venerdì 31 agosto 2018

Ceriscioli mangi lo stoccafisso ma pensi alle tariffe degli autobus. Comunicato di Viviamo Montegranaro.

Comunicato integrale

Caro Presidente Ceriscioli, apprendiamo con piacere della sua presenza alla Festa dell’Unità di Montegranaro dove, presumiamo, verrà a parlarci dei massimi sistemi, di come il lavoro e l’economia proceda speditamente nella nostra Regione, dell’ordine pubblico e dell’assenza di fatti criminosi nel nostro territorio per effetto di una politica di integrazione ottimamente governata, di come procede speditamente la costruzione post terremoto e della bellezza di una passeggiata dopo la chiusura della galleria a Grottammare.
Dopo tanta poesia, fra una patata e l’altra, tra un boccone di stoccafisso e una tagliata, se avesse a portata di mano il suo telefono, digiti per curiosità google map o altra applicazione a sua scelta, e calcoli la distanza tra Montegranaro e Fermo, quella stessa che centinaia di studenti percorrono con i pulman della STEAT, azienda a partecipazioni pubbliche, che presta – sotto il controllo della Regione Marche che stabilisce il sistema tariffario– il servizio di trasporto scolastico.
Scoprirà che la distanza tra Montegranaro e Fermo, a seconda dei quartieri, è di 15-17 Km e comunque molto al di sotto dei 20 Km, fascia tariffaria, che le nostre famiglie pagano alla STEAT.
Poi se, tra un pezzo di agnello e una salsiccia, digitasse anche il sito della STEAT, potrebbe vedere che invece di Euro 487,20 i nostri ragazzi dovrebbero pagare 436,80, ossia 50,40 in più.
E visto pure che lo stoccafisso e le patate, dolci e delicate sono sempre presenti e puntuali ogni anno nel suo piatto alla festa dell’unità, anche questo sistema tariffario errato si ripropone ogni anno ai portafogli delle famiglie da ormai 5-6 anni con buona pace di tutti e senza che nessuno si preoccupi di correggerlo : articoli di stampa, denunce alla STEAT, dibattiti al Consiglio Comunale, mozioni al Consiglio Regionale non sono riusciti a scalfire il muro d’ombra e di silenzi in cui la sua Giunta e il suo Assessore si sono trincerati.

E ora, prima dell’ultima salsiccia e del buon caffè che le offriranno, si prenda l’impegno di rivedere questo errore-truffa che alla STEAT, alla nostra Amministrazione Comunale, alla Provincia di Fermo e alla Regione Marche tanto onore non fa.

Piceno: da isola felice a Bronx. Ma c’è chi non lo vede.


Ho una certa età, ma a cinquant’anni non credo di essere così vecchio da reputare i miei ricordi come qualcosa di talmente lontano da non essere raffrontabile con la realtà odierna. E nei miei ricordi c’è la mia terra molto diversa da com’è ora. Ricordo una terra tranquilla, una terra che non finiva mai sulle cronache nazionali, una terra fatta di macchine lasciate aperte, case con le chiavi nella toppa, libertà di andare ovunque senza temere nulla.
Il Piceno, come lo ricordo io, non c’è più e pare di parlare di qualcosa di lontanissimo, qualcosa che non ha nulla a che vedere con il Piceno di oggi. Certo, i criminali ci sono sempre stati, ma chi si ricorda questa regione delle Marche qualche anno fa sa benissimo che la situazione non è paragonabile. Oggi il Piceno è pericoloso, inutile nascondercelo. E non è pericoloso solo per la presenza di zone franche di criminalità, come il famigerato Hotel House di Porto Recanati o il suo omologo fermano, Lido Tre Archi, pezzi di territorio strappati all’Italia e alla civiltà, zone dove non si può più mettere piede se non nella consapevolezza di rischiare e anche tanto. Il Piceno è pericoloso ovunque, anche nei nostri centri una volta bolle ovattate di serenità, casa comune, posto protetto.
Oggi le nostre città un po’ più grandi sono mercati di droga, posti dove capitano crimini quotidiani anche gravi. Non ci sentiamo più sicuri, siamo impauriti, per noi, per i nostri figli. Droga, violenza, furti, rapine, aggressioni sono all’ordine del giorno e, se è vero che i criminali non hanno bandiera o nazionalità, è anche vero che all’Hotel House o a Lido Tre Archi non sono gli Italiani a creare problemi e, se apriamo un giornale a caso e controlliamo la cronaca, gran parte dei reati sono ascrivibili a stranieri.
È questa realtà innegabile che crea tensione, ma a moltiplicare rabbia e paura c’è l’atteggiamento di certa politica che nega il problema e continua nel suo eccesso di garantismo, nella sua visione ideologica sganciata dalla realtà. Macerata è una città pericolosa, e trent’anni fa non lo era, non così. Ancona è pericolosa, anche i paesini lo sono, magari in zone ben precise, ma ci sono aree che è meglio evitare in ogni paese. Trenta o quarant’anni fa una cosa del genere non era neanche immaginabile.
È l’evoluzione della società? Ebbene, possiamo anche non accettarla, possiamo anche chiedere un’evoluzione migliore, possiamo chiedere che chi governa e chi decide prenda decisioni che fermino questa degenerazione. Difenderla è pericoloso, prima di tutto per quegli stranieri onesti e integrati che sono i primi a essere danneggiati dalla tensione che sta salendo. Non capire questo, non capire che servono soluzioni e non slogan, fa assumere a chi continua su questa strada una gravissima responsabilità.

Luca Craia

giovedì 30 agosto 2018

A settembre Arkeo riparte. Il 10 passeggiata sotto le stelle con Dino Gazzani.


Torna l’iniziativa ricorrente di Arkeo e Marche in Spalla, A salire a le Stelle, la passeggiata in notturna tra le campagne montegranaresi che periodicamente offriamo ai Montegranaresi e non per scoprire insieme astri, costellazioni, particolarità astronomiche e i miti e le leggende legati alle stelle. Il 10 settembre prossimo Dino Gazzani ci guiderà alla scoperta del cielo stellato di fine estate. L’iniziativa nasce col contributo dell’Oratorio I Care, ma è aperta a chiunque voglia partecipare e la partecipazione è gratuita. Ci si ritrova a Villa Luciani, frazione di Montegranaro, nella piazzetta, sotto la grande quercia. Da lì ci sposteremo in campagna, al buio, per proseguire a piedi. È importante venire con calzature comode, anche se il percorso è breve e semplicissimo, e muniti di giubbotto catarifrangente. Una torcia elettrica è un accessorio gradito.

Luca Craia

1700 Euro per la mappa turistica di Montegranaro. Che fine ha fatto la mappa? E i soldi?


Doveva avere ben venti facciate più copertina, doveva essere in formato 15X15, con una copertina in carta patinata opaca da 300 grammi e le pagine, sempre in carta patinata opaca, da 115 grammi, meglio se 130; doveva addirittura avere una tasca nella terza di copertina. Un oggettino bellino un bel po’, almeno esteticamente. Poi cosa di dovesse essere scritto dentro Dio solo lo sa, perché per riempire venti facciate di carta patinata, anche volendo scrivere grosso come si faceva a scuola coi temi nei quali non si aveva idea di cosa scriverci, con le attrattive turistiche di Montegranaro ci vuole un bel po’ di fantasia. Dico che Dio solo lo sa perché non credo che in paese qualcuno l’abbia mai vista, la mappa turistica di Montegranaro.
Eppure, con la determina numero 52 del 24 maggio 2017, ossia ben quindici mesi fa, si stanziavano 1700 Euro per la realizzazione dell’opera, che scaturisce da un progetto chiamato “I Giovani Centrano”. All’interno di questo progetto, finanziato dalla Regione Marche, c’erano due attività da svolgere da parte del Comune di Montegranaro: un corso propedeutico all’esame di abilitazione per svolgere la professione di guida turistica, corso di 30 ore che so essere strato realizzato, e un altro corso, sempre di 30 ore, “inerente le arti grafiche con l’obiettivo di trasformare la creatività e l’impegno dei giovani in competenze e conoscenze spendibili nel mondo del lavoro finalizzati alla realizzazione di una mappa turistica”.
Questa mappa turistica, quindi, non è un’idea di Giuseppe Nuciari, il funzionario che ha firmato la determina, né un’altra delle idee strampalate dell’assessore al turismo Giacomo Beverati che, in quattro anni e passa di assessorato, col turismo ha fatto più danni che altro fino a ridurre al lumicino, con l’aiuto dei suoi amici dell’Archeoclub, quel poco che io stesso e la mia associazione abbiamo creato. Si tratta invece un progetto che parte dalla Regione, dalla quale immagino siano partiti anche i soldi per finanziarlo. Solo che, dopo oltre un anno, non ne abbiamo traccia. E allora mi domando se questa guida sia stata mai realizzata e poi magari dimenticata dentro qualche scatolone, oppure se sia rimasta solo nella determina, nel qual caso sarebbe interessante sapere che fine hanno fatto i soldi.

Luca Craia