Da anni, tanti anni, tratto la questione del centro
storico di Montegranaro, prima di tutto perché ci vivo e ne vivo i problemi
sulla mia pelle, ma anche perché ritengo che un paese che lascia morire le sue
radici e la sua storia non avrà una storia futura. Ne parlo da talmente tanto
tempo che credo di essere diventato stucchevole, almeno per qualcuno, ma è una
causa che ho sposato e che faccio fatica a lasciar cadere, anche se sono
convinto che, se non si interviene a breve, sarà troppo tardi.
Nel tempo ho dato suggerimenti e idee su come intervenire,
anche tramite questo blog. Sono molto contento di ritrovare alcune di queste
idee nei vari programmi elettorali. In realtà, nel programma di Gismondi ne
ritrovo tantissime, in quello della Mancini un po’ meno. Quello di Ranalli è
piuttosto vago sull’argomento. Per dire il vero, su richiesta dello stesso
Gastone, ho fornito direttamente una memoria di quelli che sono secondo me i
punti essenziali.
Il programma della Mancini sul centro storico non è
male, ma mi preoccupano due cose: la prima è il progetto che doveva essere
pronto in pochi mesi e che, dopo due anni, ancora non abbiamo visto. È un progetto
di inclusione sociale, e già questo concetto, per quanto estremamente largo e
sostanzialmente vuoto, apre le porte a interpretazioni e interventi di cui,
secondo me, il centro storico può fare a meno, visto che gli interventi più
urgenti non sono tanto sociali quanto urbanistici. Ma mi preoccupa ancora il
fatto che non c’è una concezione precisa del centro storico e si includono nella
progettualità anche interventi che col centro storico nulla hanno a che vedere.
Del resto, nell’ultimo quinquennio, di azioni concrete per il centro storico
non ne abbiamo vista alcuna, anche se si continua a ripetere che le
realizzazioni di viale Gramsci sono parte di un progetto per il centro storico.
Qui sotto elenco i punti che, secondo me, sono
essenziali per far ripartire il castello di Montegranaro. Come dicevo, molti li
ho ritrovati nel programma di Gismondi, alcuni anche in quello della Mancini.
Chiunque vinca domenica prossima, mi auguro che cominci seriamente a mettere
mano alla questione, perché, come ripeto, penso che non ci sia davvero più
tempo.
Il recupero del centro storico passa necessariamente
attraverso politiche che rendano di nuovo appetibile l’investimento privato nel
quartiere. Per questo è necessario muoversi su più livelli, programmando
investimenti ma anche politiche di incentivazione e rimozione dei fattori di
degrado.
EDIFICI
PERICOLANTI
È l’intervento propedeutico a tutti gli altri.
Occorre un piano programmatico per l’acquisizione degli edifici disabitati e
pericolanti e il loro recupero o abbattimento. L’abbattimento è spesso preferibile
perché meno oneroso e crea spazi in un quartiere dove uno dei problemi
principali è la carrabilità. Gli
edifici realmente in stato di abbandono e pericolo sono pochi, circa dodici,
massimo 15. Con un programma pluriennale
di investimenti si può intervenire in un quinquennio sistemandoli tutti.
Ovviamente la difficoltà prevalente è legata alle proprietà: molti di questi
stabili sono privi di un proprietario identificabile. Altri sono gravati da
pesanti ipoteche, più elevate rispetto al valore dello stabile. Occorre quindi
trovare delle modalità da un punto di vista legale. È comunque fondamentale la
ricerca di fondi europei destinati a questo tipo di intervento.
CARRABILITÀ
Uno degli elementi più scoraggianti per chi avesse
intenzione di tornare a risiedere nel centro storico è la carrabilità. Le
strade sono strette, molte sono senza sbocco e, soprattutto, mancano parcheggi.
È fondamentale, quindi, agevolare quanto più possibile la mobilità in auto nel
centro storico attraverso interventi di diverso tipo:
- Abbattimento di edifici pericolanti, creando così
spazi utilizzabile da parcheggio.
- Razionalizzazione degli spazi di sosta.
- Creazione di una zona a traffico limitato (Z.T.L.)
in tutto il centro storico, riservando transito e parcheggio ai soli residenti.
- Modifica del Piano Particolareggiato in modo di
consentire l’apertura di porte idonee a garage e rimesse.
INCREMENTO
DELLA POPOLAZIONE
Sono necessarie politiche che incentivino il ritorno
della popolazione nel centro storico. Per farlo occorrono agevolazioni e
facilitazioni come:
- Abbattimento della TOSAP e agevolazioni sulle
progettazioni anche tramite convenzioni con tecnici e progettisti.
- Agevolazioni nei finanziamenti tramite convenzioni
bancarie e canali di finanziamento europeo.
- Sgravi fiscali sulle tasse e imposte comunali.
RILANCIO
DEL COMMERCIO
È essenziale che si applichino politiche per il
rilancio del commercio e dei servizi, in modo che chi risieda in centro possa
trovare facilmente tutto quello che è necessario alla vita quotidiana. Per
questo va sostenuta la presenza degli esercizi commerciali esistenti e
incentivata l’apertura di nuove attività tramite agevolazioni di tipo fiscale
ma anche tramite locazioni agevolate. Va ricordato che quasi tutti gli stabili della piazza sono di proprietà pubblica,
quindi cedibili in locazione a prezzi calmierati dietro una progettualità specifica e peculiare. Si
possono incentivare nuove attività consone al contesto come taverne, negozi a
tema ma anche piccoli spacci aziendali e botteghe artigiane, in modo di creare
una sorta di centro commerciale naturale.
Vanno anche studiate iniziative per riportare la
gente in centro, che vedremo nel punto successivo.
Montegranaro è ubicata splendidamente in un
territorio potenzialmente molto appetibile da un punto di vista turistico. Per
questo si deve incentivare la ricettività
alternativa, come l’albergo diffuso o il bed and breakfast, così come
l’apertura di punti di ristoro, il tutto inserito in una politica turistica ben
programmata.
RILANCIO
CULTURALE E RICREATIVO
Il centro storico e le zone immediatamente adiacenti
(viale Gramsci, largo Conti, piazza San Serafino, via Cavallotti e via
Elpidiense Nord) devono tornare a essere il cuore culturale e commerciale del
paese. Per questo occorre lavorare in sinergia tra gli assessorati al commercio
e quello alla cultura in modo di programmare una serie di proposte che siano
costanti nell’arco dell’anno e che riportino nei cittadini l’abitudine a
frequentare il centro:
- Riapertura
della sala cinematografica con una programmazione settimanale costante.
- Creare una sinergia con le associazioni culturali
per la promozione di eventi e attività.
- Potenziare
la biblioteca comunale in modo che diventi il fulcro della vita culturale
cittadina.
- Studiare con cura la tipologia di eventi da
proporre nel centro storico, rispettandone le peculiarità in modo che vedano la
collaborazione dei residenti e il loro coinvolgimento e, nel contempo, evitando
di creare disagi inutili.
- Liberare tutti i piani terra della piazza,
delocalizzando gli uffici presenti, in modo che siano utilizzabili per il commercio
e per le attività culturali.
- Creazione di un museo civico cittadino,
concordemente con la Parrocchia e i privati, per la raccolta delle opere d’arte
disperse in collocazione impossibili da usufruire.
- Riapertura, in accordo con Parrocchia e Curia, e
utilizzo costante della chiesa di San Francesco, nonché di quelle dei SS.
Filippo e Giacomo e San Serafino.
PROGRAMMAZIONE
TURISTICA
Come già accennato, Montegranaro deve sfruttare la
sua collocazione geografica che la vede splendidamente posta tra mare e
montagna in un contesto idealmente perfetto per l’accoglienza. Inoltre dispone
di un patrimonio culturale molto interessante, come la Chiesa di Sant’Ugo che,
di per sé, può essere ottimo motivo per visitare il paese, ma anche San
Serafino e il suo ciclo pittorico, San Pietro, il sistema ipogeo di piazza
Mazzini, che potrebbe essere sfruttato senza grandi difficoltà sulla falsariga
di sistemi più grandi ma simili come quelli di Camerano o di Osimo. Serve,
però, una sinergia territoriale forte, perché è l’intero territorio che può
diventare fortemente attrattivo, ma solo se si lavora in simbiosi tra Comuni,
Provincia, Curia e associazioni culturali. Le potenzialità sono enormi e sul
turismo si può imperniare una nuova economia legata alla ricettività. Occorre
quindi un programma cittadino per rendere fruibili le nostre attrattive, ma lo
stesso va interfacciato con il territorio e le sue realtà. Sarebbe opportuno
promuovere la costituzione di un organismo territoriale aperto e dinamico che
coordini le varie attività turistiche e culturali creando un’offerta unica. In
quanto al territorio comunale, va programmata un’offerta turistica articolata,
garantendo la fruizione dei beni e organizzando il museo civico di cui sopra.
POLITICA
SOCIALE NEL CENTRO STORICO
È essenziale interrompere il meccanismo di
ghettizzazione del quartiere, acutizzatosi con la presenza degli alloggi ERAP
quasi interamente destinati a cittadini stranieri. Gli effetti della
ghettizzazione sono deleteri sotto molti aspetti:
- creano i presupposti per la proliferazione di
situazioni di illegalità;
- azzerano l’appetibilità dell’investimento
immobiliare;
- generano situazioni di tensione con grave danno per
la vivibilità del quartiere;
- vanificano ogni politica di integrazione,
danneggiando per primi proprio gli stranieri.
Una soluzione potrebbe essere la redistribuzione
degli assegnatari degli alloggi in modo da evitare la concentrazione di etnie
in un unico luogo. È comunque fondamentale rivedere i criteri di assegnazione
degli alloggi in modo di evitare la predominanza straniera.
Nell’ottica della prevenzione dei fenomeni di
illegalità, è fondamentale aumentare i controlli, sia tramite l’implementazione
del sistema di videosorveglianza, oggi particolarmente carente all’interno
delle mura castellane, sia attraverso azioni di pattugliamento. Anche
l’attuazione di sistemi di controllo di vicinato potrebbe essere funzionale,
proprio sulla scorta di esperienze analoghe di paesi limitrofi.
PULIZIE E
IGIENE
Il piano di pulizia messo a punto dall’attuale amministrazione,
anche se non viene rispettato nel dettaglio, sta producendo dei risultati. Il
centro storico è comunque un luogo particolare dove la pulizia è essenziale più
che altrove proprio per la presenza di stabili disabitati dove il naturale impegno
degli abitanti a tenere in ordine il luogo dove vivono viene meno. Nel discorso
gioca un ruolo determinante la massiccia presenza di piccioni e del conseguente
guano all’interno degli edifici disabitati e per le strade. Risolto il problema
degli edifici di cui al primo punto, rimane quello delle strade. È quindi
necessario mettere a punto un sistema di riduzione della popolazione aviaria.
L’esperienza con la cattura tramite gabbie fatta dall’Amministrazione Gismondi
2009-2013 ha dato buoni risultati.
CONSIDERAZIONI
FINALI
Un progetto per il centro storico, qualunque esso
sia, va studiato con un’ampia visione di insieme. Applicare interventi a spot,
come si è fatto fino a oggi, è un esercizio sterile e uno spreco di denaro
pubblico. I suggerimenti fin qui elencati non possono sortire alcun effetto se
applicati singolarmente, mentre possono essere efficaci se messi in campo in
maniera organica, complessiva e interconnessa. Ritengo totalmente inutile
pensare a un assessorato specifico per il centro storico. Serve invece un progetto
interdisciplinare condiviso tra i lavori pubblici, l’urbanistica, le politiche
sociali e la cultura-turismo, con un impegno finanziario importante ma
sostenibile che, se spalmato tra i vari assessorati per competenza, non assume
particolare gravosità.
Luca Craia