giovedì 23 maggio 2019

Il Consigliere Regionale Sandro Zaffiri interviene sulla vicenda del ritrovamento di pesci morti nel lago di Caccamo.



Comunicato integrale

Da qualche mese alcuni cittadini di Serrapetrona lamentano cattivi odori provenienti dal Lago di Caccamo in alcune ore del giorno e giunge anche notizia che, a seguito del ritrovamento di pesci morti, sia in corso un'indagine dei Carabinieri e vi siano stati diversi sopralluoghi della Polizia Provinciale di Macerata.
Il Consigliere Regionale Sandro Zaffiri interviene su questa vicenda che sta creando preoccupazioni e disagi ai cittadini del luogo, presentando una interrogazione in Consiglio Regionale, per avere notizie certe su ciò che è stato fatto finora e sulle cause di questa moria di pesci.
Occorre andare a fondo su questo fenomeno, prosegue Zaffiri, affinchè il Lago di Caccamo, apprezzato e frequentato da appassionati di pesca e di canottaggio, ma anche da tante famiglie per passeggiate lungo le sue sponde, continui ad essere quella meta turistica ideale per gli amanti della natura.

Antonelli: Perugini mi attacca, ma è povero di argomenti e ha la memoria corta.


Comunicato integrale 

L'assessore Perugini impegna gran parte del tempo dei suoi interventi ad attaccarmi durante le assemblee pubbliche, certificando non solo la povertà di argomenti, ma anche una scarsa memoria. Durante l’amministrazione Gismondi sono stato io a proporre la riduzione delle indennità per l'intera Giunta e lo stesso Perugini, all’epoca consigliere di minoranza, votò a favore. Alla medesima proposta, quando era assessore, ha votato contro. Questi sono i fatti. E’ un comportamento coerente? O evidenzia un attaccamento alla poltrona ed all’indennità? Lascio giudicare ai cittadini. E si ricorda, Perugini, di quando ho chiesto informazioni su un procedimento urbanistico, per accertare che non vi fosse un eventuale conflitto di interesse?Ho ricevuto solo bugie e quella pratica è finita con una delibera di giunta di cui credo si debba provare vergogna. Se l’assessore ritiene sia interesse dei cittadini, in un momento di crisi come quello attuale, spendere quasi 2 milioni dei nostri euro, nel viale Gramsci e in una tensostruttura, è completamente distante dal mio modo di pensare. Purtroppo tali interventi non hanno effetti nell'economia locale, salvo un aumento di lavoro per i carrozzieri, chiamati ad aggiustare le auto danneggiate nell'impatto con i vasi di via Gramsci. Quei soldi andavano spesi meglio e con benefici per le tasche dei nostri concittadini. Penso all’esenzione dal pagamento Imu per gli artigiani con i capannoni vuoti, o per quei cittadini con terreni edificabili nel Prg, ma dove mai si costruirà. Sono da 40 anni a Montegranaro, il paese delle fabbriche dove ogni piano terra era un laboratorio manifatturiero. Oggi la compagine della Mancini vuole trasformarlo nel paese dei palazzetti, ignorando la crisi, visto che nel loro programma vi è il completamento del palazzetti del villaggio dello sport. Peccato che si dimentichi la manutenzione degli impianti esistenti, visto come è ridotta la Bombonera, oltre agli spogliatoi di quasi tutte le strutture presenti in città.

L’area di crisi complessa? Tutto merito di Ediana e Righetto.


Arriva l’area di crisi complessa nel Fermano-Maceratese. Arriva quando al governo non c’è più il PD, quel PD che ha governato negli ultimi anni fregandosene beatamente di scarpe, crisi, sanzioni alla Russia e marchi contraffatti. Arriva dopo che esponenti locali della Lega, leggi Mauro Lucentini, per dirne uno, hanno spianato la strada per Roma per far partire l’iter. Ma, signori miei, il merito è tutto di Edi Mancini e del suo nuovo amico Righetto Ciccola, almeno a sentir loro.
Eh sì, leggendo quanto scrive la lista “La Strada Giusta” sulla propria pagina Facebook, non ci sono dubbi di come sia arrivata questa boccata d’ossigeno, per quanto estremamente tardiva, per il comparto calzaturiero. Il percorso è partito già nel 2016, secondo Edi e i suoi alunni, quando la sindachessa viene folgorata da un’intuizione incredibile: c’è crisi! Ellapeppa, che intuito. Così, preoccupata, insieme all’amico Ciccola, inizia a “promuovere un’iniziativa congiunta per portare all’attenzione della politica locale e nazionale la difficile situazione del Distretto”. Quale sia questa iniziativa non si sa, forse la venuta di Renzi, fresco di destituzione, in visita proprio alle manovie di Righetto. Sicuramente un passo fondamentale.
Nel 2017, Edi e Righetto istituiscono il Tavolo comunale per la crisi del Distretto calzaturiero, pesantissima istituzione in grado di influenzare le lobby politiche di mezza, ma che dico mezza, tre quarti di Europa e smuovere quello che nessuno prima era mai riuscito a smuovere, tipo guttalax. E gli viene la pensata geniale: perché non facciamo un Consiglio Comunale aperto sulla crisi? Un gorbu - avrà detto qualcuno - ma qui si sfiora e si supera la genialità!
Il Consiglio Comunale aperto va in scena al La Perla, come tutte le commedie. Ci sono i sindacati imbufaliti a comando, ci sono tutti i Consiglieri Comunali e qualche parlamentare PD, tipo Petrini e Verducci, che stanno in Parlamento da un bel po’ ma, se non c’era il Consiglio Comunale aperto di Edi e Righetto, mica se ne erano accorti che c’era la crisi. Un sacco di paroloni, accuse agli imprenditori locali più o meno giudicati incapaci, e si stila un ordine del giorno che viene mandato via piccione viaggiatore di piazza “a tutte le istanze di Governo locali, nazionali ed europee”. Ma la cosa incredibile è che, udite udite, il primo punto dell’ordine del giorno è proprio la richiesta di istituzione dell’area di crisi complessa. Ahnò! Se la sono inventata loro. Capite? Edi e Righetto.
Non contenti, Edi e Righetto vanno pure a Roma, passo determinante per ottenere quello che si è ottenuto. Incontrano i senatori, un paio di uscieri, forse regalano qualche paio di scarpe per promuovere le nostre eccellenze ed eccola qua, nel dicembre del 2018 arriva l’area di crisi.
E che ci vuole? Se la medaglia sta lì, mettiamocela. Qualcuno ci crederà

Luca Craia

mercoledì 22 maggio 2019

A Lecce i fascisti di sinistra sfasciano un gazebo della Lega e feriscono una minorenne.


Una notizia passata più o meno in sordina, almeno a me era sfuggita, benchè il fatto sia accaduto ormai da due giorni. Il copione non è nuovo: c’è un gazebo della Lega, a Lecce, in piazza Sant’Oronzo, che sta facendo propaganda elettorale e politica, dialogando con la gente. Arriva un drappello di ragazzi, inquadrati dalla polizia nell’ambiente dei centri sociali, quegli stessi che, di solito, nel loro personalissimo concetto di democrazia, quando arriva Salvini gli negano, o cercano di negargli, il diritto di parola sacrosanto e costituzionale. Ebbene, questi giovani democratici, preoccupati per il dilagare del fascismo leghista, prima strappano i vessilli, poi sfasciano il gazebo e, infine, cercano di togliere la pettorina a una ragazza diciassettenne e, nel farlo, la feriscono al volto: otto giorni di prognosi.
Dicevo: non è cosa rara, purtroppo. Capita un po’ ovunque che i sedicenti democratici cerchino almeno di impedire le manifestazioni della Lega e di Salvini: lo abbiamo visto anche a Montegranaro con la venuta del Ministro dell’Interno, per la quale i pacifisti del Movimento 5 Maggio, aiutati da esponenti della supersinistra locale, volevano contromanifestare a due passi dal palco. Da noi è stato bravo il questore a vietarlo, onde evitare le solite provocazioni e potenziali momenti di tensione. Altrove, o non sono così bravi i questori o sono più intemperanti i “democratici”, e capita che si verifichino episodi di violenza come questo. A me, però, non risulta il contrario. Non mi pare si registrino casi in cui militanti leghisti vadano a impedire a politici di sinistra di fare comizi o di fare propaganda. A questo punto, però, la domanda è lecita: chi è fascista?

Luca Craia