martedì 18 settembre 2018

Segnaletica turistica a Montegranaro: l’emblema dell’idea (confusa) di turismo dell’Assessore.


Che Beverati, e con lui tutta la cricca che amministra il Paese, abbiano idee molto confuse sul turismo e su come svilupparlo, dopo oltre quattro anni di iniziative buttate là alla docogliocoglio, è acclarato. Del resto le idee confuse le hanno un po’ su tutto e stanno buttando milioni di Euro dalla finestra solo per crearsi un minimo di immagine da presentare alle prossime elezioni, tanto da nascondere l’infinita sequenza di magre figure, di nepotismi, di opacità politica e di antidemocraticità. A testimoniare, come se ce ne fosse bisogno, come se non bastassero le stupidaggini fatte fino a oggi e il risultato meno che nullo ottenuto, ci sono i cartelli turistici.
La cartellonista turistica montegranarese è una comica. Per carità, Beverati ce l’ha trovata e non ha la responsabilità degli obbrobri che ci sono scritti, ma in oltre quattro anni, dopo aver proclamato urbi et orbi che avrebbe fatto di Montegranaro un centro turistico importante, ci si aspettava che almeno avesse messo dei cartelli esatti. Invece eccoli là: i turisti cercano la chiesa del SS. Salvatore che non c’è più ma è indicata (in realtà ce ne sono rimasti alcuni resti, pochi anni fa ho ritrovato personalmente quella che dovrebbe essere stata la sacrestia, ancora tutta intera e murata dietro al teatrino); poi cercano la chiesa di San Liborio o quella di Santa Maria, aspettandosi di trovare chissà quale tempio romanico o, magari, barocco, neoclassico, un qualcosa che abbia un minimo valore storico se non artistico, e si trovano davanti due costruzioni moderne.
Invece San Serafino non è indicata, così come non è indicata SS.Filippo e Giacomo, e Sant’Ugo ha cartelli che mandano dappertutto meno che lì. Anche la targa posta davanti alla chiesa più antica del paese (e una delle più antiche di tutte le Marche) dice che è stata costruita nel XIII secolo, mentre minimo minimo è del IX. 
Se l’assessore avesse risparmiato qualche centinaio di Euro, certamente non di più, tra le varie iniziative inutili prese fino a oggi, e avesse investito nei cartelli, magari quei pochi turisti che arrivano a Montegranaro grazie agli sforzi di gente come i volontari di Arkeo e nonostante i bastoni tra le ruote che costantemente il Comune ci mette, magari avrebbero la ricerca delle nostre bellezze un po’ più agiata. E l’assessore farebbe una figura meno barbina, puntualmente rilevata dagli stessi turisti. Ma i cartelli non fanno notizia.

Luca Craia


Centro storico: integrazione e ghettizzazione. I dati della popolazione nel castello montegranarese.

Sono 730 gli abitanti del centro storico di Montegranaro, almeno secondo l’Anagrafe al 31/12/2017. Di questi, IL 27,81% sono stranieri, ossia 203 persone, di cui 148 provenienti dal Marocco. Questi i dati ufficiali, ma sappiamo bene che, oltre alle persone regolarmente iscritte all’anagrafe, ce ne sono tantissime che non lo sono, sia perché in residenza temporanea, sia perché clandestini. Il numero di queste persone è ovviamente impossibile da stimare, ma la cosa certa è che sono davvero tante, e l’impressione è che il loro numero possa eguagliare se non superare quello degli Italiani.
Il quartiere si sta evidentemente trasformando in un ghetto per stranieri, e questo è un problema serio che va affrontato seriamente. Se nei primi anni di immigrazione la convivenza è stata pacifica e collaborativa, col tempo la situazione è venuta via via deteriorandosi. Il motivo è semplice: i primi venuti erano motivati dalla ricerca del lavoro e dal desiderio di miglioramento delle proprie condizioni di vita. Con la crisi economica e la conseguente perdita di posti di lavoro, molte di queste persone se ne sono andate e sono state spesso sostituite da altre con situazioni diverse e, in alcuni casi, con vite al di fuori della legalità. Tutto questo ha ovviamente deteriorato i rapporti, creando situazioni tese che sono andate a creare problemi anche e soprattutto a quegli stranieri di prima ondata che avevano trovato un sistema di integrazione tutto sommato efficiente.
È logico, quindi, che ogni politica futura debba evitare di aggravare la ghettizzazione del quartiere. Il recupero urbanistico é basilare: il crollo dei valori immobiliari favorisce l'inserimento di persone in situazioni di disagio e a rischio criminalità.  Inoltre la presenza di numerosi alloggi popolari ancora da assegnare è fonte di preoccupazione perché, coi regolamenti attuali, essi saranno presumibilmente affidati a stranieri. Ecco quindi la necessità di mettere mano ai regolamenti.
È inoltre fondamentale instaurare forme di controllo per limitare l’incidenza della criminalità che, purtroppo, vede gli stranieri protagonisti. Per questo è auspicabile che si favorisca la nascita di una forma di controllo di vicinato che, comunque, deve essere pilotata e controllata a sua volta istituzionalmente. L’istituzione di una zona a traffico limitato per i residenti, con varchi controllati tramite telecamere, può favorire il processo. In ogni caso, servono un progetto complessivo e investimenti corposi, anche diluiti nel tempo.
Luca Craia

lunedì 17 settembre 2018

PESCA DELLE LUMACHINE DI MARE: SE NE ANTICIPI L'APERTURA


MOZIONE REGIONALE DI ELENA LEONARDI: PER EVITARE LE DISPARITA' CON LE ALTRE REGIONI CONFINANTI


Comunicato integrale

Depositata in Consiglio Regionale una mozione a firma Elena Leonardi, capogruppo di Fratelli d'Italia, avente ad oggetto "Anticipo apertura pesca alle lumachine di mare”, che investe un comparto, quello degli operatori denominati "della piccola pesca", che risente del fermo pesca locale.
Per la Leonardi, anche quest'anno, come accaduto in passato, si presenta il problema dell'impossibilità di poter pescare nei tratti di mare di propria competenza, agli operatori della cosiddetta “piccola pesca”, la specie “Nassarius Mutabilis” (lumachine di mare): l'apertura al primo novembre penalizza annualmente gli operatori marchigiani rispetto a quanto accade nelle regioni confinanti. Il fatto che in altre realtà regionali si possa pescare prima fa si che molti operatori della ristorazione si rivolgano altrove per rifornirsi di lumachine, con notevoli danni economici per i pescatori marchigiani- è questo il concetto che la rappresentante del partito della Meloni intende anche quest'anno evidenziare.
Me ne sono occupata lo scorso anno – prosegue Leonardi – tanto da sollecitare i Servizi Regionali preposti e la Capitaneria di Porto competente. Quest'anno ho inteso protocollare una mozione affinché, dato che ci sono ancora i tempi, la Regione attivi la competente Commissione Tecnico Scientifica per la pesca, la quale deve riunirsi in tempo utile per definire i dettagli relativi proprio alla pesca di “Nassarius Mutabilis”.
A soffrire per questa a dir poco anomala situazione sono ad esempio i pescatori delle zone di Porto Recanati, Potenza Picena, Civitanova Marche e Porto Sant'Elpidio. Le richieste delle associazioni della cosiddetta “Piccola Pesca” vanno ascoltate in quanto legittime e la richiesta degli operatori del settore di un anticipo al primo ottobre 2018 non compromette la dinamica della popolazione stessa dato che non è questo il periodo riproduttivo delle lumachine.
Nella mozione la Leonardi chiede inoltre alla Giunta Regionale di sollecitare al contempo il Ministero Competente, tramite la Capitaneria locale, affinché si possa emettere ordinanza specifica di apertura anticipata di un mese delle “lumachine di mare”.


 (foto: Rete 8)

Arkeo apre Sant’Ugo per la Giornata Europea del Patrimonio.


Istituita fin dal 1991 per iniziativa del Consiglio d’Europa e della Commissione Europea, le Giornate del Patrimonio sono un momento molto alto e partecipato della vita culturale europea, nel quale si può avere accesso a tantissime iniziative e luoghi della cultura, sia statali che privati e sia per iniziativa di Enti e Istituzioni che di Associazioni e privati.
L’associazione montegranarese Arkeo, che da anni custodisce, studia e promuove il patrimonio culturale cittadino (e non solo) e che ha cura delle aperture e della custodia dell’Ecclesia di Sant’Ugo, a aderito all’iniziativa istituendo un’apertura straordinaria del sito più importante di Montegranaro per domenica 23 settembre 2018, con orario 16.30 – 19.30. È anche la prima apertura stagionale dell’antica chiesa dopo la pausa estiva. Da qui si proseguirà con le aperture mensili ordinarie.
Anche questa è un’occasione per visitare uno dei luoghi più belli e importanti del Piceno.

Luca Craia