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lunedì 1 febbraio 2016

Biblioteca. Quando la intitoliamo a Enzo Conti?



Avevano firmato quasi duecento persone per la petizione online lanciata su questo blog per chiedere al Comune di intitolare la Biblioteca Comunale al suo direttore e fondatore Enzo Conti recentemente scomparso. Visto però che anche questo aveva iniziato a generare polemiche per chi avesse lanciato l’idea per primo e, visto che attaccarmi questa medaglia non mi interessa affatto, ho smesso anche la raccolta firme.  Sembra infatti che il Sindaco stesso abbia proposto l’intitolazione durante la cerimonia funebre. Direi quindi che, al di là delle solite stupide polemiche, e visto anche com’era stata accolta la mia proposta, la volontà di rendere merito a Enzo Conti sia condivisa. Mi domando, quindi, perché ancora non si sia fatto nulla a distanza di un mese dalla sua scomparsa. E anche qui non voglio generale ulteriori attriti. Mi limito a sollecitare chi di dovere a fare quanto dichiarato. Intitoliamo la biblioteca a Enzo Massimiliano Conti, e facciamo presto. Non vi è motivo di attendere.

Luca Craia

martedì 29 dicembre 2015

Enzo tra nuvole letterarie



Non ce l’ho mai fatta a litigare con Enzo, nemmeno quando mi faceva arrabbiare (perché ogni tanto mi faceva arrabbiare e, presumibilmente, io facevo arrabbiare lui), nemmeno quando iniziavi lo scontro con tutti i presupposti per portarlo fino in fondo. Con Enzo era impossibile litigare perché non era capace di cattiveria. Sì, lo so, quando si perde qualcuno si tende a santificarlo, quasi non avesse difetti. Enzo difetti ne aveva, come tutti, e non mi interessa elencarli in questo frangente. Ma certamente non aveva la cattiveria e questo, consentitemi, oggi è cosa rara.
Montegranaro perde un figlio, molti un amico, tutti una persona preziosa. La sua cultura era impressionante, non lo prendevi mai in castagna. Era bello quando gli presentavi un progetto e si entusiasmava. E ti snocciolava quello che già ne sapeva, che in genere era molto, e in poco ti procurava dati e conoscenze che non avresti mai sospettato. Ha diretto la nostra biblioteca per anni come un padre segue e fa crescere i figli. Ha sostenuto la diffusione della cultura a Montegranaro come fosse una missione. Ha aiutato decine, centinaia di giovani a crescere apprendendo. E l’ha sempre fatto con estrema umiltà, con grande disponibilità, con mirabolante competenza.
Ultimamente ci eravamo un po’ allontanati e me ne cruccio davvero. Credo non fosse volontà di nessuno dei due, ma a volte la vita e le persone ti portano a distanza da altre persone che vorresti più vicine. Peccato. Ora me lo immagino sommerso dai suoi amati libri, libri infiniti, tutti a sua disposizione, un’infinità di cultura, di storie, romanzi, saggi e trattati; e schiere di giovani con lui a studiare, discutere, ragionare. Senza più dolori e dispiaceri, solo il gusto di fare ciò che ami. Credo sia questo il meritato premio per una vita spesa per il sapere. E comunque, per quanto scontato, mi mancherà.

Luca Craia

sabato 6 dicembre 2014

Attacco dei vandali alla Biblioteca Comunale. Perché?



Perché un ladro dovrebbe commettere un’effrazione e un furto in biblioteca? Cosa pensa di rubare? Quali preziosi oggetti, secondo la logica del ladro, sarebbero custoditi in biblioteca? Libri? Uno che ruba non dovrebbe trovare preziose queste cose. E, infatti, i libri non li ha toccati, il ladro (o i ladri) che, la scorsa notte, sono entrati di nuovo nella Biblioteca Comunale. Forse perché non erano ladri. Forse si è trattato, come dice un caro amico col quale, a volte, mi trovo a concordare inaspettatamente, del  “solito sgarro, di qualche figlio di buona donna che in età infantile deve aver ricevuto pochi calci nel sedere, e che in età adolescenziale gioca a fare il gangster. E che, puntualmente, rimarrà impunito…”.
Hanno portato via un computer, sembra, e qualche spicciolo. Il computer è stato trovato poco distante, rotto. Un atto vandalico più che un furto. Ma perché? Perché contro la biblioteca? Perché rappresenta la cultura, l’unica cosa che ci può salvare, che può salvare anche questi imbecilli?
Ancora una volta dobbiamo testimoniare l’imbarbarimento della nostra società. Una società in cui la violenza diventa sempre più tollerata e applicata, anche nella quotidianità. Dove la gente viene tranquillamente insultata sui social network (io ne so qualcosa), dove un omicida riceve 300 “mi piace” su Facebook per aver ucciso la moglie, dove non si ha più timore di nulla, rispetto di nulla e nessuno. Dove viene rubata per ben tre volte la targhetta di Arkeo sulla porta di Sant’Ugo (e a farlo non sono certo stati dei ragazzini), e questo sembra una sciocchezza ma sciocchezza non è, piuttosto è un brutto segnale. Dove si assalgono le scuole elementari, le scuole medie, la biblioteca. Dove la gente non è più sicura, comincia ad avere paura, invoca ordine. Ma l’ordine parte dalle nostre case e da cosa inculchiamo ai nostri figli. Non c’è videosorveglianza che tenga per arginare la deriva sociale e culturale che abbiamo preso. Servono interventi sull’educazione e sulla repressione, serve attenzione, serve serietà ed esempio. Serve che il mondo degli adulti faccia vedere come ci si comporta partendo dalle piccole cose, come, ad esempio, parcheggiare rispettando gli altri, non urinare per strada, non sporcare. Quando, invece, vediamo le regole più elementari calpestate quotidianamente persino da chi è preposto a farle rispettare anche distruggere la Biblioteca Comunale sembra lecito.

Luca Craia