lunedì 15 luglio 2019

RIMBORSI AI MALATI ONCOLOGICI – ELENA LEONARDI (FRATELLI D'ITALIA): SITUAZIONE IMBARAZZANTE – SI VOTI SUBITO LA PROPOSTA DI LEGGE CHE GIACE IN COMMISSIONE SANITA'


LA VICEPRESIDENTE COMMISSIONE SANITA': HO PIU' VOLTE EVIDENZIATO COME UNA SEMPLICE DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE NON POTESSE ESSERE EFFICACE – SOLIDARIETA' AI MALATI ONCOLOGICI E ALLE LORO FAMIGLIE.

Comunicato integrale

"Il grido di allarme delle tante associazioni e dei singoli malati oncologici nonché delle loro famiglie è sintomatico della farraginosità e della assenza di sensibilità su questo grave problema da parte della Giunta Regionale". Lo afferma la capogruppo di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, la quale è firmataria assieme ad altri cinque consiglieri regionali componenti della Commissione Sanità, di una proposta di legge proprio sui rimborsi a favore dei soggetti in trattamento radioterapico e chemioterapico. Già da tempo ripeto - continua la Leonardi – che la delibera di Giunta Regionale che ridefinisce i parametri per il rimborso delle spese sostenute dai malati e dalle loro famiglie, non poteva funzionare. Soprattutto laddove si cerca di entrare nel merito delle cure che si vanno a sostenere fuori regione, per una discrezionalità molto alta che potrebbe anche andare a svantaggio delle aspettative di cura e guarigione dei malati stessi. Questi ultimi, prosegue la Vicepresidente della Commissione Sanità, si trovano in evidenti situazioni di fragilità anche psicologica e vanno sostenuti in pieno senza trovare ulteriori intoppi e ostacoli nel loro percorso verso chi potrebbe curarli come desiderano e nei posti più indicati a seconda delle malattie in questione. Non si tratta, specifica la Leonardi, di voler contrastare la mobilità attiva, ma la commissione che valuta chi può o non può curarsi fuori regione lascia molti dubbi alla sottoscritta ed è questo un settore che si poteva evitare di toccare, quando i veri sprechi sono da tutt'altra parte. E poi questa Commissione quando arriva, se nelle varie aree vaste i malati oncologici si sentono ripetere che occorre avere pazienza e tenere "congelate" le pratiche medesime?
Invito fortemente Ceriscioli e la Giunta medesima a tornare sui propri passi, ad accelerare l'iter di approvazione della nostra legge che prevede disposizioni finanziarie precise e la dichiarazione d'urgenza della medesima, nonché – conclude Elena Leonardi -a ripristinare la quota di 1.500 euro destinata al rimborso anziché i 1000 euro oggetto della delibera di Ceriscioli e della sua maggioranza regionale.


Iadonato è a casa. Un ragionamento.




Ora che Mario Iadonato è finalmente tornato a casa, dopo due settimane di ospedale, dopo aver subito due interventi chirurgici, dopo aver sofferto tantissimo (e ancora sta provando dolore), possiamo ragionare forse con più serenità, per quanto possibile su quanto accaduto. Mario tornerà presto sulla strada, a garantire la nostra sicurezza come ha sempre fatto, fino a prendersi una coltellata e rischiare di essere ucciso da una persona che evidentemente voleva uccidere. Ma cosa troverà, Iadonato, quando rimetterà la divisa e ricomincerà il suo lavoro di uomo di legge?
Non troverà l’uomo che lo voleva uccidere, perché quell’uomo, vivadio, è in prigione e speriamo che ci resti a lungo. Ma troverà una situazione in cui un tutore dell’ordine che arresta un delinquente può essere minacciato e può subire la vendetta di delinquenti che, dopo pochi giorni dall’arresto, vengono rimessi tranquillamente in libertà. Troverà la difficoltà di garantire sicurezza con mezzi limitati e con la paura di finire sotto accusa perché la legge, a volte, sembra tutelare più i delinquenti che chi li arresta, come ben ricordiamo dai fatti di un paio di anni fa a Monte San Giusto. Troverà una società che troppo spesso giustifica e copre comportamenti criminali ed è pronta a giudicare un tutore dell’ordine se, nell’adempimento del proprio dovere, ha la sventura di dover usare la violenza per difendere e difendersi.
Però questo fatto potrebbe aver cambiato qualcosa, e io spero che lo abbia fatto. Potrebbe aver cambiato l’atteggiamento di tanti stranieri, portandoli a essere i primi a emarginare, espellere e denunciare chi di loro delinque, perché sono proprio gli stranieri onesti i primi a subire le conseguenze negative del comportamento di quella minoranza di stranieri che delinque. Potrebbe aver migliorato la collaborazione tra istituzioni a livello cittadino, eliminando le strumentalizzazioni politiche, le posizioni ideologiche e le minimizzazioni di convenienza. Potrebbe aver ridato voglia ai Montegranaresi di riappropriarsi dei propri spazi, trascurati, abbandonati all’incuria e al degrado e, di conseguenza, diventati luoghi dove la criminalità prospera.
Rendere un paese sicuro è compito delle istituzioni, delle forze dell’ordine ma anche dei cittadini. Un paese vivo, vivace, dove i cittadini fanno pulsare ogni strada, ogni spazio, ogni luogo, è un paese più sicuro, perché il male ha meno spazio. I primi a pulire la città devono essere i cittadini stessi, espellendo dal consesso sociale chi non vi appartiene, chi lo danneggia, chi diventa un cancro per la comunità.
Vorrei citare le parole di Giuseppe Iadonato, il figlio del carabiniere ferito. Giuseppe, sul suo profilo Facebook, ha pubblicato un bellissimo post in cui perdona il criminale che ha fatto male a suo padre e alla sua famiglia, ma fa dei distinguo importanti. La frase che vorrei citare credo che possiamo dirla tutti insieme, a Montegranaro, perché questo fatto non ha ferito solo Mario e la sua famiglia, ma ha ferito l’intera comunità.
“Ti voglio ringraziare” dice Giuseppe rivolto al delinquente, “grazie perché, da oggi, avrò occhi nuovi per osservare meglio gli altri: Italiani o stranieri che siano... Avrò occhi nuovi per guardarmi alle spalle, guardare alle spalle dei miei cari e delle persone a cui voglio bene, affinché nessuno possa farci del male, come hai saputo fare tu”. Ecco, guardiamoci le spalle l’un l’altro, Italiani e stranieri, tutti i facenti parte di questa comunità. Creiamo insieme la nostra sicurezza.


Luca Craia