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sabato 5 dicembre 2015

Senza dilazioni a nove giorni da Natale. Buon sedici dicembre, Montegranaro.



Due righe due di ringraziamento all’amministrazione Mancini per l’introduzione, anche a Montegranaro, della Tasi, tassa iniqua sulla prima casa, che viene accollata ai tartassati sudditi nonostante la promessa di non farlo. La cosa è nota, se ne è parlato e diciamo che magari può anche essere che senza Tasi non si potrebbe andare avanti, non si potrebbero fare le opere titaniche che sembra siano in programma, non si sarebbe potuto costruire un giardino su una frana ancora in movimento, non si sarebbe potuto mettere a norma un palazzetto dello sport in cui qualche decina o poco più di appassionati vanno a vedere la partita (mentre le tasse le pagano a migliaia), non si sarebbe potuto rifare il tappeto erboso dello stadio dove qualche decina o poco meno di tifosi vanno a vedere la partita (sempre mentre le tasse le pagano a migliaia) e così via discorrendo.
Ma non dare nemmeno la possibilità di dilazionare l’importo da pagare mi pare troppo persino per la ben nota cattiveria di chi fa bilanci e conti a Montegranaro. A nove giorni dal Natale, cari concittadini e care concittadine, pagherete tutte insieme le tasse di un anno, perché prima hanno tentennato e ora ve le appioppano in blocco. E voi, insieme a me, sentitamente ringraziate.

Luca Craia

giovedì 28 maggio 2015

E la casa di riposo?



Se ne fece un gran parlare, nei mesi scorsi, con titoloni sui giornali, dichiarazioni bellicose del Sindaco, dell’onnipresente vicesindaco, di vari esponenti della maggioranza eccezion fatta per l’assessore ai servizi sociali che, pure, era forse il più titolato a parlare. Oggi, invece, sulla vicenda Casa di Riposo è calato il silenzio.
Ricordiamo le posizioni contrapposte, con l’amministrazione comunale decisa a sostituire il CDA e il presidente Melchiorri pronto a dare battaglia per difendere l’ultimo anno e mezzo di mandato che aveva ancora davanti. Accuse pesanti (mai circostanziate), dichiarazioni velenose e sempre quel pesante silenzio di Cristiana Strappa, competente in materia per assessorato ed ex consigliera dello stesso Consiglio di Amministrazione e, per questo, presumibilmente a conoscenza della situazione sia dal punto di vista del CDA stesso che dell’amministrazione.
Alla fine si giunse al diktat del Sindaco che stabilì motu proprio (si fa per dire) che il CDA sarebbe stato rinnovato coattivamente entro marzo. Marzo è passato da un pezzo e non si è saputo più nulla. Si sarà scordata, la Sindachessa, dei propri propositi? Saranno rientrati gli appetiti di poltrone di frange della maggioranza? Si sarà compresa l’enormità dell’errore, sia politico che mediatico, che si stava commettendo? Auguriamocelo. Ciononostante il danno è fatto e questa vicenda, già fino a ora, ha dimostrato ampliamente il sistema di ragionamento di chi detiene il potere e la smania sempre più forte di occupare quanti più spazi possibili. Non so quali fattori nuovi siano intervenuti per far desistere dal proposito, almeno a marzo, l’amministrazione comunale. Fatto sta che anche questo silenzio, questo modo di non parlare più delle cose sperando che la gente dimentichi non depone affatto a favore della tanto sbandierata trasparenza.

Luca Craia

giovedì 11 dicembre 2014

Epilogo tignoso per la questione Casa di Riposo. È davvero tutto qui?



Da quello che leggiamo sul Carlino di oggi si direbbe che l’annosa e tristissima faccenda del rinnovo forzato del CDA della Casa di Riposo di Montegranaro sia giunta ad un epilogo salomonico che pare accontentare tutte le parti. Dico pare perché il giornale riporta solo le considerazioni dell’Amministrazione Comunale per cui mi piacerebbe sentire anche la controparte prima di mettere la parola fine. Prendendo però per buone le dichiarazioni di Sindaco e Vicesindaco pare che l’accordo, raggiunto nel corso di un incontro tra Amministrazione e Presidenza del Residence, definito “cordiale” dagli stessi (ci mancherebbe altro, non mi risulta che Lucio Melchiorri abbia mai picchiato nessuno né mi pare uomo incline a intemperanze verbali), preveda che il CDA vada a dimettersi a marzo subito dopo l’approvazione del bilancio. Praticamente il Consiglio uscente guadagna quattro mesi rispetto alla volontà del Comune ma ne perde una dozzina almeno rispetto alla scadenza dallo stesso indicata. Se la soluzione accontenta tutti, per quanto penalizzante per il CDA, va bene così.
Rimane il fatto che questa storia ha dimostrato che alcuni detti definiti qualunquistici in realtà dicono il vero, in particolare quando al bar diciamo “sono tutti uguali” stiamo asserendo un assioma politico verificato. L’amministrazione Mancini in campagna elettorale ha ripetutamente specificato la volontà di avvalersi di uomini scelti con criteri meritocratici e non per calcoli politici. In questo caso è avvenuto il contrario, cioè il calcolo è stato politico al 100% e, in base a questo calcolo, si sono buttati nel cestino (per non dire di peggio) competenze, meriti, lavoro svolto, progetti futuri e, soprattutto, il rispetto per gli uomini possessori di quanto sopra. Il motivo, per quanto si voglia dire e dichiarare, è evidentissimamente politico: puntellare la traballante stabilità di questa maggioranza dando ad ogni parte la possibilità di inserire i propri uomini in un luogo che, volenti o nolenti, a prescindere dall’esistenza di remunerazione, è luogo di potere. La dimostrazione è il ricompattamento temporaneo e improvviso della stessa maggioranza e il sopimento di tutti i mal di pancia registrati fino a ieri. Mal di pancia che, probabilmente, riprenderanno a marzo. La decisione di procrastinare di qualche mese la decisione, quindi, pare quanto meno opportuna e fa respirare la maggioranza per qualche mese. Ma, signori miei, se non è lottizzazione questa…
Interessante la chiusura dell’articolo del Carlino, dove Sindaco e Vicesindaco (non sappiamo chi dei due perché sembrano parlare in coro) affermano che la data di scadenza del mandato del CDA a marzo sarà stata superata “ad abundantiam”. “Ma non ci interessa”, dicono le due più importanti cariche cittadine. Sembra la vecchia storia popolare, che molti conosceranno, della moglie “ciaccapedocchi” che voleva sempre avere l’ultima parola. La sapete?

Luca Craia

martedì 25 novembre 2014

Casa di riposo. Perché tanta fretta di sostituire il CDA?




Forse sono un po’ tardo io ma non riesco proprio a capire il perché di tanto accanimento da parte dell’Amministrazione Comunale sulla questione della scadenza del consiglio di amministrazione del Residence per Anziani. Una diatriba che sta sottraendo energie e tempo all’amministrazione della città, ai problemi più seri e urgenti, una questione che, per quanto il sindaco si prodighi per far apparire qualcosa di diverso, somiglia tanto alla vecchia e ritrita pratica di lottizzazione delle poltrone. Altrimenti non si capirebbe perché ci sia tutta questa urgenza di mandare a casa il Presidente.
Perché, mi pare di capire, il problema sta proprio nella figura del Presidente della fondazione. Infatti leggo oggi sul Carlino che il Sindaco è possibilista sulla conferma di alcune figure all’interno del CDA ma sembra non transigere sulla sostituzione del Presidente. Perché? Lucio Melchiorri è persona integerrima, di specchiata onestà e provate capacità organizzative e amministrative e i risultati ottenuti durante la sua gestione dell’Ente sono premianti. Al di là della data di scadenza (che comunque mi pare sia quella indicata dallo stesso Presidente, ossia tra poco meno di un anno) si sta conducendo una battaglia contro la persona ingiusta, immeritata, illogica. A meno che la logica non sia quella di accontentare qualche personaggio più gradito all’Amministrazione.
Perché se è vero che alcuni “membri già operanti” potranno essere riconfermati (sarebbe interessante sapere quali), non si capisce perché il Presidente o altri membri debbano essere sostituiti. Quale logica è dietro a questo ragionamento? Se Melchiorri ha lavorato bene così come pare a quasi tutta Montegranaro, perché dovrebbe essere avvicendato con tutta questa premura facendo una questione di puntiglio sulla data di scadenza? Perché tutta questa fretta, urgenza, ansia? Non sarà mica un ennesimo tentativo di tenere in equilibrio una maggioranza che è parsa in bilico fin dal primo giorno? A farne le spese, come sempre, sarà la città.

Luca Craia

giovedì 20 novembre 2014

Casa di Riposo: Comune contro Melchiorri. Parte la lottizzazione delle cariche.



È davvero brutta la faccenda del Comune che attacca la Presidenza della casa di riposo di Montegranaro. È brutta perché assomiglia tantissimo alle vecchie pratiche di lottizzazione degli incarichi e delle poltrone che tanto abbiamo deprecato nel recente passato e che, invece, sembrano non aver mai abbandonato la politica. Non è neanche remunerata la poltrona di presidente del Residence per Anziani, eppure fa gola alla politica e questa, apertamente e senza veli, nell’ormai conclamato delirio di onnipotenza, non si fa scrupolo nemmeno di attaccare l’attuale presidente sulla stampa e dichiarare di “acquisire informazioni sui bilanci” con un tono che suono minaccioso e intimidatorio.
La disputa è sulla data di scadenza del mandato del presidente che, secondo il Comune, sarebbe già passata mentre secondo il Presidente stesso, Lucio Melchiorri, cadrà soltanto l’anno prossimo in quanto il suo mandato parte dalla costituzione della Fondazione. Triste diatriba, in quanto la valutazione non dovrebbe essere su date e scadenze ma sull’operato di questo consiglio di amministrazione. Personalmente non conosco il bilancio ma vedo i fatti e vedo una struttura che funziona e cresce, vedo utenti soddisfatti e un lavoro portato avanti bene. Solo questo dovrebbe contare, tanto che, se davvero il mandato fosse scaduto, non esiterei a rinnovarlo a chi, come Melchiorri, ha lavorato bene.. Lo scavare tra i numeri del bilancio appare meschino e dà la netta impressione che quella poltrona, non remunerativa ma prestigiosa, forse fa gola a qualcuno, magari qualche non eletto alle ultime elezioni. Tristissime sfrizzionate.

Luca Craia