giovedì 18 gennaio 2018

I congiurati ancora cavalcano e lottano contro Gismondi. Ma la Marcozzi che vuole fare?


Lo storico scatto di Barbara Rossi, allora corrispondente del Corriere Adriatico a Montegranaro, che immortala il preciso momento della caduta dell'Amministrazione Gismondi.


Avevamo ingenuamente creduto che, quanto meno, l’amor proprio avesse potuto tenere lontani dalla politica i congiurati delle idi di marzo montegranaresi, ancorché cadute a ottobre, coloro che, dietro la regia del machiavellico ma non troppo Gianni Basso, fecero cadere prematuramente l’amministrazione Gismondi. Almeno due di loro sono ancora in campo e cercano disperatamente di inserirsi sulla scena politica, ancora una volta manovrati da lontano, stavolta pare dai piani alti della Forza Italia regionale.
Così ecco riapparire Demis Ranalli, che fu assessore con Gismondi, e Jonata Pagliaricci, che fece appena in tempo a mettere il naso in Consiglio Comunale in surroga per distinguersi come complottista, il tutto senza proferire verbo. Nella politica, per carità, ci sono anche disegni e progetti che vedono comportamenti non esattamente dettati da lealtà, non tanto verso la propria coalizione quanto verso l’elettore che dà il mandato in base alla stessa. Il punto, però, è che nessuno ha mai spiegato i motivi per i quali le idi di marzo nostrane furono orchestrate, a vantaggio di cosa o di chi. Forse c’erano progetti poi naufragati e mai palesati, forse disegni di potere che si sono infranti nelle urne elettorali, forse qualche vendetta politica consumata a danno della città. Fatto sta che questi personaggi consegnarono Montegranaro al Commissario, cosa che difficilmente si rivela positiva, senza mai spiegarne il perché.
Sarebbe sufficiente per scomparire dalle scene. Invece no, a volte ritornano. Oltre al silente Pagliaricci, probabilmente utile a qualcosa anche se questo qualcosa ci sfugge, ritorna Ranalli, a quanto pare autoproclamatosi Coordinatore di Forza Italia a Montegranaro, una Forza Italia che sembra avere un unico iscritto, quindi piuttosto facile da coordinare. Solo che l’unico iscritto è Gastone Gismondi, mentre né il coordinatore né il suo loquacissimo vice pare siano iscritti al partito. Quindi il coordinatore non coordina neanche se stesso. Curioso.
Curioso anche che il coordinato Gismondi di farsi coordinare da Ranalli e Pagliaricci sembra non abbia proprio voglia, e vorrei vedere, dopo essere stato pugnalato alle spalle dagli stessi. Quindi questi due che ruolo avrebbero? Certo, nella guerra regionale tra le due anime di Forza Italia, Ceroni da una parte e Marcozzi dall’altra, queste due piccole pedine possono svolgere un ruolo minimo ma efficace, ossia quello di creare un po’ di confusione. Ma a vantaggio di chi? Alla fine chi ci rimette è sempre il partito. La Marcozzi, che gioco gioca?

Luca Craia

Le date si accavallano e si sprecano occasioni.




Si possono sistematicamente accavallare eventi, anche importanti, in un paese in cui gli eventi si contano col contagocce? Si possono sprecare occasioni di arricchimento e di svago in un paese in cui, nell’ottanta per cento del tempo, non ci sono occasioni nemmeno per mettere il naso fuori casa? Evidentemente sì, se il Comune di Montegranaro si permette di organizzare una serata al teatro La Perla, serata a pagamento e quindi pagata dai cittadini, e contemporaneamente patrocinare un altro evento importante come quello promosso da Sutor, Aido, Admo e Avis per promuovere la cultura della donazione. Un peccato, un’occasione persa. Ma scientemente.
Sono cose che accadono spesso, spessissimo, a Montegranaro, e accadono perché nessuno si prende la briga di scrivere un calendario delle manifestazioni, cosa non difficilissima da fare e forse l’unica cosa realmente da fare a livello di coordinamento dell’attività culturale, obiettivo sempre vivo nella testa dei nostri amministratori che sembra essere più diretto a una forma di controllo più che di collaborazione costruttiva.
Eppure basterebbe poco: una telefonata per informare l’ufficio cultura di un evento, un calendario e una penna con cui scrivere iniziative delle associazioni e, soprattutto, quelle del Comune. In effetti pare assurdo che il Comune stesso non sappia quali eventi sta organizzando e accavalli una manifestazione promossa direttamente e un’altra patrocinata. È la mano destra che non sa cosa fa la sinistra.
Non tocca alle associazioni fare questo lavoro, tocca al Comune. Non doveva, la Sutor, essere a conoscenza dei piani del Comune, ma il Comune doveva far presente il problema. Che poi sia insormontabile per gli impegni delle attrazioni delle serate pare una scusa dell’ultimo minuto, un accorgersi del patatrac e metterci una pezza come spessissimo si usa fare, una favoletta a uso e consumo di chi ci vuole credere. 
Resta l’amarezza per l’occasione persa, per la sovrapposizione che spreca un paio di buone occasioni, e per i soldi pubblici buttati a casaccio, visto che le prenotazioni per il concerto di Syria pare siano pochine e ci si è addirittura dovuti inventare la lotteria di Facebook, regalando biglietti in cambio di like, cosa che neanche le pagine commerciali di terza categoria fanno. Speriamo facciano il pieno lo stesso, ma il problema rimane. Così i Montegranaresi sono costretti a scegliere, non avendo il dono dell’ubiquità, o a restare a casa, come sono soliti fare.

Luca Craia

mercoledì 17 gennaio 2018

Il nuovo antisemitismo è di sinistra.



Si dichiarano antifascisti, gli studenti di Torino che hanno organizzato un incontro dal titolo “Israele e lo sfruttamento dell’Olocausto”. Sono antifascisti ma anche antisionisti, come scrivono nello stesso manifesto che pubblicizza l’evento. E se la cosa potrebbe sembrare contraddittoria, basta farsi un giro sul web per ritrovare le radici di questo pensiero, radici farneticanti che arrivano a supporre delle responsabilità a livello di sionismo per quanto riguarda l’olocausto, considerando, in soldoni, che l’olocausto sia stata la più grande occasione per i sionisti di raccattare aiuti politici ed economici.
Siamo nell’epoca dei complottisti compulsivi, quelli delle scie chimiche, degli illuminati, dei disegni demoniaci e del complotto sinarchico universale. Nulla di sorprendente, quindi, in questa nuova idiozia collettiva. Il problema è che si sta diffondendo a macchia d’olio e trovo spessissimo posizioni simili anche in persone intellettualmente pochi inclini a de-ragionamenti di questo genere. La cosa è preoccupante, perché è dall’antisionismo, che si discosta poco, in termini pratici, dall’antisemitismo, che nascono le pagine di storia più brutte scritte dall’uomo.
La diffusione di questo concetto non è marginale: le università italiane sono densamente frequentate da studenti di fede e cultura islamica, terreno estremamente fertile per teorie anti-israeliane che ci metterebbero un attimo a diventare antisemitiche, specie in una subcultura trasversale tra fascisti e comunisti (ebbene sì, ancora ci sono entrambi) che non disdegna l’odio verso il popolo ebraico in nome della difesa dei diritti del Popolo Palestinese.
Non intendo addentrarmi, ora, nella questione palestinese, troppo complessa per essere trattata in questa sede e troppo articolata per essere strumentalizzata politicamente al di fuori dei luoghi più direttamente coinvolti. Ricordo però che siamo a ridosso della Giornata della Memoria, giornata sempre più scomoda, tra paragoni con altri crimini efferati e gare a chi sia stato più cattivo. Inviterei a una riflessione, lasciando da parte le ideologie, concentrandosi sulle vittimi dell’olocausto, Una riflessione sublimamente umana, senza strumentalizzazioni ideologiche. Sarà possibile?

Luca Craia