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La scopertura |
Sono molto orgoglioso di questo restauro. Lo sono
perché è il quarto che seguo insieme ad Arkeo: quattro opere di recupero del
nostro patrimonio culturale, a partire dall’impianto di illuminazione della
Chiesa di Sant’Ugo, il nostro primo intervento importante, che finanziammo
insieme ai Lions e che mi impegnò personalmente con un gran lavoro di
coordinamento tra progettazione e realizzazione, anche se le targhe dicono
altre cose poco veritiere.
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Giuseppe Raparo |
Abbiamo restaurato il Crocifisso di Sant’Ugo,
interamente finanziato con fondi nostri, e il Sacello Lauretano, la Casetta
della Madonna di Loreto, anch’essa finanziata con fondi di Arkeo.
Apro una piccola parentesi: dove prende i fondi Arkeo?
Li prendiamo dal tesseramento che, da quando ci siamo staccati dall’Archeoclub
Italia, rimane interamente nelle nostre casse e ci permette di muoverci più
incisivamente, dalle offerte di chi viene a visitare i nostri luoghi, come
Sant’Ugo, (ed è anche per questo che tenere aperta Sant’Ugo per noi è così
importante, perché ci fornisce il denaro che spendiamo interamente per queste
iniziative) e da libere donazioni dei soci.
Motivi di orgoglio per questo progetto ce ne sono:
ovviamente perché quando si fa qualcosa, credo, di buono per la propria terra
bisogna esserne orgogliosi, specie quando farlo diventa tanto difficile da
avere voglia di mollare ogni due giorni, quando invece di collaborazioni trovi
ostacoli deliberati e volontà di fermarti. Motivo di orgoglio enorme è che
questa volta il restauro non lo abbiamo finanziato noi ma è stato realizzato
grazie alla generosità di un nostro concittadino, un imprenditore che ama il
suo paese e la sua storia, Giuseppe Raparo, che ha coperto interamente i costi
dell’intervento. Sì, è motivo di orgoglio perché abbiamo la segreta speranza
che Peppe sia il primo di una lunga serie di imprenditori illuminati che si
prodighino per il recupero delle nostre radici culturali.
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Marco Salusti, il restauratore |
Montegranaro ha molti tesori da recuperare,
nonostante ne abbia persi nel tempo la maggior parte, come stanno attestando le
ricerche storiche che la nostra socia “topo da biblioteca” Luana Damen sta
portando avanti. Questo patrimonio necessita di interventi, a volte urgenti e,
se i Montegranaresi saranno generosi con la nostra cultura come lo sono sempre
stati, per esempio, con lo sport, o anche meno se vogliamo, potremo recuperare
cose preziosissime e dimenticate come questo Crocifisso.
Ultimo motivo di orgoglio è il Crocifisso stesso. Non
avevamo idea che fosse così bello e prezioso finchè non ci abbiamo messo le
mani e solo andando avanti col restauro ci siamo accorti, passo passo, che
stavamo portando alla luce qualcosa di incredibile. Questa
scultura è un unicum, una cosa che abbiamo solo noi e di cui dobbiamo essere gelosi
custodi.
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Giacomo Beverati |
Il progetto di restauro del Crocifisso delle Anime
Sante in realtà parte da lontano, dal 2012, quando cominciò a prendere corpo
l’idea di realizzarlo in collaborazione con il Comune di Montegranaro. Ci
furono diversi sopralluoghi, uno dei quali alla presenza dello stesso Sindaco
di allora, Gastone Gismondi, ed eravamo a buon punto per realizzarlo quando la
giunta, ricorderete, venne sfiduciata e tutto si arenò.
Nel frattempo abbiamo portato avanti altri progetti,
non solo restauri ma iniziative per la promozione turistica e culturale del
nostro territorio, e un anno e mezzo fa, frugando nel mio archivio, mi è
tornato sotto questo progetto. Ho proposto ai miei soci di riprenderlo in mano
e di finanziarlo, ma non avevamo fondi sufficienti. Così ci siamo messi a
cercare un finanziatore e lo abbiamo trovato in Giuseppe Raparo, legato a
questo Crocifisso anche da motivi affettivi come ci ha raccontato ieri.
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Don Sandro Salvucci durante la benedizione |
Il bene è di proprietà comunale e quindi abbiamo
subito sottoposto il progetto e il finanziamento prima all’Assessore alla
cultura, Giacomo Beverati, e poi al Sindaco, che hanno deciso di autorizzarlo.
Così è partito l’iter burocratico, un iter al quale non eravamo abituati perché
è la prima volta che interveniamo su un bene di proprietà pubblica, in passato
i nostri progetti hanno interessato sempre beni ecclesiastici e le procedure
erano decisamente più snelle e veloci.
Durante le fasi di ripulitura, mentre Marco toglieva
le numerosissime contaminazioni dovute al tempo e a interventi maldestri, dal
crocifisso, ogni tanto mi chiamava e mi diceva: tu non hai idea di cosa ho
scoperto. E ieri Marco ci ha mostrato fase per fase il lavoro svolto, con tanto
di corredo fotografico. È stato avvincente procedere in quest’opera di
recupero, una scoperta continua, un continuo meravigliarsi.
Ieri, quindi, il Crocifisso delle Anime Sante è
tornato alla vista dei Montegranaresi. C’è stata la cerimonia religiosa di
riposizione e abbiamo scoperto l’opera ricollocata nella sua sede originale
(anche se quella davvero originale non sappiamo quale sia, visto che il
crocifisso è almeno del XVI e il cimitero è del XIX, quindi prima da qualche
parte stava. Ci sta lavorando Luana Damen e contiamo di scoprirlo. Quando lo
faremo lo faremo sapere, ovviamente).
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Il Coro Crypta Canonicorum |
Dicevo, il Crocifisso è tornato al suo posto con una bella e partecipata cerimonia al cimitero, impreziosita dai canti degli amici del coro Crypta Canonicorum diretto dall'impagabile Emiliano Finucci. C’era
molta gente al cimitero per la cerimonia, ma mi auguro che ci vada tanta gente
a vedere nei prossimi giorni, perché è importante che Montegranaro riscopra la
propria storia, i propri tesori, il proprio patrimonio. È importante che
Montegranaro prenda coscienza di quanto è stata bella e importante in passato,
prima delle scarpe, prima della ricchezza, prima dei grandi successi sportivi.
Montegranaro era una città ricca di opere d’arte,
potente sul territorio, una città importante per la propria storia e la propria
cultura. Questa storia e questa cultura devono essere recuperate e promosse. Questo
è quello che facciamo noi di Arkeo, ma da soli possiamo poco, abbiamo bisogno
dei Montegranaresi, del loro sostegno prima di tutto morale. Abbiamo bisogno di
sentire che la città ci sostiene, comprese le istituzioni, soprattutto le
istituzioni. Per questo ci auguriamo un futuro migliore, meno difficoltà, un
percorso più facile, in futuro, per riprenderci la nostra cultura tutti
insieme.
Luca Craia