giovedì 31 ottobre 2019

Montegranaro merita rispetto - I tagli alla scuola (e i regali ai privati)


Comunicato integrale 

Diceva un grande Presidente degli Stati Uniti, Franklin D. Roosevelt, che la scuola deve essere l’ultima spesa su cui bisogna economizzare. Ebbene, a Montegranaro questo monito sembra non essere vero o non condiviso dall’ Amministrazione Comunale che, oltre al Sindaco, vede anche l’Assessore alla Cultura provenire dai banchi dell’insegnamento. 
L’aiuto dell’Amministrazione comunale alla Scuola, già esiguo e comunque più che dimezzatosi nel corso del tempo, sta subendo con l’Amministrazione Mancini una vera e propria debacle, visto che per il corrente anno potrebbe esservi un ulteriore taglio di oltre il 35% delle risorse che dovrebbero passare dai 14.000 € annui del 2018/19 ai 9.000 € del corrente anno. Se a questo aggiungiamo pure che, sempre per motivi di tagli alle spese, sono state pure ridotte le uscite da fare con pulmini e scuolabus che passeranno da quattro annue ad una all’anno, il quadro diventa tetro. 
C’è da chiedersi, se non vogliamo credere che la Sindaca abbia in odio la scuola o che abbia dimenticato la valenza dei progetti che con le esigue risorse comunali potrebbero essere finanziati, se non vi sia in atto un’ azione mirata volta a colpire tutte le famiglie visto e considerato che il taglio delle risorse comunali non potrà che tradursi in una richiesta maggiore della scuola ai genitori sotto forma di contributi volontari o finanziamento di progetti mirati, aumentando così il peso della tassazione indiretta. 
Nemmeno la motivazione della scarsità delle risorse è plausibile perché, se da un lato si fanno i tagli alla scuola, e quindi si colpiscono tutte le famiglie, alcuni soggetti invece godono di un grande credito e si avvalgono gratuitamente delle strutture comunali. Ci riferiamo al fatto che con le delibere 148 e 149 del 03.10.2019 i locali scolastici vengono concessi gratuitamente (rinunciando così ai proventi che potrebbero derivarne dalla concessione come pure rinunciando al rimborso delle spese di riscaldamento, pulizia e guardiania) rispettivamente ad un’Associazione Islamica e a diverse Associazioni Sportive che svolgono, in quei locali, corsi a pagamento a beneficio dei propri associati. 
Ci preme evidenziare che, in ambedue la magnanime delibere, la Presidenza della Giunta viene effettuata dal Vice Sindaco Ubaldi che, notoriamente, è molto vicino alle associazioni sportive e che, stranamente, si mostra pure molto comprensivo allo “svolgimento dell'insegnamento della lingua araba ai bambini di origine marocchina”. Ebbene, cara Giunta e caro Ubaldi, concedere spazi gratis va bene, propagandare lo sport e la cultura araba va ugualmente bene (meglio sarebbe stato se quei corsi di lingua araba fossero stati aperti a tutta la cittadinanza e non solo ai bambini di origine marocchina) ma questo non può e non deve essere fatto sapendo di ledere alla Scuola. 
La Scuola, cara Sindaca Mancini, caro Ubaldi e cara Puggioni, è di tutti e fare dei tagli come quelli che volete imporre significa tagliare progetti, significa impoverire il Piano di Offerta Formativa, significa precludere ai nostri figli un percorso formativo ricco e completo, significa favorire l’esodo verso altri istituti dei paesi vicini, significa far umiliare gli insegnanti più volenterosi alla ricerca di sponsor o aiuti didattici da parte di qualche Azienda o Associazione; se con una mano si taglia, con l’altra però non si può essere generosi con la cultura araba e con le associazioni sportive. Montegranaro merita rispetto e la Scuola lo merita ancor di più.

I Consiglieri Comunali del Gruppo MONTEGRANARO TRA LA GENTE

martedì 29 ottobre 2019

West nile nel Fermano, forse un caso a Montegranaro. Scatta la prevenzione.

Ufficialmente il motivo delle misure precauzionali improvvise e, diciamolo, un po' raffazzonate messe in campo dal Comune di Montegranaro  risiede nella presenza del virus west nile in alcuni capi ovini, nel territorio fermano, prontamente abbattuti dalla Asur. Ma gira una voce anche piuttosto circostanziata di un caso umano verificatosi proprio a Montegranaro: un anziano, punto da una zanzara pare mentre lavorava nell'orto di casa, che poi si è sentito male. Ne sarebbe seguito il ricovero e ora l'uomo pare stia bene. Ma, ripeto, sono voci.
Quello che è certo è che il Comune ha predisposto una disinfestazione straordinaria programmata proprio per la sera del 31, vigilia di Ognisanti, la qual cosa sta facendo agitare diversi cittadini per via che, in concomitanza con la disinfestazione, è presumibile che in strada ci sia gente che festeggia Halloween. Ne saranno lieti i detrattori. Anche l'Avis ha predisposto l'esame specifico su tutti i prelievi.
Di west nile difficilmente si muore. L'80% dei casi è addirittura asintomatico, ma in altri, rari, può avere come conseguenze encefalite o meningiti. Meglio essere prudenti, quindi. Questa volta il Comune ha fatto bene, anche se poteva scegliere un'altra sera.

Luca Craia 

OPERE PROVVISORIE DI DIFESA COSTIERA RECEPITE NEL PIANO REGIONALE – ELENA LEONARDI (FRATELLI D'ITALIA): LA MIA MOZIONE HA DATO I FRUTTI SPERATI. 

"GLI INDIRIZZI OPERATIVI DA ME SOLLECITATI LO SCORSO MAGGIO SONO STATI EMESSI DAL MINISTERO A SETTEMBRE" 

Comunicato integrale 

Era all'ordine del giorno del Consiglio Regionale odierno la mozione di Elena Leonardi (Fratelli d'Italia) avente ad oggetto "interventi di difesa costiera provvisori – istanza al Ministero competente per l'inserimento degli indirizzi operativi dell'esclusione da assoggettabilità alla VIA". Un atto presentato dalla Leonardi lo scorso maggio e volto a far mettere nero su bianco nel Piano di Gestione delle Aree Costiere la realizzazione di difesa degli chalet e di altri manufatti con i sacchi di sabbia o altre opere provvisorie. "La mozione nasceva sia dall'esperienza diretta maturata come assessore al Comune di Porto Recanati, flagellato negli anni da molte mareggiate che hanno fatto ingentissimi danni , sia dalla stesura del nuovo Piano di Gestione della Costa che si stava predisponendo in quei mesi e che non prevedeva la sburocratizzazione delle procedure autorizzative invocata dalle categorie per le quali" – prosegue Leonardi - "avevo anche in passato presentato degli emendamenti". "Difatti – ricorda ancora la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia – "sino a quel momento il grave problema burocratico era legato al fatto che per poter mettere opere di tutela degli chalet occorreva ogni volta avviare la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, la quale allungava i tempi di interventi realizzati a volte con urgenza prima dell'arrivo di una mareggiata o che poteva anche non essere accolta, col grave rischio per la incolumità dei manufatti e per l'attività degli imprenditori balneari. La mozione della Leonardi, nel maggio scorso, chiedeva alla Regione di avviare una concertazione con il Ministero dell'Ambiente al fine di far emettere degli indirizzi operativi chiari nei quali contemplare queste opere provvisorie come quelle che devono essere escluse dalla Valutazione Ambientale. La Leonardi ricorda nella sua mozione che per chi ha già posizionato questi sacchi è assurdo che si debba riavviare una procedura di autorizzazione. "Come spesso avviene il tempo intercorso fra la presentazione della mozione e la discussione in Aula ha dato modo di procedere nella direzione delle mie richieste - ho pertanto ritirato la mozione reputandomi soddisfatta - poiché nel Piano Regionale per la Gestione Integrata delle Aree Costiere quanto chiedevo è stato recepito con apposito paragrafo, che contempla sia i sacchi, sia le dune di sabbia appositamente realizzate ed addossate a tutela degli chalet o dialtri manufatti balneari". Gli indirizzi operativi del Ministero,approvati a settembre completano il quadro e fanno si, mi auspico, che non si verifichino più, come successo in passato, complicazioni burocratiche, anche se quello che risulta più efficace per la difesa di vari tratti costieri marchigiani, conclude Leonardi, è la realizzazione di adeguate scogliere che possano anche favorire un naturale ripascimento della costa.  

LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA: ELENA LEONARDI (FRATELLI D’ITALIA): UN’ALTRA BOCCIATURA PER LA SANITA’ DI CERISCIOLI

LA PERDITA DI BEN NOVE PUNTI IN UN ANNO E’ SINTOMO DI UNA DIMSOMOGENITA’ DI TRATTAMENTO E DIMINUZIONE NELL’APPROPRIATEZZA DELLE EROGAZIONI SANITARIE REGIONALI “


Comunicato integrale

Nuova bocciatura per la sanità marchigiana a dispetto degli annunci trionfalistici fatti dal Governo delle Marche negli ultimi mesi. Non lo dice solo l’opposizione regionale, tramite la capogruppo di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, bensì la verifica annuale del Ministero della Salute, tramite il cosiddetto Comitato LEA. “I dati che stanno uscendo” - esordisce Leonardi - sono sintomatici di una programmazione e gestione sanitaria regionale fallimentare: la perdita di ben nove punti in un anno, finendo sotto il livello di 200 e arrivando a 192, è preoccupante”. Difatti, continua la Vicepresidente della Commissione Sanità, avere un punteggio elevato significa anche poter accedere a maggiori finanziamenti grazie alla virtuosità del sistema sanitario regionale”.
Diversi indicatori pertanto forniscono un quadro impietoso che riguarda l’assistenza distrettuale, quella ospedaliera, e altri fondamentali indicatori delle politiche sanitarie regionali. Aver avuto in questi anni un Presidente di Regione anche assessore alla sanità e l’aver avuto sempre un occhi di riguardo verso la sanità privata oggi da purtroppo i suoi frutti negativi che ricadono sulle spalle dei marchigiani. Mentre la Giunta Regionale, tramite la Asur Marche, si preoccupa di indire concorsi per amministrativi, diminuiscono i posti letto e non c’è turnover di personale medico ed infermieristico.
Una performance negativa denota – prosegue Leonardi – condizioni, in alcuni casi, di inappropriatezza e di inefficienza nell’utilizzo delle risorse con disparità di trattamento tra i vari territori regionali.
Il Piano Sanitario Regionale non va certo, così come strutturato, nella direzione contraria, se non venissero accettati I tanti emendamenti formulati dalle opposizioni ma anche da esponenti della maggioranza. La sottoscritta ne ha depositati circa cinquanta, volti ad un riequilibrio tra aree interne e zona costiera (ad esempio la tutela e il potenziamento dei presidi di Cingoli e Pergola, tra gli altri) e al rispristino di servizi essenziali negli Ospedali di Comunità oltre che la necessità di una diagnostica moderna ed al passo con le altre regioni che hanno punteggi molto più elevati del nostro.



Le cose che ci insegna la storia di Peppina


Ci insegna un sacco di cose, la storia di Peppina, l’anziana signora che, ricorderete, fu sbattuta fuori di casa dalla burocrazia perché quella casa pareva fosse abusiva. Se l’era fatta costruire di fianco alla sua casa vera, lesionata dal terremoto, in una frazione di Fiastra, perché Peppina non voleva lasciare la sua terra, non voleva essere deportata, come tanti suoi concittadini, al mare. Dissero che non era giusto che lei avesse una casa abitabile mentre gli altri no, che non era giusto che lei, potendoselo permettere, rimanesse a casa sua, mentre altri dovevano andare altrove o rimediare in altro modo.
La storia di Peppina ci insegna tante cose, dicevamo. Ci insegna, prima di tutto, che l’invidia umana è spietata e implacabile. È per via dell’invidia e null’altro che Peppina ha subito tutto quello che ha subito. Ci insegna, ma di quello forse non c’era bisogno, che non bisogna fidarsi dei politici, che sono venuti in massa a farsi i selfie con l’anziana signora, promettendo soluzioni come se piovesse. Alla fine, l’unica soluzione è stata il fatto che Peppina avesse ragione.
Ci insegna che le storie valgono finchè fanno notizia, poi può succedere qualsiasi cosa, ma sui giornali non ci si va più, perché non interessa se hai da raccontare le tue ragioni, o quanto tutto questo ti sta facendo male. La notizia funziona finchè funziona. E poi ci insegna uno dei motivi per i quali la situazione è quella che è, per quanto riguarda la ricostruzione. Va bene la burocrazia, i lacciuoli, le norme contraddittorie, la politica che non decide o, meglio, decide di non decidere perché va bene così com’è, va bene la finta solidarietà, i progetti di desertificazione studiati da chissà chi e a quale livello.
Ma poi c’è la divisione dei terremotati, lo scollamento, la mancanza di solidarietà tra chi sta vivendo lo stesso dramma. Peppina ha subito cattiverie inverosimili prima di tutto da chi, per primo, avrebbe dovuto dimostrargli solidarietà, anzi, avrebbe dovuto schierarsi al suo fianco. Alla fine, la storia è finita bene: nessun abuso, tutto regolare, aveva ragione lei. Ha sempre avuto ragione lei. Ma ci sono voluti anni e un sacco di sofferenza. Una storia a lieto fine. Ma triste.

Luca Craia



Strade lasciate all’abbandono. Incidenti e danni. Le Province enti inutili. I Comuni disinteressati.


Ci vuole prudenza, per strada. Bisogna rispettare il codice, andare piano e non distrarsi. Soprattutto non distrarsi: oggi moltissimi incidenti sono causati dall’uso del telefono durante la guida. Ne abbiamo esperienza tutti, credo, di gente che zigzaga, frena, riparte, guida come fosse ubriaca e invece lo fa perché, nel frattempo, magari chatta su Whatsapp. Ma una causa degli incidenti che nessuno sembra mai considerare è lo stato del manto stradale.
La condizione della strada è fondamentale per la sicurezza. Un asfalto liso diventa scivoloso e infido con pioggia e condizioni umide. Le buche possono togliere il controllo della macchina e per le moto sono micidiali. La mancanza di segnali porta a errori di guida anche gravissimi. Ma, quando si raccontano gli incidenti, non si parla mai della condizione della strada in cui accadono.
Oggi le condizioni delle strade italiane sono pessime: buche, asfalto che non si rifà dalla notte dei tempi, mancanza di segnaletica orizzontale e verticale, e poi incroci pericolosi, semafori che funzionano male, curve cieche, secche, contropendenza che occorrerebbe correggere. La maggior parte delle strade principali è in mano all’ANAS che, evidentemente, non riesce a tenere monitorata la situazione e non effettua gli interventi che chi vive la strada quotidianamente considererebbe necessari. E poi ci sono le strade secondarie, e qui è un’ecatombe.
Le strade secondarie sono gestite dalle Province e dai Comuni. Le Province hanno pochissimi fondi da investire e, molto spesso, idee molto imprecise su come spenderli. I Comuni i fondi li avrebbero, ma lì vale la politica dell’apparire, si è sempre in campagna elettorale e si preferisce investire in opere vistose, spesso inutili, piuttosto che mettere in sicurezza e mantenere la viabilità comunale. Il risultato è che le strade italiane sono diventate pericolosissime, tra fondi esauriti, situazioni di pericolo, mancanza di segnaletica e cantieri aperti e mai terminati.
La strada deve essere un luogo sicuro. È inutile progettare vetture sempre più avanzate in termini di sicurezza passiva se poi debbono percorrere strade piene di buche, con asfalto viscido, con curve pericolose e incroci da suicidio. La strada deve essere ideata per evitare l’errore il più possibile, non per causarlo, deve prevenirlo, non accentuarne gli effetti. Serve una politica seria per la sicurezza sulle strade e servono investimenti importanti. Data la qualità della politica e la propensione a produrre fuffa, la vedo davvero dura.

Luca Craia