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mercoledì 6 maggio 2015

Massimo zitto zitto, fino all’ultimo



Massimo l’ho conosciuto in corriera per andare a scuola. Era uno che se ne stava per conto suo, un po’ per carattere, un po’ per quella gamba strascinata che gli impediva di correre e star dietro ai coetanei. Stava per conto suo ma era aperto, disponibile, un buon carattere. Solo che le cose sue se le faceva da sé, zitto zitto. Mi ricordo un giorno che la corriera prese fuoco. Erano tempi in cui le corriere erano stipate, i sedili si staccavano dal pavimento quando l’autista frenava brusco, non avevano aria condizionata, quasi sempre avevano gli sportelli che si aprivano con la maniglia. E a volte prendevano fuoco.
La nostra prese fuoco una mattina d’inverno che c’era la nebbia e un freddo bastardo. Ricordo che ero seduto sul sedile posteriore, solo che il sedile non c’era e si siedeva direttamente sopra un pannello a diretto contatto col motore. Quando sentimmo il sedere scaldarsi e vedemmo uscire il fumo dai fori delle viti urlammo “al fuoco” e l’autista si fermò.  Eravamo a Trodica. L’autista andò al bar lì vicino (i cellulari erano lontani da venire) e chiamò il garage per farsi mandare un mezzo di riserva. Passò del tempo e molti decisero di tornare a casa in autostop. Io e Massimo decidemmo di andare a scuola in autostop. Ci spostammo dalla corriera e ci mettemmo sul bordo della strada. Lui camminava zitto zitto.
Zitto zitto ha lavorato per il Comune per anni. Lavorava bene, lo dicevano tutti. Lavorava con impegno, forse era l’operaio del Comune che si impegnava di più. E lo faceva zitto zitto. Sorridendo, con la massima disponibilità, se avevi bisogno di aiuto si spezzava per dartelo, nonostante quella gamba strascinata.
Zitto zitto se ne è anche andato. Tanto zitto che non me ne ero accorto. Me ne sono accorto l’altro giorno al cimitero, che sono andato a trovare i miei, e ho visto la sua tomba fresca fresca, con i fiori e tutto il resto. Mi dispiace molto, sia perché quando se ne va un coetaneo fa male, specie se quel coetaneo lo conosci bene, sia perché era davvero una brava persona (si dice sempre, ma in questo caso lo si diceva anche in vita) e Montegranaro perde una persona importante. Perché uno che fa un lavoro come quello di Massimo ma lo fa con la passione che ci metteva lui, con la sua serietà, con la sua abnegazione, anche se lo fa zitto zitto è una persona importante.

Luca Craia