Sono passati sei mesi da quando si è iniziato a dialogare tra le
associazioni che si occupano del centro storico di Montegranaro e l’assessorato
competente, mesi in cui ci sono stati incontri, impegni e promesse. È anche
stato assegnato un incarico per redigere un progetto di recupero del castello,
progetto che mi ha fin da subito suscitato forti perplessità sia per il
soggetto assegnatario, specializzato in progetti di inclusione sociale che poco
si sposano con le problematiche legate al quartiere antico montegranarese, sia
per la mancata informazione e partecipazione delle stesse associazioni
culturali che hanno appreso dell’assegnazione solo a mezzo stampa.
Nei mesi precedenti l’assessore Beverati, uscendo anche sui giornali,
ha preso l’impegno di portare a compimento in tempi brevi alcuni piccoli
interventi, certamente non risolutivi ma significativi circa la volontà di
mettere seriamente mano al problema: si era parlato di pubblica illuminazione
da sistemare e integrare, visto che esistono zone del centro storico quasi
completamente buie, di rifacimento della segnaletica orizzontale con
particolare riferimento agli spazi di sosta auto, di una ZTL per le ore
notturne che avrebbe facilitato il controllo del flusso di persone non
residenti e di un programma di controllo di vicinato.
Allo stato attuale, e sono passati mesi, nessun intervento è stato
messo in campo e non sono a conoscenza di iniziative che facciano pensare a una
qualche azione al riguardo. Nel contempo, nonostante un’esplicita richiesta per
un incontro chiarificatore sul tema del progetto, che si era rimandato a dopo
la fine di Veregra Street che, tra l’altro, ormai è finita da quasi un mese,
non ricevo notizie dall’assessore Beverati.
L’impressione nettissima, quindi, è che si sia perso tempo e se ne
stia perdendo ulteriormente. Dopo incontri, sopralluoghi, promesse e impegni,
trascorrono i mesi ma non si vedono fatti concreti e sono quelli che mi
interessano. Il centro storico non ha tempo da perdere, la situazione è sempre
più drammatica sia da un punto di vista urbanistico che sociale. Procrastinare
ulteriormente anche interventi di piccola entità come quelli concordati non fa
che innescare sfiducia ed esasperazione in chi, e sono tanti, aveva sperato in
un’inversione di tendenza.
Luca Craia
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