Visualizzazione post con etichetta comune. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta comune. Mostra tutti i post

venerdì 13 gennaio 2017

Trinità, la chiesetta dimenticata dei Conventati.



La chiesetta della SS.Trinità la possiamo trovare percorrendo, appunto, via Trinità, la strada che dalla chiesa di San Liborio scende fino a via Elpidiense Sud ed è situata circa a metà via, nell’unico lotto “verde” dell’area. Per capire che si tratta di una chiesa ci vuole un po’ perché, passando veloci, si vede soltanto un muro di mattoni che spunta tra la folta vegetazione. Avvicinandosi, però, si scopre un delizioso tempietto neoclassico completamente mangiato da una selva di erbacce e alberi spontanei, segno di come la chiesetta sia stata completamente dimenticata da tutti fuorché da chi ci abita vicino che, però, ormai l'ha metabolizzata come rudere.
Invece quel piccolo edificio ricoperto da rampicanti selvatici e nel centro del quale addirittura crescono alberi (il tetto non c’è più) era la cappella funebre della famiglia Conventati. Va ricordato che nell’area di cui parliamo esisteva l’antico cimitero cittadino, poi spostato nella posizione attuale alla fine del XIX secolo. Uniche testimonianze della presenza dell’antico camposanto sono la croce in ferro che si erge al centro dell’incrocio di fronte alla chiesa di San Liborio e, appunto, la chiesetta della Trinità. Molto probabilmente sotto il pavimento del tempio ci sono ancora le tombe di alcuni Conventati.
A quanto sappiamo la chiesa risulta di proprietà del Comune. È ancor più
stupefacente, quindi, lo stato di abbandono in cui versa. Nessuno si è mai preso la briga almeno di tenere pulita l’area che, oltretutto, è sita al centro di un quartiere densamente popolato. Inoltre non vi sono recinti, per cui esiste anche la possibilità che qualcuno, magari un bambino, possa avventurarvisi all’interno con enormi pericoli.
Sarebbe quantomeno opportuno ripulire l’area dalle erbacce in modo tale da poter accedervi e fare gli opportuni rilievi, sia per quanto riguarda la staticità dell’edificio sia per quanto riguarda la parte archeologica della quale proporrei che sia Arkeo ad occuparsi (presentai domanda al Comune per questo già nel 2014). Nel frattempo raccomando a tutti di non avvicinarsi, sia per non assumere rischi inutili sia per non rovinare ulteriormente un altro dei piccoli tesori dimenticati di Montegranaro.

Luca Craia

sabato 7 gennaio 2017

Il disastro dei servizi sociali a Montegranaro - parla Anna Lina Zincarini



Pubblico integralmente il comunicato stampa di Anna Lina Zincarini, consegnato alla stampa ieri. La Zincarini, attualmente Consigliere Comunale di minoranza nel gruppo Viviamo Montegranaro, è stata assessore ai servizi sociali durante l’Amministrazione Gismondi ed è da sempre molto impegnata nel sociale, partendo proprio dalla Croce Gialla di cui è un pilastro. Diciamo quindi che possiamo darle sufficiente credito, anche perché quanto contenuto nel comunicato è facilmente riscontrabile. Buona lettura.

A Montegranaro una serie di servizi prestati al cittadino sono sempre più a rischio, il tutto con la complicità dell’Amministrazione Comunale che inerme sta accettando tale processo. Più in particolare, per alcuni di essi, vi è da parte della nostra Amministrazione Comunale, la volontà di volerli prestare direttamente, piuttosto che reclamarli a gran forza dalla pubblica sanità. Nel caso della POTES, Sindaco e maggioranza hanno avuto un ruolo passivo al punto che l’interesse della città è stato bellamente trascurato in nome di non meglio precisati voleri del consiglio regionale, che di fatto ha dettato legge nella vicenda del suo trasferimento a Sant’Elpidio a Mare; ricordiamo infatti che la POTES è stata svenduta senza colpo ferire, e senza che nessun amministratore facesse granché per la sua conservazione, al punto che in un batter d’occhio Sant'Elpidio a Mare ha avuto il servizio, seppur ridimensionato, da medicalizzata in infermieristica in H 12. Senza parlare poi del servizio di portineria del presidio di Montegranaro; da vari mesi, con il pensionamento della figura che in precedenza si occupava del servizio, la città non ha più nessuno che si occupa della portineria e del centralino visto che in Area Vasta nessuno si è attivato per la sostituzione. Basta andare a tutte le ore del giorno per vedere il via vai di persone e capire come un servizio del genere sia necessario, per orientare le persone, per facilitare il ritiro dei referti, per rispondere al telefono e quant'altro. Il colpo di genio degli amministratori comunali è stato quello di poter credere che una siffatta figura potesse essere sostituita con un paio di “borse lavoro”, senza capire che un lavoro delicato come quello del portiere/centralinista, che deve occuparsi di restituire i referti, di gestire le chiavi, di dare informazioni precise sui servizi del presidio, di smistare la posta e incombenze simili, non può essere gestito da due persone che, seppur formate, svolgono una attività assimilabile a quella di volontariato. Senza nulla togliere alle persone che svolgeranno questi compiti, sicuramente al meglio delle loro capacità e con diligenza, siamo sicuri che l'Amministrazione abbia fatto la scelta giusta? Non è forse giunta l’ora che i nostri Amministratori inizino a battere i pugni sul tavolo onde evitare che la struttura venga ancor più spogliata? Non è giunta l’ora che si facciano sentire nelle sedi competenti per conservare quei pochi servizi che ancora ci sono rimasti prima che, placidamente, l’intero presidio venga smontato per portarlo da qualche altra parte? Altra nota dolente è la situazione delle Borse Lavoro per le quali, dal 30 Giugno, cambiando il nome con" Tirocinio Formativo", cambierà anche l'incentivo che passerà a € 180.00 mensili : posto che tale risibile importo, per un lavoratore serio e scrupoloso, non possa costituire la remunerazione per un’attività, sarebbe opportuno che l’Ente facesse sapere che – mettendoci dell’altro – innalzerà tale mortificante somma in maniera che non venga calpestata la dignità di nessuno.
Anche lo stesso Fondo Anticrisi, che da 8.000 € è stato innalzato a 12.000€ annue, in condizioni economiche alquanto precarie, non è assolutamente sufficiente ad alleviare, seppur in minima parte le tante e troppe sofferenze di alcune famiglie della città , visto che mediamente per ogni singola domanda verranno elargite non più di € 300.00. L’esiguità della somma fa il paio con il particolare sistema con cui l’aiuto è congegnato visto che esso non giunge nelle mani dei bisognosi ma va a compensare eventuali richieste tributarie del Comune rimaste inevase : la somma infatti, qualora vi fossero dei tributi da onorare nei confronti dell’Ente, non verrebbe consegnata alla famiglia ma verrebbe compensata con la pretesa tributaria senza che nulla pervenga al cittadino : oltre il danno, anche la beffa. Infine mi preme chiudere condividendo con l'Assessore Strappa la soddisfazione per la riuscita del progetto" L a rosa Blu" curato dall'Anfass in collaborazione con Philosofarte, progetto rivolto a ragazzi con disabilità dal quale gli stessi possono trarre dei grossi vantaggi acquisendo più autonomia ed autostima.

Anna Lina Zincarini

mercoledì 4 gennaio 2017

Il pastrocchio della portineria dell’ospedale di Montegranaro




Giocare ad amministrare un paese di tredicimila anime come Montegranaro è rischioso. Si corre il pericolo di fare danni seri. L’approssimazione dimostrata dall’Amministrazione Mancini in questi primi due anni e mezzo di mandato fa pensare che si stia giocando e non facendo sul serio, sol che le conseguenze e le ripercussioni sulla cittadinanza non sono giochi ma problemi veri. Lo vediamo in questi giorni con il caso del servizio di portierato dell’ospedale, riportato opportunamente alla luce dal Corriere Adriatico di stamattina anche se dimenticando qualche particolare. Il caso testimonia come si facciano le cose a Montegranaro: approssimativamente e con la presunzione di decidere anche per gli altri.
Infatti si ricorderà che il tutto è nato dal rinnovo della convenzione con la Asur per l’utilizzo dello stabile dell’ospedale. Nell’accordo le parti coinvolte erano tre anche se la trattativa era stata fatta a due: il Comune e la Asur stessa, dimenticando di sentire e consultare la Croce Gialla che, invece, aveva un ruolo fondamentale nel progetto che si stava disegnando. Così si stabilì che il servizio di portierato, fino ad allora svolto da un dipendente della Asur che, però, andava in pensione e non veniva sostituito, sarebbe stato svolto dai volontari della Croce Gialla. Solo che la Croce Gialla non ne sapeva nulla. Riunito il direttivo, l’associazione di pubblica assistenza decideva di non sottoscrivere l’accordo con Comune, troppo oneroso e pieno di responsabilità. Così il Comune dovette ripiegare su risorse proprie ma, non potendo assumere personale per l’arcinoto patto di stabilità, dovette optare per due borse lavoro che sarebbero state formate e inserite. Conclusione: a gennaio ancora non c’è il portiere. Il giornale ci dice che arriverà a giorni ma intanto non c’è.
Vorrei però fare un’altra considerazione sul discorso “borse lavoro”. Si affida un servizio delicato come quello del portierato dell’ospedale a del personale non assunto e sottopagato. Sì, perché le borse lavoro, a Montegranaro, percepiscono un compenso che definire da fame sarebbe un eufemismo, alla faccia dello sfruttamento del proletariato e del partito dei lavoratori che governa il paese. Ora mi chiedo: come verrà svolto il servizio, così delicato, che si occupa di dati sensibili, informazioni private e riservate, responsabilità sulla vigilanza di una struttura importante, piena di macchinari preziosi e documenti delicati?

Luca Craia