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sabato 10 dicembre 2016

L’opera di viale Gramsci e le priorità vere e presunte



Non si può certo dire che Montegranaro non abbia problemi. Alcuni sono antichi, come il centro storico che sta implodendo, altri sono nuovi a seguito del recente terremoto. Montegranaro ha il municipio inagibile e questo è molto grave, perché toglie credibilità all’Amministrazione Comunale qualora volesse forzare i privati a mettere in sicurezza i propri immobili (cosa più volte affermata dallo stesso assessore ai lavori pubblici, Aronne Perugini, almeno fino a quando è stato all’opposizione). Il Comune di Montegranaro possiede, perché di sua proprietà, la chiesa forse più amata dai Montegranaresi, il santuario di San Serafino che, dopo l’ultima scossa del 30 ottobre in cui i calcinacci sono caduti sui fedeli a messa, è stato chiuso e versa in condizioni preoccupanti, con il porticato staccato dal corpo principale e la parete absidale gonfia e piena di filature importanti. Il Comune di Montegranaro ha le scuole a rischio sismico elevato, ha le strade tutte sconnesse, ha il centro storico distrutto, ha un’economia che sta precipitando. In tutto questo la priorità è fare il marciapiede in viale Gramsci.
Le crepe sulla parete di fondo di San Serafino
Io non riesco a capirlo, questo atteggiamento. Non lo capivo prima, quando ancora non avevamo i danni del terremoto. Non lo capisco adesso. Eppure oggi leggo dal Corriere Adriatico che si va vanti a testa bassa, con un’ansia da prestazione da quindicenne alla prima esperienza. Si spenderanno un sacco di soldi, da qui a pochi mesi, per un’opera che non serve e che non piace. E se è vero che parte delle richieste dei commercianti è stata accolta, rimane la forte perplessità del traffico deviato in piazza, anche se non costantemente. La piazza, sotto, è vuota e la volta dell’ipogeo sottostante è stata forse danneggiata dal sisma. Sono stati fatti i sopralluoghi prima di redigere il progetto?
A proposito del progetto: l’anno scorso era definitivo e non si poteva cambiare, pena la perdita dei finanziamenti. Poi è diventato provvisorio e sono state fatte modifiche per accontentare i commercianti, ora apprendiamo che c’è ancora da farlo, e lo faremo a breve. Ho come l’impressione che mi si stiano raccontando delle frottole.
E alla fine dei giochi, tra progetti definitivi, provvisori, approvati e da approvare, solo le carte quanto costeranno? Perché il progettista va pagato, anche se è un funzionario della provincia. Il progettista non fa i progetti gratis. Va pagato anche se il progetto, poi, non lo si realizza. Non sarà anche per questo l’ansia di fare quest’opera pubblica inutile a tutti i costi?

Luca Craia

lunedì 14 novembre 2016

Che fine ha fatto il teatro Novelli?



Non sappiamo più nulla del Teatro Novelli. Nessuno ne parla più, nessuno lo considera. Si parla di lesioni al Municipio, di danni alla volta dell’ufficio sindacale, ma nessuno ci dice in che stato si trova, dopo il sisma, il teatro annesso alla casa municipale. Francamente sono preoccupato perché il teatro si trova esattamente sopra l’ufficio del Sindaco e, se questo risulta danneggiato, c’è da pensare che, al piano, di sopra, le cose non siamo migliori, anzi. 
Aronne Perugini durante l'incontro sul Teatro Novelli organizzato da Arkeo
L’ultimo sopralluogo che feci al primo piano del Palazzo Comunale avvenne durante il periodo di commissariamento, nel 2014. Con la mia associazione avevamo presentato un progetto di recupero del teatro, interamente finanziato da privati, con un progetto della restauratrice Letizia Vallesi. Il progetto era attuabile se inserito nel recupero completo dello stabile, cosa che era nei programmi elettorali di tutte le coalizioni, compresa quella che governa attualmente.
2014 - L'allora responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale, l'ing. Fabio Alessandrini, insieme alla restauratrice Letizia Vallesi nel corso del sopralluogo al Teatro Novelli con Arkeo.
Ci fu un incontro presso la sede di Arkeo a cui parteciparono tutte le forze politiche e, in rappresentanza dell’attuale maggioranza, intervenne l’attuale assessore ai lavori pubblici, Aronne Perugini che si impegnò, vincendo le elezioni, a considerare prioritario l’intervento sul Municipio e sul teatro.
Il degrado al primo piano del Municipio
Da quell’incontro sono passati quasi tre anni. In tre anni una volta in camorcanna decorata a tempera come quella del teatro Novelli, se ci piove sopra, si distrugge. Se poi arriva anche il terremoto non voglio pensare a cosa possa essere successo. Mi auguro che ci sia ancora qualcosa da salvare ma vedere che non se ne parla più, nemmeno in occasione di un evento grave come il terremoto, mi fa sperare davvero poco.

Luca Craia

giovedì 27 ottobre 2016

Il tavolo per il centro storico. Un enorme passo avanti.



Come avrete letto dalla stampa, ieri è stata ufficializzata l’apertura di un tavolo di discussione sul problema del centro storico di Montegranaro. L’iniziativa parte dal Presidente di Città Vecchia, Andrea Franceschetti, ma è logico e naturale che le altre due associazioni montegranaresi che, per Statuto e per loro stessa natura intrinseca, operano nel contesto del centro storico, Arkeo e Il Labirinto, la colgano e la facciano propria. È un momento importante per Montegranaro, un’occasione che non va sprecata.
Non c’è mai stata collaborazione tra tutte e tre le associazioni al momento coinvolte nel progetto, ma essa appare uno strumento fondamentale per avere incisività e forza. Si tratta di tre realtà che operano nello stesso campo utilizzando strumenti diversi, talenti diversi. Mettere insieme questi talenti, mantenendo le proprie identità e la propria autonomia ma mirando allo stesso bersaglio, remando verso la stessa direzione, non può che portare frutti preziosi. Certo, gli equilibri sono delicati e occorrerà muoversi con tutte le cautele del caso, ma questo accordo segna, di per sé, un momento storico importante che non va sottovalutato.
Il problema di cui le tre associazioni che hanno aderito al tavolo andranno a occuparsi è grave, annoso e di difficile soluzione. Ma la soluzione si può trovare, lavorando per obiettivi, lucidamente, con una visione di insieme chiara e scevra da preconcetti. Partono da lontano, i guai del centro storico, e non si può pensare di risolverli con una sorta di bacchetta magica che, in poco tempo, rimetta tutto in sesto. Serve un progetto articolato che preveda interventi nel corso degli anni a venire. Purtroppo, secondo Città Vecchia, Il Labirinto e Arkeo, questo progetto non c’è e probabilmente non c’è mai stato. Però ci sono stati dei tentativi, e qui ricordiamo il programma elettorale del buon Giacomo Beverati e il lavoro svolto da Simone Pirro, due elaborati che sembrano essere stati dimenticati ma che intendiamo riprendere in mano, studiare, confrontare per estrapolarne le parti più interessanti, da integrare con nuove proposte da ricercare ragionando insieme.
Il tavolo è aperto a tutti, chiunque può aderire e dare il proprio contributo. La porta è chiusa alle strumentalizzazioni, ma chi vorrà mettersi a disposizione per il solo bene del paese è il benvenuto. L’obiettivo è sfaccettato in diversi aspetti: recupero urbanistico e sociale del paese antico ma anche ricostruzione del senso di comunità cittadina, dell’appartenenza a un organismo che si chiama paese. In questo occorrerà anche lavorare sul piano culturale, cercando di riportare nel normale sentire della cittadinanza montegranarese il concetto di centro storico come bene comune, come cuore pulsante della comunità, come luogo di incontro e di vita, e non soltanto problema di chi ci vive. È proprio questo sentire che accomuna Arkeo, Città Vecchia e Il Labirinto, e deve essere più forte delle differenze, che pure ci sono, e delle antiche rivalità. Oggi vogliamo lavorare insieme per questo obiettivo. Cercasi gente di buona volontà.

Luca Craia