venerdì 3 marzo 2017

Monte San Giusto: strumentalizzazioni e palcoscenici, si salvaguardi il Carabiniere.



L’Italia assomiglia sempre più a una grande scenografia dove attori di quart’ordine allestiscono le loro pantomime troppo spesso misere e risibili. Così assisto attonito a quanto sta accadendo a Monte San Giusto dove, giusto una settimana fa, accadeva un brutto fatto di cronaca che ha portato il paesino del maceratese alla ribalta delle cronache nazionali. Dopo i fatti che ricorderete tutti – un carabiniere in servizio, nel salvarsi la vita da un criminale in fuga che cercava di investire lui e i suoi colleghi, esplodeva accidentalmente un colpo di pistola che uccideva il delinquente – in molti, me compreso, abbiamo espresso piena solidarietà al militare e, nel contempo, auspicato che questa solidarietà venisse messa in pratica con azioni concrete, magari costituendo un comitato ad hoc allo scopo di sostenere moralmente ma anche finanziariamente il tutore dell’ordine che, inevitabilmente, dovrà subire un’inchiesta e forse una procedura giudiziaria.
Da quel momento sono accadute molte cose che si accavallano, tra fatti di concreta sensibilità civile alle pantomime di cui sopra, tanto che, a volte, risulta difficile distinguere le une dalle altre. Il Comitato, intanto, si è costituito e ha iniziato una raccolta fondi per sostenere le spese legali. Ma poi è intervenuto il Generale Favarolo a garantire il sostegno dell’Arma al militare coinvolto, rassicurando tutti sul fatto che questo sostegno comprenderà anche la difesa legale. Questo nuovo fatto ha parzialmente svuotato di significato il Comitato che ora potrebbe soltanto svolgere un ruolo di sostegno morale. Ciononostante pare che la raccolta fondi continui.
Per la costituzione formale dello stesso Comitato poi, abbiamo assistito a paginate di giornali che annunciavano lo slancio di generosità del giovane avvocato Marzola di Montegranaro che, dando l’impressione di aver trovato finalmente un palcoscenico dopo anni di affannosa ricerca, magnanimamente si offriva di seguire la parte burocratica della cosa, per la quale, però, di norma basterebbe saper compilare un modulo.
Abbiamo letto cose inaudite dei soliti radical col paraocchi, quelli che, dal divano di casa, digitano col telefono da migliaia di Euro pensieri sulle classi più povere, convinti che, così facendo, stiano dando un grande contributo alla società, hanno sempre la sentenza giusta per indicare quanto siano beceri gli Italiani che chiedono sicurezza, legalità e giustizia. E con l’arrivo dei parenti del criminale morto, con tanto di findanzata in lacrime, quest’ultimo ha per molti assunto il ruolo di vittima innocente della società perversa, un bravo ragazzo che rimane tale nonostante furti, rapine e il tentato omicidio plurimo dei carabinieri, rimasto incompiuto solo per quel colpo di pistola che l’ha ucciso.
Infine arriva Salvini che, col suo fiuto eccezionale per trovare la scena adatta, sfrutta l’episodio per crearsi un po’ di popolarità spicciola approfittando dell’incertezza dei politici locali. Così Salvini giunge a Monte San Giusto per manifestare solidarietà al Carabiniere, compiendo un’azione di propaganda politica piuttosto gratuita e scontata. Ci si sarebbe aspettati, invece, qualche iniziativa di questo genere ma compiuta, per esempio, dalla stessa Amministrazione Comunale sangiustese la quale, invece, sostanzialmente tace.
In tutto questo si parla poco del Carabiniere, di come sta, di cosa pensa. E forse è meglio così, molto meglio lasciare nell’ombra quest’uomo, che sicuramente starà vivendo qualche tipo di travaglio interiore. Così è preferibile confermargli solidarietà e ringraziarlo, perché quello che è accaduto è accaduto perché c’è gente che, nonostante stipendi inadeguati, rischi enormi, pochi strumenti per agire e la possibilità di finire anche sotto inchiesta, ancora si adopera per la nostra sicurezza.
                                      
Luca Craia

Domani in scena il Consiglio Comunale Show sulla crisi



Dicono che non deve essere una passerella ma la fanno in teatro, la seduta del Consiglio Comunale di Montegranaro aperta sul tema della crisi del settore calzaturiero, come se fosse attesa chissà quale folla oceanica o come se fosse necessario dare un palcoscenico agli attori di un comparto industriale che tutto fa meno che pantomime. Un Consiglio Comunale convocato sulla scorta di un suggerimento della CGIL, al quale certamente le associazioni di categoria non potevano negarsi ma che lascia tante perplessità. E la più grande è questa: che potere potrà mai avere un Consiglio Comunale per influenzare l’evoluzione di una crisi che investe settori e fattori su scala macroeconomica?
Al momento possiamo solo attendere e vedere cosa verrà fuori dalla seduta di domattina. Quello che però è certo è che questa iniziativa arriva dopo tre anni di amministrazione in cui non si è fatto nulla, ma davvero nulla, per sostenere il comparto calzaturiero. Non si è nemmeno approfittato della presidenza della Provincia, per quel poco che potesse contare, quando era ancora in mano al nostro assessore ai lavori pubblici. Non si è mosso un dito o spesa una parola per coinvolgere le istituzioni regionali e nazionali che, pure, dovrebbero essere referenti in quanto rappresentanti degli stessi partiti che governano Montegranaro.
Ora speriamo che domani si inverta la tendenza e che si cerchi davvero di fare qualcosa. E quel qualcosa potrebbe essere anche l’asfaltare le strade della zona industriale o trovare modi per sostenere il credito tramite fondi europei. Non è grande il raggio d’azione di un Comune, ma fino a oggi non ci si è neanche pensato. Chissà che da domani non si cominci. Speriamo.
                                      
Luca Craia

Protesta degli allevatori terremotati. Il 7 marzo a Roma con le mucche



Sono esasperati gli allevatori marchigiani colpiti dal terremoto. Tanto esasperati da indire, tramite la Coldiretti, loro rappresentanza sindacale, una manifestazione per il 7 marzo, momento in cui si recheranno a Roma, insieme ai colleghi delle altre aree colpite, per chiedere con forza il sostegno del governo per un’economia fatta di allevamenti di pregio, un’economia che sta morendo a causa del terremoto ma anche a causa di negligenze, superficialità e lentezze burocratiche. È un’economia “che è possibile salvare solo se la ricostruzione andrà di pari passo con la ripresa del lavoro” ma, al momento, non si vedono né ricostruzione né ripresa del lavoro. Sembra che i nostri allevatori intendano recarsi alla manifestazione portandosi il bestiame. E c’è da augurarsi che le bestie facciano il loro dovere, lasciando una cospicua quantità di “ricordini” in piazza Montecitorio, così, come un memento.
                                      
Luca Craia