martedì 21 maggio 2019

Il centro storico nei programmi elettorali. Alcune idee.


Da anni, tanti anni, tratto la questione del centro storico di Montegranaro, prima di tutto perché ci vivo e ne vivo i problemi sulla mia pelle, ma anche perché ritengo che un paese che lascia morire le sue radici e la sua storia non avrà una storia futura. Ne parlo da talmente tanto tempo che credo di essere diventato stucchevole, almeno per qualcuno, ma è una causa che ho sposato e che faccio fatica a lasciar cadere, anche se sono convinto che, se non si interviene a breve, sarà troppo tardi.
Nel tempo ho dato suggerimenti e idee su come intervenire, anche tramite questo blog. Sono molto contento di ritrovare alcune di queste idee nei vari programmi elettorali. In realtà, nel programma di Gismondi ne ritrovo tantissime, in quello della Mancini un po’ meno. Quello di Ranalli è piuttosto vago sull’argomento. Per dire il vero, su richiesta dello stesso Gastone, ho fornito direttamente una memoria di quelli che sono secondo me i punti essenziali.
Il programma della Mancini sul centro storico non è male, ma mi preoccupano due cose: la prima è il progetto che doveva essere pronto in pochi mesi e che, dopo due anni, ancora non abbiamo visto. È un progetto di inclusione sociale, e già questo concetto, per quanto estremamente largo e sostanzialmente vuoto, apre le porte a interpretazioni e interventi di cui, secondo me, il centro storico può fare a meno, visto che gli interventi più urgenti non sono tanto sociali quanto urbanistici. Ma mi preoccupa ancora il fatto che non c’è una concezione precisa del centro storico e si includono nella progettualità anche interventi che col centro storico nulla hanno a che vedere. Del resto, nell’ultimo quinquennio, di azioni concrete per il centro storico non ne abbiamo vista alcuna, anche se si continua a ripetere che le realizzazioni di viale Gramsci sono parte di un progetto per il centro storico.
Qui sotto elenco i punti che, secondo me, sono essenziali per far ripartire il castello di Montegranaro. Come dicevo, molti li ho ritrovati nel programma di Gismondi, alcuni anche in quello della Mancini. Chiunque vinca domenica prossima, mi auguro che cominci seriamente a mettere mano alla questione, perché, come ripeto, penso che non ci sia davvero più tempo.


Il recupero del centro storico passa necessariamente attraverso politiche che rendano di nuovo appetibile l’investimento privato nel quartiere. Per questo è necessario muoversi su più livelli, programmando investimenti ma anche politiche di incentivazione e rimozione dei fattori di degrado.

EDIFICI PERICOLANTI
È l’intervento propedeutico a tutti gli altri. Occorre un piano programmatico per l’acquisizione degli edifici disabitati e pericolanti e il loro recupero o abbattimento. L’abbattimento è spesso preferibile perché meno oneroso e crea spazi in un quartiere dove uno dei problemi principali è la carrabilità. Gli edifici realmente in stato di abbandono e pericolo sono pochi, circa dodici, massimo 15. Con un programma pluriennale di investimenti si può intervenire in un quinquennio sistemandoli tutti. Ovviamente la difficoltà prevalente è legata alle proprietà: molti di questi stabili sono privi di un proprietario identificabile. Altri sono gravati da pesanti ipoteche, più elevate rispetto al valore dello stabile. Occorre quindi trovare delle modalità da un punto di vista legale. È comunque fondamentale la ricerca di fondi europei destinati a questo tipo di intervento.

CARRABILITÀ
Uno degli elementi più scoraggianti per chi avesse intenzione di tornare a risiedere nel centro storico è la carrabilità. Le strade sono strette, molte sono senza sbocco e, soprattutto, mancano parcheggi. È fondamentale, quindi, agevolare quanto più possibile la mobilità in auto nel centro storico attraverso interventi di diverso tipo:
- Abbattimento di edifici pericolanti, creando così spazi utilizzabile da parcheggio.
- Razionalizzazione degli spazi di sosta.
- Creazione di una zona a traffico limitato (Z.T.L.) in tutto il centro storico, riservando transito e parcheggio ai soli residenti.
- Modifica del Piano Particolareggiato in modo di consentire l’apertura di porte idonee a garage e rimesse.

INCREMENTO DELLA POPOLAZIONE
Sono necessarie politiche che incentivino il ritorno della popolazione nel centro storico. Per farlo occorrono agevolazioni e facilitazioni come:
- Abbattimento della TOSAP e agevolazioni sulle progettazioni anche tramite convenzioni con tecnici e progettisti.
- Agevolazioni nei finanziamenti tramite convenzioni bancarie e canali di finanziamento europeo.
- Sgravi fiscali sulle tasse e imposte comunali.

RILANCIO DEL COMMERCIO
È essenziale che si applichino politiche per il rilancio del commercio e dei servizi, in modo che chi risieda in centro possa trovare facilmente tutto quello che è necessario alla vita quotidiana. Per questo va sostenuta la presenza degli esercizi commerciali esistenti e incentivata l’apertura di nuove attività tramite agevolazioni di tipo fiscale ma anche tramite locazioni agevolate. Va ricordato che quasi tutti gli stabili della piazza sono di proprietà pubblica, quindi cedibili in locazione a prezzi calmierati dietro una progettualità specifica e peculiare. Si possono incentivare nuove attività consone al contesto come taverne, negozi a tema ma anche piccoli spacci aziendali e botteghe artigiane, in modo di creare una sorta di centro commerciale naturale.
Vanno anche studiate iniziative per riportare la gente in centro, che vedremo nel punto successivo.
Montegranaro è ubicata splendidamente in un territorio potenzialmente molto appetibile da un punto di vista turistico. Per questo si deve incentivare la ricettività alternativa, come l’albergo diffuso o il bed and breakfast, così come l’apertura di punti di ristoro, il tutto inserito in una politica turistica ben programmata.

RILANCIO CULTURALE E RICREATIVO
Il centro storico e le zone immediatamente adiacenti (viale Gramsci, largo Conti, piazza San Serafino, via Cavallotti e via Elpidiense Nord) devono tornare a essere il cuore culturale e commerciale del paese. Per questo occorre lavorare in sinergia tra gli assessorati al commercio e quello alla cultura in modo di programmare una serie di proposte che siano costanti nell’arco dell’anno e che riportino nei cittadini l’abitudine a frequentare il centro:
-  Riapertura della sala cinematografica con una programmazione settimanale costante.
- Creare una sinergia con le associazioni culturali per la promozione di eventi e attività.
 - Potenziare la biblioteca comunale in modo che diventi il fulcro della vita culturale cittadina.
- Studiare con cura la tipologia di eventi da proporre nel centro storico, rispettandone le peculiarità in modo che vedano la collaborazione dei residenti e il loro coinvolgimento e, nel contempo, evitando di creare disagi inutili.
- Liberare tutti i piani terra della piazza, delocalizzando gli uffici presenti, in modo che siano utilizzabili per il commercio e per le attività culturali.
- Creazione di un museo civico cittadino, concordemente con la Parrocchia e i privati, per la raccolta delle opere d’arte disperse in collocazione impossibili da usufruire.
- Riapertura, in accordo con Parrocchia e Curia, e utilizzo costante della chiesa di San Francesco, nonché di quelle dei SS. Filippo e Giacomo e San Serafino.

PROGRAMMAZIONE TURISTICA
Come già accennato, Montegranaro deve sfruttare la sua collocazione geografica che la vede splendidamente posta tra mare e montagna in un contesto idealmente perfetto per l’accoglienza. Inoltre dispone di un patrimonio culturale molto interessante, come la Chiesa di Sant’Ugo che, di per sé, può essere ottimo motivo per visitare il paese, ma anche San Serafino e il suo ciclo pittorico, San Pietro, il sistema ipogeo di piazza Mazzini, che potrebbe essere sfruttato senza grandi difficoltà sulla falsariga di sistemi più grandi ma simili come quelli di Camerano o di Osimo. Serve, però, una sinergia territoriale forte, perché è l’intero territorio che può diventare fortemente attrattivo, ma solo se si lavora in simbiosi tra Comuni, Provincia, Curia e associazioni culturali. Le potenzialità sono enormi e sul turismo si può imperniare una nuova economia legata alla ricettività. Occorre quindi un programma cittadino per rendere fruibili le nostre attrattive, ma lo stesso va interfacciato con il territorio e le sue realtà. Sarebbe opportuno promuovere la costituzione di un organismo territoriale aperto e dinamico che coordini le varie attività turistiche e culturali creando un’offerta unica. In quanto al territorio comunale, va programmata un’offerta turistica articolata, garantendo la fruizione dei beni e organizzando il museo civico di cui sopra.

POLITICA SOCIALE NEL CENTRO STORICO

È essenziale interrompere il meccanismo di ghettizzazione del quartiere, acutizzatosi con la presenza degli alloggi ERAP quasi interamente destinati a cittadini stranieri. Gli effetti della ghettizzazione sono deleteri sotto molti aspetti:
- creano i presupposti per la proliferazione di situazioni di illegalità;
- azzerano l’appetibilità dell’investimento immobiliare;
- generano situazioni di tensione con grave danno per la vivibilità del quartiere;
- vanificano ogni politica di integrazione, danneggiando per primi proprio gli stranieri.
Una soluzione potrebbe essere la redistribuzione degli assegnatari degli alloggi in modo da evitare la concentrazione di etnie in un unico luogo. È comunque fondamentale rivedere i criteri di assegnazione degli alloggi in modo di evitare la predominanza straniera.
Nell’ottica della prevenzione dei fenomeni di illegalità, è fondamentale aumentare i controlli, sia tramite l’implementazione del sistema di videosorveglianza, oggi particolarmente carente all’interno delle mura castellane, sia attraverso azioni di pattugliamento. Anche l’attuazione di sistemi di controllo di vicinato potrebbe essere funzionale, proprio sulla scorta di esperienze analoghe di paesi limitrofi.

PULIZIE E IGIENE
Il piano di pulizia messo a punto dall’attuale amministrazione, anche se non viene rispettato nel dettaglio, sta producendo dei risultati. Il centro storico è comunque un luogo particolare dove la pulizia è essenziale più che altrove proprio per la presenza di stabili disabitati dove il naturale impegno degli abitanti a tenere in ordine il luogo dove vivono viene meno. Nel discorso gioca un ruolo determinante la massiccia presenza di piccioni e del conseguente guano all’interno degli edifici disabitati e per le strade. Risolto il problema degli edifici di cui al primo punto, rimane quello delle strade. È quindi necessario mettere a punto un sistema di riduzione della popolazione aviaria. L’esperienza con la cattura tramite gabbie fatta dall’Amministrazione Gismondi 2009-2013 ha dato buoni risultati.

CONSIDERAZIONI FINALI
Un progetto per il centro storico, qualunque esso sia, va studiato con un’ampia visione di insieme. Applicare interventi a spot, come si è fatto fino a oggi, è un esercizio sterile e uno spreco di denaro pubblico. I suggerimenti fin qui elencati non possono sortire alcun effetto se applicati singolarmente, mentre possono essere efficaci se messi in campo in maniera organica, complessiva e interconnessa. Ritengo totalmente inutile pensare a un assessorato specifico per il centro storico. Serve invece un progetto interdisciplinare condiviso tra i lavori pubblici, l’urbanistica, le politiche sociali e la cultura-turismo, con un impegno finanziario importante ma sostenibile che, se spalmato tra i vari assessorati per competenza, non assume particolare gravosità.

Luca Craia

lunedì 20 maggio 2019

La Notte dei Musei a Montegranaro: parlare di storia e arte divertendosi. Intanto le visite a Sant’Ugo proseguono.


È stato un fine settimana di lavoro intenso per i volontari di Arkeo, impegnati sabato nell’apertura straordinaria dell’ecclesia di Sant’Ugo in occasione della Notte dei Musei, iniziativa di carattere europeo inserita nel Gran Tour dei Musei. La proposta di Arkeo per l’occasione non è stata la solita visita guidata a Sant’Ugo, tesoro inestimabile sia per Montegranaro che per tutto il territorio, ma si è voluto arricchire il tutto con la collaborazione del gruppo Fortebraccio Veregrense e dei Winileod, costola musicale dello stesso. La serata ha visto la partecipazione di un bel pubblico che ha potuto ascoltare le spiegazioni sulla storia e le caratteristiche del luogo, mescolate con le ricostruzioni storiche sul popolo longobardo curate da Diego Giulietti.
Nell’antica chiesa sono risuonate le note di antichi canti medievali, eseguiti dai Winileod con i loro strumenti ricostruiti in base ad accurate ricerche storiche. Canti antichissimi ritrovati dal gruppo nelle sue ricerche e riproposti in una sonorità molto vicina a quella che poteva essere l’originale. Ma non solo canti e musica, non solo affreschi e storia dell’arte: Fortebraccio ha anche proposto delle simulazioni di combattimenti all’arma bianca, sulle regole della scherma antica, spiegando le stesse, i costumi del popolo longobardo e le caratteristiche delle armi, anch’esse riprodotte fedelmente alle originali. Una serata divertente, in cui si e parlato di storia, arte, cultura, cose che possono essere ritenute noiose ma che non lo sono affatto se trattate in maniera diversa.
Intanto le visite a Sant’Ugo proseguono, con le prenotazioni telefoniche, anche domenica pomeriggio abbiamo avuto ospiti, segno che c’è una ripresa nel turismo culturale nel Fermano. È un segnale che va colto, perché il turismo può essere una nuova e importante fonte di ricchezza per il territorio.

Luca Craia