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venerdì 5 febbraio 2016

Ma perché darlo ai privati?



Non riesco a capire perché questa smania di dare le cose in gestione ai privati. Esternalizzazioni, incarichi più o meno temporanei, bandi per la gestione delle aree. A chi giova tutto questo? Prendiamo l’area del laghetto del torrione, il cosiddetto Parco Fluviale: perché mai lo vogliono dare in gestione a un privato? In passato la gestione era curata dalla Protezione Civile e le cose andavano benissimo. Non c’erano costi o quasi per l’amministrazione comunale e l’area era fruibile gratuitamente da tutti. Un privato, quandanche portasse un introito al Comune, poi dovrebbe avere un guadagno dalla gestione e, quindi, l’area non sarebbe più gratuita. Quindi perché?
Altra cosa che non capisco è la volontà di sanare i ruderi che insistono nell’area. Sono ruderi, appunto, e posti in posizione pericolosa. Non è meglio abbatterli e ripulire?
In sostanza la domanda che le riassume tutte è: chi ci guadagna?

Luca Craia

sabato 16 gennaio 2016

Il laghetto e i pescatori. La grammatica migliora ma il messaggio rimane lo stesso: riapritelo.



Parco Fluviale del Chienti (laghetto), chiuso e recintato ormai da due anni. I pescatori che vi solevano pescare avevano apposto un cartello di protesta che pubblicai qualche mese fa. Il cartello chiedeva con forza (e qualche sgrammaticatura) al Sindaco di prendere provvedimenti per riaprire il laghetto. Dopo essere finito sui giornali il cartello è stato staccato da mano ignota (ma che possiamo immaginare a chi possa appartenere). Ora i pescatori tornano alla carica con un nuovo cartello, graficamente più accattivante e con una grammatica decisamente migliorata. Il messaggio rimane chiaro: riaprite il laghetto. Intanto a piazza Mazzini ci si occupa d’altro. Si è saputo, qualche tempo fa, che ci sono difficoltà dovute a delle certificazioni di agibilità, però certamente un’apertura parziale è possibile. Ma se non c’è la volontà politica o se le priorità sono altre, e soprattutto, se la cosa non garantisce foto di gruppo sul giornale, i pescatori hanno poche speranze. Auguri

Luca Craia

lunedì 21 dicembre 2015

Il laghetto proibito


C'era una volta un bel laghetto vicino al fiume Chienti, un luogo magico, pieno di profumi e colori. Era un luogo dove la gente si ritrovava e faceva festa, dove andavano le associazioni per divertirsi insieme, dove la gente faceva scampagnate e dove i pescatori pescavano tranquilli e indisturbati. Poi venne il Commissario che, chissà su indicazione di chi, decise che il laghetto fosse pericoloso e ne recintò le sponde.
Poi venne l’Amministrazione Mancini che decise che, essendo opera della passata amministrazione, dovesse essere destinata all’oblio e all’ignominia, come tutte le opere delle passate amministrazioni (vedi torre Zed con i neon tutti fulminati o le tante fontane tutte senz’acqua). Così abbandonò definitivamente l’area, chiuse i cancelli, e fece di tutto per farla dimenticare alla cittadinanza (anche se si riesce a entrare da un cancelletto aperto e da un paio di punti non recintati dal lato del fiume)
Ma la cittadinanza non dimenticava, ogni tanto qualche Ape pungeva e qualche pescatore si lamentava, così si inventò un bando per dare il laghetto a un gestore privato e, quindi, renderne l’accesso a pagamento. Quando quasi tutti protestarono per questa decisione vergognosa, l’amministrazione comunale semplicemente decise di non occuparsene più, facendo fede sulla memoria corta della gente.
Solo che l’Ape la memoria ancora ce l’ha e qualche pescatore anche, nonché qualche cittadino che, stamattina di buon’ora, mi ha mandato delle foto che fanno rabbrividire, non solo per la nebbia. Fossi un amministratore mi vergognerei. Ma io non sono un amministratore e gli amministratori, di solito, non si vergognano.

Luca Craia


martedì 20 ottobre 2015

Il laghetto ai privati. Diventa a pagamento?



Il Comune di Montegranaro, dopo aver abbandonato a se stessa l’area del cosiddetto “Parco Fluviale del Chienti”, fa sapere oggi che intende affidarne la gestione a un “soggetto terzo”. L’area, in passato luogo di incontro, di svago, di manifestazioni, è stata sempre, finchè è stata fruibile, un luogo pubblico e aperto a tutti. Ora l’idea di darla in gestione a un privato mi pare delicata, perchè il privato normalmente non fa il missionario e, quindi, un guadagno lo deve ottenere. Come farà? Diventerà a pagamento? Non sarà più un luogo aperto e libero? Non sarà a disposizione dei cittadini sempre e comunque? Da quello che apprendiamo si capisce che, chi gestirà l’area, avrà modo di impiantare struttura per la pesca sportiva e altre attività. Non vorrei che il laghetto diventi una delle tante strutture sportive montegranaresi, tutte appannaggio di società private e precluse ai cittadini.

Luca Craia