Dunque pare non siano stati i cattivissimi razzisti italiani, quelli
senza cuore, quelli che non vogliono gli stranieri e che li costringono a
delinquere, come dice l’illuminato don Vinicio Albanesi. A dare fuoco al camper
e ad assassinare tre innocenti sono stati altri stranieri per questioni interne
al gruppo di etnia Rom di cui le vittime facevano parte. Non toglie un
millimetro di orrore alla vicenda, questa notizia, alla quale penso da ore
rovinandomi il tempo, ma almeno mi solleva dai sensi di colpa immotivati che
qualche benpensante dalla sentenza facile, specie quando si tratta di
mortificare i suoi stessi connazionali, vorrebbe inculcarmi.
Non c’entra niente il razzismo, che è un fenomeno presente in Italia
ma da quale, diciamolo una volta per tutte, è immune la gran parte degli
Italiani, lasciandolo a un manipolo di povere menti, pericolose senz’altro ma
che non possono identificare un intero popolo. In questo caso gli Italiani pare
non c’entrino niente, e questa è una tragedia nella tragedia per i soliti
radical che non aspettano altro per riempire i giornali di sermoni laici e
crearsi un po’ di visibilità gratuita. Anzi, è una contraddizione ai loro
stessi enunciati e mi pare possa creare loro un imbarazzo a cui non sono
abituati.
Le colpe, quindi, di chi sono? Certamente dell’autore di questo
crimine efferato, che si spera venga identificato e punito a dovere e per il
quale spero di vedere sorgere i soliti comitati di protesta e vedere scorrere
per le strade le consuete fiaccolate. Ma io vedo altre colpe, e qui le
attribuisco agli Italiani. Sono le colpe relative al lassismo col quale si
lascia che un padre di famiglia, in quanto di etnia non italiana, possa far
vivere i propri figli in una roulotte dove dormono diciotto persone, in
condizioni igieniche inaccettabili. Figli che spesso non adempiono agli obblighi
scolastici e vengono utilizzati per mansioni al limite della legalità. Le leggi
non lo consentono, quelle leggi italiane alle quali è soggetto il Popolo
Italiano. Ma, in questi casi, le leggi non contano.
Se un genitore italiano ha la disgrazia di non potersi permettere,
anche per un breve lasso di tempo, una casa per la sua famiglia, rischia che
gli venga tolta la patria potestà. In molti, troppi casi, vediamo nelle
comunità Rom bambini tenuti come animali, bambini che non vanno a scuola,
bambini che vivono in condizioni inaccettabili, che a volte vengono utilizzati
per delinquere, bambini che non vengono lasciati vivere da bambini; ciononostante,
le regole non vengono applicate.
Se fossero state applicate le regole, oggi, almeno due bambine
sarebbero ancora vive. E qui la responsabilità è degli Italiani.
Luca Craia
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