sabato 9 ottobre 2021

È ora di smettere con le cattiverie. Montegranaro ha bisogno di tornare una comunità unita.


 

Io però due parole me le sarei aspettate. Un saluto agli elettori, un ringraziamento a quei 2792 cittadini, che non sono mica pochi, che hanno comunque votato per lei, non dico un’analisi del voto, ma almeno un piccolo discorso di commiato dopo essere stata Sindaco per quasi 7 anni e avere riprovato a proporsi di nuovo. Invece niente, sui social, che pure sono stati il canale principale di questa stranissima e bruttissima campagna elettorale, manco una virgola; la pagina Facebook creata appositamente per dialogare con l’elettorato è ferma al 1° ottobre, come se dopo fosse avvenuto un cataclisma.

Nel frattempo, però, i toni accesi e spesso cattivi da parte delle tifoserie, senza escludere persone molto vicine all’ex Sindaco che non risparmiano ai Montegranaresi offese indicibili, non si sono spenti, continuano, sempre sui social ma anche fuori, con un astio e una rabbia da fiera ferita che un po’ fanno paura. Fanno paura perché a un certo punto bisognerebbe smettere di arrecare danno a questo povero paese, di alimentare odio, di spaccare e dividere. È ora di ricompattarci, e per farlo serve che la pacificazione parta proprio dagli sconfitti o, quantomeno, anche da loro.

Per questo mi sarei aspettato un messaggio tranquillizzante dall’ex Sindaco. Così come mi aspetterei una normalizzazione del confronto politico, in attesa che si cominci a lavorare, maggioranza da una parte e opposizione dall’altra, ognuno nel suo ruolo istituzionale, per il bene del paese. E, soprattutto, si lavori per ricucire gli strappi e chiudere le crepe che attraversano la comunità. È uno sforzo necessario che dovremmo fare tutti.

 

Luca Craia

San Serafino, campione di umiltà e generosità. Un bel faro per i Montegranaresi in questi tempi che cambiano.

 

San Serafino è probabilmente nato santo, perché la sua indole lo portava alla santità. Nato in una casetta di fianco all’imponente complesso del monastero di Sant’Agostino, sentita la vocazione, San Serafino ha preferito la povertà e l’umiltà dei Cappuccini. Ed è stato talmente umile e generoso da non riuscire a integrarsi appieno nemmeno nell’ordine francescano più povero. Nel suo peregrinare per le terre della Marca, San Serafino si è fatto amare moltissimo dalla gente comune proprio per questa sua bontà infinita, questo suo darsi senza nulla chiedere, questo suo continuo essere a disposizione degli altri nella più completa umiltà.

La Montegranaro moderna è stata una cittadina ricca, opulenta. Gli abitanti dei paesi circostanti hanno sempre visto i Montegranaresi come “quelli coi soldi”. Da noi hanno circolato le macchine migliori, abbiamo vissuto in case lussuose, non ci siamo mai fatti mancare nulla, tanto meno il superfluo. Non ci è stato regalato nulla, ben inteso, tutto guadagnato col sudore della fronte, con il saper fare, con l’inventiva, la laboriosità e il sacrificio. Ma l’umiltà non ci è mai appartenuta, in tempi moderni, né ci appartiene ora che i tempi stanno cambiando.

E i tempi sono cambiati molto da quando c’era San Serafino a testimoniare la bontà dei Montegranaresi. La sua casa natale non c’è più, al suo posto c’è una casa più recente, abbandonata e dimenticata dai devoti fedeli di San Serafino che ci hanno messo due o tre lapidi sopra in ricordo del Santo ma la lasciano marcire. Al posto del monastero agostiniano ora ci sono le case popolari popolate da musulmani. Le campagne che San Serafino percorreva custodendo le pecore ora sono piene di fabbriche, un tempo strabordanti di lavoro e speranze, ora vuote e riecheggianti un passato non troppo lontano ma difficile da riportare al futuro.

Ci sono meno macchinoni, ci concediamo meno lussi, abbiamo problemi che vent’anni fa nemmeno pensavamo esistessero. Montegranaro è cambiata molto, i Montegranaresi non sono più “quelli coi soldi”. E abbiamo una comunità cittadina disgregata, sfilacciata, divisa. Ci manca l’umiltà, ci manca lo spirito di metterci a disposizione degli altri.

Credo che oggi festeggiare San Serafino sia anche una splendida occasione per prenderlo come punto di riferimento per noi stessi e per la nostra comunità cittadina. Anche il laico, anche il non credente, anche l’anticlericale allergico al fumo dei ceri può guardare l’uomo Serafino come punto di riferimento. Non siamo santi, almeno pochissimi di noi probabilmente lo sono. Ma l’esempio del Santo Patrono potrebbe indicarci un futuro per la nostra collettività, un futuro che parte proprio da quell’umiltà che ci manca, a me per primo, a quella generosità del darsi più che del dare. Lontani i fasti dell’opulenza del passato, guardiamo San Serafino come punto di riferimento per un futuro diverso, che ci faccia ritrovare comunità coesa e unita.

 

Luca Craia

venerdì 8 ottobre 2021

Verso la sfida con la Virtus Civitanova. La presentazione affidata all’ex Dario Masciarelli.

 

Metabolizzata ormai la sconfitta nella prima di campionato contro la The Supporters Aurora Jesi, la Sutor in questi giorni di lavoro si è concentrata verso il secondo derby stagionale che giocherà domenica 10 ottobre, alle ore 18.00 a Civitanova contro la Virtus. La squadra di coach Massimiliano Baldiraghi sta lavorando sodo in vista di questo appuntamento che già alla seconda giornata di andata rappresenta tanto per entrambi le formazioni.

Con l’ex Dario Masciarelli abbiamo provato a fare il punto della situazione.

Quella con Jesi è stata una brutta sconfitta, come avete preparato in questa settimana il match contro Civitanova?

“Quella con l’Aurora è stata una sconfitta molto pesante da digerire, l’abbiamo però messa subito da parte e al ritorno in palestra per il lavoro quotidiano, ci siamo concentrati per la sfida con Civitanova. Quella contro la compagine di Schiavi sarà una partita fondamentale per noi, uno scontro che vale doppio senza dimenticarci che si tratta di un derby e che noi vogliamo portare a casa i due punti. Stiamo preparandoci molto bene, gli allenamenti sono molto intensi e sono sicuro che arriveremo pronti al match di domenica”.

Che partita potrà essere senza dimenticare che in precampionato avete affrontato Civitanova due settimane fa?

“Sarà una partita molto dura. Giocare al PalaRisorgimento non è mai facile, figuriamoci in un derby che non è mai una partita banale e scontata. I punti in palio pesano parecchio, anche loro giocheranno con il coltello tra i denti e noi dovremo essere bravi a farci trovare pronti”.

Cosa dovrete fare in campo che non siete riusciti a proporre contro Jesi?

“Alzare le percentuali al tiro perché nella prima di campionato sotto questo aspetto siamo andati un po' maluccio. La cosa fondamentale sarà quella di alzare il livello dell’aggressività che contro Jesi si è vista solo a sprazzi. Dobbiamo provarlo a fare per tutti i 40’ della gara”.

Due anni fa hai vestito la maglia della Virtus Civitanova e sarai l’unico ex in campo. Che esperienza è stata?

“Molto positiva, mi sono trovato bene con il gruppo che si era venuto a creare. Purtroppo quella stagione fu interrotta dal Covid-19 e se saremo arrivati fino in fondo, avremo potuto fare molto bene”.

Vuole dire qualcosa ai tifosi della Sutor?

“Tranquilli che stiamo arrivando. Purtroppo a volte si cade anche in malo modo però, serve tutto per migliorare anche la nostra esperienza. Domenica saremo pronti con il coltello tra i denti”.

Arbitri – Questa la coppia designata per domenica: Adriano Fiore di Casal Velino (Salerno) ed Eugenio Roberti di Napoli.

Precedenti – Lo scorso anno nella prima fase, l’allora Virtus Civitanova guidata in panchina da Emanuele Mazzalupi (attuale vice allenatore della Sutor) vinse entrambi i match con la Sutor Montegranaro. Sul campo veregrense, in volata per 60-58 e in casa per 67-60.

TV – L’incontro Virtus Civitanova – Sutor Basket Montegranaro sarà trasmesso in diretta sulla piattaforma streaming di LNP Pass in abbonamento. Il collegamento inizierà alle ore 17.45.


 

Ufficio Stampa

Sutor Basket Montegranaro