanti per le tante famiglie con persone affette da autismo.


Comunicato integrale

Nella Commissione Sanità di oggi si è discusso di un provvedimento della giunta regionale che stabilisce i criteri per la concessione di contributi alle famiglie con persone con disturbi dello spettro autistico che si avvalgono dei metodi riabilitativi riconosciuti dall'Istituto Superiore della Sanità.
Sicuramente un'azione validissima – sostiene Zaffiri – ma con una copertura finanziaria del tutto irrisoria, stiamo parlando di una somma totale di 248.000,00 euro.
L'autismo è una patologia altamente invalidante che determina una alterazione precoce e globale di tutte le funzioni essenziali del processo evolutivo ed è proprio sulle famiglie che ricade l'onere più alto per l'assistenza, sia sul versante emotivo che su quello materiale.
Sull'atto la Commissione ha espresso parere favorevole ma il capogruppo Zaffiri ritiene che lo stanziamento previsto sia una goccia nel mare.
Questa maggioranza continua a non dare risposte adeguate a tante famiglie marchigiane, conclude Zaffiri.

Sandro Zaffiri – Capogruppo Lega Nord Marche
Componente IV Commissione Sanità





Dibba punta alla leadership, ma deve buttare giù il governo.


Di Battista vuole la leadership. Pare evidente a cosa punti l’esponente pentastellato, appena rientrato in campo ma già in grande spolvero. Del resto la dicotomia tra lui e Di Maio è cosa ormai antica e mai risolta, considerando fuori dai giochi Fico che pare essere soddisfatto del suo nuovo ruolo istituzionale e dalla possibilità di perpetuare il modus operandi della Boldrini. Ora che la guida del movimento è in mano a Di Maio, Di Battista ha deciso che se la vuole riprendere, costi quello che costi.
E costerà, anche parecchio, non solo al Movimento ma a tutti gli Italiani. Perché per assumere il comando del vascello, Di Battista sta rendendosi campione della base malpancista, quella che non ha mai digerito l’accordo o contratto che dir si voglia con la Lega di Salvini, quella che ogni giorno sui social sputa veleno sul Governo come nemmeno i più beceri piddini riescono a fare. Dibba sta interpretando al meglio questo malessere che potrebbe e pare essere maggioritario nella base grillina. In questo modo mina le fondamenta della leadership di Di Maio, ma mina anche la stabilità del Governo che, traballa oggi, traballa domani, alla fine ci sta anche che caschi.
E se casca il panorama non è né roseo né scontato. Se si va velocemente al voto, è anche possibile che Salvini faccia cappotto, ma se questo non accade, e con Mattarella Presidente non è per niente facile che accada, si profila l’ipotesi dell’ennesimo governo di garanzia, governo che troverà quasi certamente l’appoggio di PD e Forza Italia. E saremmo punto a capo, governati da non eletti. Di Battista non sembra curarsi di questa possibile conseguenza, come del resto non se ne cura la base grillina con un corale “muoia Sansone con tutti i Filistei. Ma i Filistei, e questo forse non l’hanno capito, sono anche loro.  

Luca Craia