martedì 24 luglio 2018

Inchiesta SAE: Pazzaglini difende i funzionari. Il dato politico resta.




Inchiesta SAE: Pazzaglini difende i funzionari. Il dato politico resta.

“Avendo lavorato con tre di quei quattro funzionari fino a che non emergeranno responsabilità precise non riesco proprio a credere siano colpevoli”. Lo dice Giuliano Pazzaglini, Sindaco di Visso e neo eletto Senatore della Repubblica a proposito dell’inchiesta della Magistratura in corso a proposito di presunte irregolarità sulla gestione dei subappalti delle SAE, le famigerate casette che sono state fin da subito la pietra dello scandalo nella gestione del terremoto del 2016, in sé scandalosa in ogni parte.
Pazzaglini è conscio che la gestione non abbia funzionato. “Sono stato il primo a dire che le cose non funzionavano, ancor prima dell’inizio di progettazioni e lavori sostenevo che la procedura individuata non avrebbe permesso lavori rapidi né tantomeno fatti bene. I fatti mi hanno dato ragione”. Ma qui non si parla più soltanto di malfunzionamenti ma addirittura di infiltrazioni mafiose. “Avranno fatto degli errori, anche io li ho accusati di questo; avranno omesso dei controlli, ma vorrei vedere come sarebbe stato possibile il contrario visto l’enorme carico di lavoro attribuito! Non per questo però credo al loro dolo” ribadisce Pazzaglini.
Si accoda alla sua posizione anche Emanuele Tondi, Sindaco di Camporotondo di Fiastrone oltre che geologo e sismologo: “solidarietà a chi ha operato durante l'emergenza, dove fare presto è fondamentale. Conosco Piccinini personalmente e sulla sua onestà ci metto la mano sul fuoco, senza paura di bruciarla. Sbagliare è un'altra cosa e nel marasma burocratico italiano è praticamente impossibile non farlo. Vedremo”.
L’intervento di Sandro Zaffiri, Presidente del Gruppo Lega in seno al Consiglio Comunale, interviene con poche parole ma molto incisive, spostando le responsabilità sul piano politico: “il presidente Ceriscioli è vice commissario politicamente è responsabile di tutto deve trarre le conclusioni prendere il treno per Pesaro senza ritorno ad Ancona”.
È quindi logico attendere la chiusura delle indagini per poter trarre le dovute conclusioni, ma è evidente che qualcosa, forse ben più di qualcosa, non abbia funzionato. Se le responsabilità penali sono ancora tutte da dimostrare, e in uno Stato di diritto come il nostro le persone sono innocenti fino a prova contraria, per quelle politiche possiamo già affermare che esistono, sono pesantissime e facilmente attribuibili.

Luca Craia