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giovedì 26 novembre 2015

Piovono soldi sul Comune, e il merito è tutto del vicesindaco



Maneggiano soldi che, essendo appena arrivati, come loro stessi spesso dicono per difendersi dagli attacchi, non hanno “guadagnato” ma se ne vantano come se fosse tutto merito loro. I nostri amministratori sono abilissimi nel prendersi meriti non propri, attività che a Montegranaro è stata sempre ben remunerata, e sono anche fortunati: ora gli arrivano altri 325.000 Euro, “regalati” loro da Gianni Basso e dalla tanto vituperata (a ragione) torre ascensore. Certo il merito non è di Gianni Basso che, all’epoca, quei soldi li aveva persi. Ma non è neanche di questa amministrazione che, però, non esita ad appendersi l’ennesima medaglia di latta. È solo fortuna, a meno che non vogliamo plaudire l’abilità che si accredita il vicesindaco di “ricostruire tutta la contabilità relativa alla torre ascensore”. Deve essere stato uno sforzo immane trovare il faldone o recuperare il file. In questo caso, bravo.

Luca Craia

lunedì 21 settembre 2015

Montegranaro riparte senza fontane



Breve reportage fotografico, inviatomi da un amico, che evidenzia come all’Amministrazione Mancini non piacciano le fontane, quelle fontane che tanto amava il nostro plurisindaco Gianni Basso tanto da spenderci diversi milioncini di lire prima (800.000.000 per quella della rotatoria della circonvallazione) e di eurucci poi. Quelle stesse fontane oggi sono tutte in disuso, alcune sono state distrutte, altre sparite.

La fontana della rotatoria della circonvallazione è chiusa da mesi.
La fontana del belvedere di largo Conti è semidistrutta e da un’immagine orribile di Montegranaro in pieno centro.

La fontana con la palla che gira, monumento ai giramenti di palle dei Montegranaresi, è scomparsa (70.000 Euro di spesa solo sei anni fa).

Le fontane dei giardini di viale Gramsci sono rotolate a valle con la frana.

La fondata della rotatoria di viale Gramsci è chiusa da mesi.
La fontana di piazza Giordano Bruno è diventata un marciapiede.
La fontana della rotatoria di piazza Giordano Bruno è scomparsa.
La fontana della rotatoria dell’incrocio per il Villaggio della Salute, detto anche ospedale, è sparita.
La fontana del Villaggio dello Sport, anche detto campo sportivo, è chiusa da mesi.
La fontana dell’Arena Estate, detta anche La Croce, è chiusa da mesi.
La fontana di piazzale San Liborio è chiusa da mesi e, ciononostante, allaga la casa del vicino.

In tutta Montegranaro non c’è più una fontana che zampilli acqua, con tutto quello che ci sono costate. Che ne penserà il nostro plurisindaco, molto amichevole con l’Amministrazione Mancini tanto da corrervi in soccorso ogni volta si renda necessario, di questo scempio del suo operato? Che ne penseranno i cittadini di questo enorme spreco di opere pagate profumatamente e lasciate all’oblio e al degrado?

Luca Craia

martedì 8 settembre 2015

E del palabotanico che ne facciamo?

Ogni tanto leggo un’uscita di qualche assessore che, nell’ottica consolidata di questa maggioranza di andare sul giornale almeno una volta la settimana, anche per non dire nulla - basta farsi vedere, torna sulla questione Calepio. La faccenda è seria e ha sicuramente influenzato in negativo la vita politica e amministrativa montegranarese degli ultimi 10/15 anni, quindi è giusto parlarne e seguirne con attenzione gli sviluppi. Nessuno, però, ci dice cosa si ha intenzione di fare con l’eredità più evidente dell’errore “Calepio”, dell’immagine più brutta che ne è rimasta, della fregatura più cocente che questa avventata avventura del Sindaco Basso ha regalato ai montegranaresi: il palasport.
Sarebbe meglio parlare dello scheletro del palasport, perché, in realtà, si tratta di uno scatolone di cemento armato, senza coperchio, pieno di una sorta di foresta tropicale impenetrabile, colonne scoperte, ferri arrugginiti e chissà cos’altro (forse il coccodrillo di Civitanova). L’immagine è di una bruttezza micidiale, con l’aggravante di essere posizionata proprio all’ingresso sud del paese e, quindi, col ruolo di dare il benvenuto a chi si reca in visita al nostro ridente borgo. Un gran bel biglietto da visita. Non trascuriamo, però, l’impatto ecologico che è talmente evidente da non meritare ulteriori parole.
Esiste un progetto su come destinare quest’orrore? Si ha un’idea di che farci? In campagna elettorale ne abbiamo sentite di cotte e di crude: piscine, strutture polifunzionali. Libero sfogo alla fantasia. Ora, però, che la campagna elettorale è un ricordo e la prossima sembra lunga a venire nonostante i traballamenti della giunta Mancini, è calato un silenzio non assordante ma davvero silenzioso: non se ne parla, nemmeno lo si vede. Alla sua ombra si è appena conclusa la Festa dell’Unità, incontro mangereccio ma anche politico gestito dal partito maggioritario della maggioranza di governo. Non una parola su quell’orrore, nonostante che i vari relatori bastava che alzassero lo sguardo per trovarselo davanti. E la gente stessa: nessuno che alzi la mano e chieda: ammò? Che ci facciamo con questa robaccia?
Io dubito, da profano ma anche sentito qualche amico tecnico, che la struttura possa essere recuperata, almeno in maniera economicamente proficua. Quanto costerebbe bonificare l’area? Se lo saranno chiesti, in piazza Mazzini? Si saranno posti la mia stessa domanda? E l’opposizione? Come mai tace? Forse perché in qualche modo ognuno ha le sue colpe? E quel Gianni Basso che ne è l’artefice e che ora appoggia sorridente la maggioranza di governo, che ne pensa? Qualcuno glie lo chiede mai? Non è che stiamo aspettando la prossima campagna elettorale e lo lasciamo lì, che può tornare utile come scena per fantasticherie varie? Magari per proporlo sui prossimi volantini patinati come hangar per UFO?

Luca Craia

domenica 30 novembre 2014

Gli equilibri instabili della maggioranza e l’ansia di nuove nomine.



Che la maggioranza che governa Montegranaro si regga in piedi su più di una stampella è chiaro come il sole; come, del resto, era chiaro che avrebbe avuto un equilibrio instabile sin dalla progettazione di una coalizione così eterogenea e composta dalle molteplici facce della sedicente sinistra – che già da sole male si accordano – più una componente di destra neanche poco estrema. Ma ci domandavamo cosa c’era dietro all’ansia di nominare un nuovo CDA per la casa di riposo comunale. La risposta comincia a venire fuori. Non che ce ne fosse bisogno: chi capisce un po’ di politica sa come vanno certe cose.
Il fatto è che già circolano i nomi dei papabili al posto dell’uscente forzato presidente della fondazione, Lucio Melchiorri, che avrebbe sì, a norma di legge e di logica quasi un anno ancora di carica ma che deve essere sacrificato in anticipo per saziare appetiti e mantenere in piedi un governo che, altrimenti, si fracasserebbe sul selciato di piazza Mazzini, salvo che Melchiorri, com’è auspicabile, faccia valere le sue ragioni, se non altro, per una questione di principio.
I nomi che circolano non li faremo ma già circolano, fidatevi. E sono nomi noti, tutti riconducibili a parti, frazioni, frammenti di questo composito schieramento. Ogni nome accontenterebbe una parte. C’è da vedere chi si accontenterà e chi no, cosa avverrà a nomina avvenuta, chi sarà soddisfatto e chi non lo sarà. E c’è da vedere chi non lo sarà cosa farà di conseguenza.
In effetti, i vari mal di pancia che si erano palesati negli ultimi mesi si sono ultimamente placati non per il miracoloso effetto di qualche farmaco antispastico ma proprio per l’attesa di vedere chi poteva ottenere cosa. Tra un po’ i nodi verranno al pettine e vedremo se ci sarà stata la capacità di accontentare tutti o no. Certo il PD è contento: ha piazzato un vicepresidente in provincia coi voti del centro-destra (grazie a questo bizzarro sistema che ha salvato le abrogate province) e questo può essere appagante. Ma Sel ha le sue pretese, il centro del Presidente del Consiglio anche, mentre il Vice Sindaco e il suo inesauribile appetito cerca di piazzare altre pedine di peso. Qualcun altro sembra essere già stato fatto contento con incarichi veniali ma di visibilità mediatica.
L’unico che non ha pretese, per ora, è quello che fa da ruotino di scorta, che appoggia all’esterno, che ha detto, fin dall’inizio di questa stramba avventura, “contate su di me, quel che accada”. Non sembra che Basso cerchi nomine comunali: evidentemente punta ad altro, magari a votazioni a venire nel 2015. E nel 2015 ce ne sono di importanti. Ad’è un manicomio…

Luca Craia

lunedì 6 ottobre 2014

Maggioranza sempre più spaccata. Riunioni senza il capogruppo. Che futuro ci aspetta?



È quantomeno preoccupante la situazione innescata dalla votazione sulla variante Bisacci, ancora più preoccupante la spirale di eventi che si sta avvitando su se stessa dall’ultimo Consiglio Comunale, una situazione che sta virando verso conseguenze certamente non positive per la maggioranza di governo di Montegranaro.
È preoccupante, per esempio, che questa sera di lunedì 6 ottobre, mentre scrivo, ho notizia di una riunione di maggioranza che sarebbe in corso proprio in questo istante. Questa riunione sembra essere stata convocata dal Sindaco in persona e non dal Capogruppo come consuetudine consolidata. Il capogruppo in questione, ricordiamolo, è (ancora, benché sfiduciato sulla stampa dal Sindaco) quell’Eros Marilungo che non ha votato, alzandosi, la mozione che bocciava la variante Bisacci. Quello stesso Marilungo e tutta SEL nostrana stasera sarebbero a Fermo per una riunione provinciale in vista delle elezioni di domenica prossima. Quindi a questa ipotetica riunione di maggioranza non ci sarebbero.
E si sapeva che non ci sarebbero stati, tanto che si vocifera di un importante esponente cittadino di SEL che stamattina, molto agitato, avrebbe preso per braccio un assessore ricordandogli animatamente che tutti erano stati informati dell’impegno fermano, per cui non si capisce perché la riunione di maggioranza sia stata fissata proprio per stasera e dal Sindaco e non dal capogruppo. Sembra sia stata data ampia rassicurazione che stasera la questione delle dimissioni di Marilungo non sarà trattata, tanto che lo stesso Eros Marilungo, in qualità di capogruppo in forza, avrebbe protocollato la convocazione di un’altra riunione di maggioranza per martedì 14, probabilmente per discutere il suo caso specifico.
Tutta questa situazione è preoccupante: SEL sembra avviata verso la rottura, le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Antonelli e alcuni rumors indicano una sua possibile adesione ad un nascituro gruppo a quattro, comprendente anche i tre “dissidenti” della variante Bisacci. Se ciò fosse vero la maggioranza non avrebbe più una maggioranza. Rimane sempre il salvagente Basso a dare appoggio dall’esterno, ma come si governa una città come Montegranaro in queste condizioni?
Infine Gianni Basso: non è certo per spirito da crocerossina che soccorrerebbe l’amministrazione comunale. Probabilmente ci dovrà essere un ritorno, ad esempio le elezioni regionali del 2015. Ma siamo sicuri che, agganciarsi a una coalizione che si sbriciola sia remunerativo per un personaggio come lui? Basso non è un novizio e certi conti li sa fare. Che ne sarà di questa consiliatura allora? Lo scopriremo solo vivendo, come diceva il poeta. O forse queste sono solo illazioni e da domani si torna compatti a sfrizzionare. Chissà.

Luca Craia

domenica 14 settembre 2014

Movimenti in maggioranza, assestamenti, aspettando che si riparta.



È davvero di bassa qualità la politica che vediamo imbastire in questi giorni a Montegranaro, con gente spudoratamente in cerca di potere, poltrone, visibilità; sgomitate, sgambetti, saltelli per evidenziarsi. In tanti anni che osservo la politica con occhio attento credo di non aver mai visto comportamenti di livello così basso. E non è solo il plurisindaco Basso che gufa Antonelli e si autocandida a sostituirlo qualora i mal di pancia di quest’ultimo, più volte palesati, diventino ingestibili dalla maggioranza tanto da vederne l’uscita, non così improbabile, dalla coalizione.
È tristissimo vedere il politico più navigato di Montegranaro quasi elemosinare un’alleanza in realtà non richiesta ma che potrebbe rendersi necessaria in futuro qualora non solo il Presidente del Consiglio ma altri elementi traballanti della maggioranza non potessero essere stabilizzati. E per stabilizzare i tanti movimenti intestini (così intensi e insistenti da prognosticare una colite spastica al governo della città) non mancheranno gli strumenti: ci sono da assegnare diversi “posti” minori, come le presidenze e i consigli di amministrazione degli enti comunali quali la casa di riposo o la farmacia; ci sono le prossime elezioni, per le quali già si notano eccessi di zelo, tanto per farsi notare, da parte dei non eletti, ivi compresi quelli di Basso, per procurarsi un buon posto in lista. Insomma, nonostante i tanti traballamenti, beccheggi e rollii, la barca ancora non affonda e forse non affonderà almeno in tempo brevissimi. Questo, però, potrebbe essere pagato a caro prezzo in termini di credibilità e coerenza, dovendo accontentare così tanti appetiti.
L’opposizione, intanto, langue tra le polemiche sterili e stucchevoli dell’ex maggioranza e il sostanziale silenzio, piuttosto sorprendente in verità, del Movimento 5 Stelle. Finito l’entusiasmo elettorale il clima si distende e, con esso, nervi e volontà. Non è bene.
Intanto Montegranaro ancora è lì che sfriziona ma non riparte.

Luca Craia

martedì 20 maggio 2014

La risposta dei candidati alla proposta di pubblicare i finanziamenti alle campagne elettorali.



Qualche tempo fa lanciai la proposta di rendere pubblici i finanziamenti e i finanziatori delle varie campagne elettorali montegranaresi. Alla mia proposta hanno risposto tutti i candidati tranne Gianni Basso che, probabilmente, non segue il mio blog (e non posso certo pretendere che lo faccia).
Il Movimento 5 Stelle aveva già fatto la stessa proposta quindi non ha articolato più di tanto la risposta al mio appello.
Giovanni Mariani mi scrisse su Facebook: “Caro Luca, proprio ora mi hanno dato del Comunista solo perché ho dei nuovi cittadini in lista e perché forse parlo sempre di persone prima delle opere, la festa popolare che abbiamo fatto oggi con la porchetta offerta da Vitali è costata 800 euro ed in totale circa1200 con offerte autogestite dei candidati consiglieri. Per il resto ho pagato personalmente 2000 euro per le stampe e la tipografia e per quanto riguarda la vela ed i programmi c'è lì siamo fatti da soli il mezzo c'è stato prestato da un amico, la benzina l'abbiamo messa di volta in volta da chi di noi guidava. Il tutto sul documento previsto per legge e consegnato alla presentazione della lista. Per quanto riguarda le idee sul programma e su i suoi cittadini ho la mente ben aperta su quello che bisogna fare. Tutto mi si può dire meno che sono un bugiardo, non ho mai governato e fino ad ora non devo rendere conto niente a nessuno, mentre gli altri che si arrogano tutti i diritti mentono e continuano imperterriti nel loro bel operato.
Roberto Basso, segretario del Pd e, in questo caso, portavoce della lista Montegranaro Riparti ha scritto, sempre su Facebook: “Le spese della campagna elettorale devono essere rendicontate per legge...quindi già da ora si può vedere quanto è stato speso, come lo si è speso e soprattutto se alcune cose non sono state inserite. Per quanto riguarda la provenienza posso rispondere per la nostra lista. Naturalmente le due feste estive che realizziamo annualmente (festa dell'unità e festa tricolore), un autofinanziamento dei candidati e contributi dei montegranaresi sotto forma di partecipazione a delle cene elettorali (ne abbiamo fatte 3) e la scatola (quindi contributi anonimi) al momento della presentazione della lista. Pubblicheremo comunque il tutto anche in maniera più evidente quando avremo la certezza di tutte le spese e tutti i pagamenti effettuati...ergo già dal 26 sarà on linea con tutte le cifre al centesimo.”.
Gastone Gismondi, anche lui su Facebook, risponde così al mio appello: “Caro Luca, scusa se non ho risposto prima ma ho letto solo ora il post. Ad ogni modo per quanto riguarda le spese sostenute, come giustamente sottolinea Roberto, devono essere rendicontate per legge. In questo senso, al momento della sottoscrizione della lista, abbiamo presentato anche un bilancio preventivo e, alla fine della campagna, ne uscirà uno consuntivo in cui trascriveremo le spese sostenute. Per quanto riguarda i fondi invece vengono quasi esclusivamente da un autofinanziamento che hanno sostenuto tutti i candidati della lista. Inoltre, per la trasparenza, abbiamo aperto anche un conto dedicato per cui ogni pagamento è effettuato dietro presentazione fattura e rintracciabile tramite bonifico.”.
L’articolo 30 della legge 25 marzo 1993, n. 81 stabilisce che i candidati alle elezioni per i comuni con più di 10.000 abitanti debbano pubblicare un rendiconto delle spese elettorali. Nella mia proposta quindi, non mi riferivo a quello che stabilisce la legge ma, ovviamente a qualcosa di diverso e, se vogliamo, di più etico.
Infatti la rendicontazione delle spese viene effettuata ad urne chiuse e ci sono ben tre mesi di tempo. Quindi l’elettore non può sapere prima del voto chi ha finanziato la campagna elettorale di questo o quel candidato né può fare ragionamenti sul perché lo abbia fatto. Credo che sapere in anticipo chi sostiene i candidati sia una questione di chiarezza e trasparenza, una forma di rispetto per l’elettorato. È ovvio che la rendicontazione delle spese sarà stilata a norma di legge e che tutto risulterà (almeno si spera) assolutamente legale. Così come è legale che un cittadino finanzi il candidato che preferisce. È però giusto e opportuno che l’elettore ne sia a conoscenza e non dopo il voto ma prima, perché questo potrebbe anche determinare la scelta del cittadino. Per cui rinnovo l’invito a rendicontare le spese e i finanziatori, ma di farlo prima del voto.

Luca Craia