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giovedì 6 ottobre 2016

Scandalosamente la Sindaca tira in ballo Vincenzo Valentini. E il vice accusa la Polizia Municipale.



Non si fa scrupolo Ediana Mancini a tirare in ballo persino il cittadino onorario di Montegranaro, il dottor Vincenzo Valentini, che tanto lustro sta dando al nostro paese, pur di mettere via i piedi dalla melma in cui l’assessore Strappa ha fatto cadere la sua giunta. In un articolo de Il Resto del Carlino il primo cittadino equipara la posizione del suo assessore con quella del cugino, Vincenzo Valentini appunto che, come tutti sappiamo, risiede a Roma e non a pochi metri dalla palazzina dove un appartamento è stato affittato al gruppo di Rom che stanno mettendo a ferro e fuoco Montegranaro.
È un comportamento meschino perché, se è vero che sia la Strappa che Valentini sono coeredi e, quindi, cointestatari dell’appartamento in questione, è anche vero e incontestabile che Vincenzo Valentini oggettivamente non può, data la distanza, monitorare nel dettaglio cosa accade a Montegranaro, dandone delega sulla fiducia ai parenti locali, mentre la Strappa vive e lavora a Montegranaro, di cui è anche assessore ai Servizi Sociali, per cui, prima di affittare un bene a dei criminali, dovrebbe porre particolare attenzione, sia perché in grado di conoscere la situazione in prima battuta, sia per il proprio ruolo istituzionale. E in questo poco vale il fatto che l’atto di locazione sia stato compiuto da un terzo parente, rimane il caso politico che è, secondo me, grave e che, in altri contesti magari più virtuosi, avrebbe prodotto le dimissioni dell’assessore.
Altrettanto grave è l’affermazione del Vicesindaco Endrio Ubaldi, riportata dal Corriere Adriatico, in cui si vorrebbe che l’affitto sia stato concesso sulla scorta di “regolari controlli espletati dalla Polizia Municipale”, accusando indirettamente la stessa Polizia Municipale di non aver effettuato detti controlli a dovere, visti gli esiti.
Insomma, il vizio di sputare veleno non passa.

Luca Craia

mercoledì 28 settembre 2016

Lavatoio, zona franca per balordi e droga. E le telecamere solo per i vip.

Lo sanno tutti quello che accade al lavatoio di via Martiri D’Ungheria. I residenti lo denunciano da anni. Il luogo è precipitato da molto tempo in un degrado indicibile, il tutto nell’indifferenza delle istituzioni. Lì ci vanno a drogarsi, probabilmente a spacciare e a fare sesso. Siamo nel cuore di Montegranaro, lungo le scalette che collegano viale Zaccagnini a via Martiri D’Ungheria, un tempo bretella di passaggio molto frequentata, specie dai ragazzi per andare a scuola. Oggi, invece, viene evitato come la peste. È pericoloso.
Facendo un giro per la piccola area ci si accorge delle sue condizioni: la palizzata è rotta in più punti, il capanno danneggiato, ovunque sporcizia e abbandono. Siamo a pochi metri dalle case e chi ci vive racconta di situazioni indegne. E se qualcuno prova a protestare riceve minacce.
Eppure solo pochi anni fa il Comune, sindaco Basso, aveva investito una bella somma per riqualificare l’area, facendo anche un bel lavoro. Si tratta di un luogo storico per Montegranaro, dove molte delle nostre donne andavano a lavare i panni, fino agli anni ’70. Vederlo in questo stato, almeno a chi ama Montegranaro, fa davvero male.
I residenti hanno chiesto l’installazione delle telecamere ma, fino a oggi, non si è visto nulla. Eppure una telecamera funzionante, posta in modo da inquadrare l’intero perimetro, potrebbe essere un buon deterrente. Ma a Montegranaro le telecamere, sempre ammesso che funzionino, si mettono altrove, seguendo un criterio che sfugge, se non per quelle pagate dai privati il cui controllo, però, viene fatto a spese della collettività.
Intanto al lavatoio c’è il Bronx. (Vedi il video sotto)

Luca Craia

 

venerdì 2 settembre 2016

Montegranaro, niente romanzo, una storiella criminale



Lo chiamano “Il Mesciato”. È un ragazzo marocchino, nella vita si occupa di spaccio di droga. Non so se faccia anche altro ma pare che sia uno spacciatore a chilometri zero, nel senso che, almeno il fumo, se lo produce da solo, dal seme alla canna. E pare che abbia pure roba di primissima qualità.
Il Mesciato è uno dei tanti, forse nemmeno quello più pericoloso. Le forze dell’ordino lo conoscono, sanno dove e quando opera. Ma possono farci poco, possono denunciarlo ma tanto resta fuori. A Montegranaro principalmente sono due le piazze dello spaccio: il Campo dei Tigli e il lavatoio di via Martiri D’Ungheria. Ma ce ne sono anche altre perché il mercato è fiorente. Il problema, in fin dei conti, non è dato tanto dal Mesciato ma dai suoi clienti. Perché Il Mesciato la sua merce la vende ai ragazzi di Montegranaro, mica ai marziani. Ed è qui che dovremmo preoccuparci, dei nostri giovani.
Poi ci sono gli atti criminali di diversa natura: furti in appartamento, furti nelle aziende, rapine in mezzo alla strada, molestie alle donne che vanno in giro da sole, atti vandalici di vario genere. Non passa giorno che non accada qualcosa di questo tenore. Piccoli reati, alla fine, che spesso neanche vengono denunciati, tanto che risolvi? Ed è questo senso di impunità che da un lato incoraggia questa piccola criminalità da quattro soldi, ma pericolosa come quella grande, e dall’altro deprime il comportamento civile, il senso sociale, la sicurezza. Ed è tutto collegato, guardate, lo spaccio e gli altri crimini appartengono allo stesso universo sommerso, che poi tanto sommerso non è.
Le telecamere volute da Ubaldi e dal fido Gaudenzi, per non citare la logorroica Strappa, sono state considerate fin dalla loro comparsa, ormai un anno e mezzo fa se non più, come la panacea di tutti i mali, la soluzione armagheddonica ai problemi di ordine pubblico paesani. Ma non siamo a conoscenza di alcun dato, mai stati pubblicati resoconti sull’efficacia del sistema, un elenco dei reati scoperti e degli autori assicurati alla giustizia grazie alla televisione via cavo del Vicesindaco. Ce li avranno, questi dati? E soprattutto: avranno mai ripreso Il Mesciato e i suoi degni compari in azione? Chissà.

Luca Craia

giovedì 28 luglio 2016

L’antennona di San Liborio e gli specialisti della medaglia altrui.



Montegranaro Riparti: abbiamo visto Montegranaro ripartire? Più che altro l’abbiamo vista continuare a fare quello che ha fatto sempre, ossia arrangiarsi da sola. Facciamo l’esempio della grande estate sportiva e culturale, tanto sbandierata dal Vicesindaco, specialista nella medaglia altrui, che è frutto del lavoro e dell’impegno di associazioni e privati cittadini che, per passione o per amore per la propria città, si danno da fare per organizzare qualcosa di buono, e poco o niente del lavoro del Comune, nella fattispecie dell’assessorato specifico del Vicesindaco stesso o di quello alla cultura. Il Vicesindaco è bravissimo a farsi immortalare, l’assessore alla cultura non lo vediamo nemmeno nelle foto.
Facendo un piccolo passo indietro nel tempo, però, vediamo un caso anomalo dove l’Amministrazione Comunale più opportunista della storia non ha applicato la sua innata capacità di prendersi il merito altrui: il caso dell’antenna Vodafone. Lo ricorderete: il colosso della telefonia internazionale aveva spostato un ripetitore piazzando un palo altissimo a pochi metri da case e palazzi. Molti cittadini si erano preoccupati e alcuni di erano rivolti a me perché ne parlassi nel blog. Oltre a parlarne, organizzai un’assemblea pubblica presso l’Acli di San Liborio, coadiuvato dalle opposizioni che subito avevano capito la gravità del problema. All’assemblea, molto partecipata dai cittadini, vennero anche Sindaco e assessori e fecero una figura barbina perché la responsabilità dell’installazione dell’antenna a ridosso dell’abitato era esclusivamente loro.
Da quel momento partì una forte spinta da parte delle forze di minoranza che portarono l’Amministrazione Comunale a prendere decisioni che, altrimenti, non avrebbe probabilmente mai preso, decisioni che potevano essere state prese prima che la gente si accorgesse dell’antenna ma inspiegabilmente tutto era scorso nel più totale silenzio. In conclusione, la Vodafone smontò il palo e oggi a Montegranaro c’è un’antenna in meno, un pericolo per la salute in meno, e chi usa Vodafone come me, tutto sommato, sa che il servizio non ne ha risentito più di tanto. Una grande vittoria. Per chi?
L’opportunismo genetico di questa Amministrazione avrebbe indotto un comportamento analogo a quello del Vicesindaco per le partite di pallone, che vengono giocate da altri ma vinte da lui. In questo caso, invece, c’è solo il silenzio. Come mai? Semplice: la faccenda va dimenticata in fretta. Ci sono troppe cose da spiegare, troppi silenzi da riempire, troppe responsabilità rimaste sospese. Credo non interessi nessuno fare processi mediatici e decapitazioni virtuali, ma bisognerebbe ricordare bene cosa è accaduto in quei mesi in cui il quartiere San Liborio ha rischiato di farsi fare le lastre quotidianamente col benedicente silenzio dell’Amministrazione Comunale. La memoria va coltivata, non solo con le medaglie di latta.

Luca Craia