martedì 29 novembre 2016

Sciapichetti di nome e di fatto.



Consentitemi la battuta ma in nome omen in questo caso ci sta tutto: l’assessore Angelo Sciapichetti dice una sciocchezza, quando afferma che “svegliarsi il 5 dicembre con la vittoria del No sarebbe come un’altra scossa 6.5 per il nostro territorio”. La prendo come una “sciapata”, per parlare in marchigiano, una cosa detta con superficialità. Però da un assessore regionale mi aspetterei maggiore attenzione alle parole, specie quando queste possano riaprire ferite recenti, ancora sanguinanti. Utilizzare il dramma del terremoto, che ha mietuto vittime e distrutto e desertificato intere aree della nostra splendida regione, per fare propaganda a un referendum che più che istituzionale è diventato biecamente politico non fa onore a un uomo che dovrebbe avere a cuore la terra che amministra. Per cui mi piacerebbe sentire Sciapichetti fare le scuse ai Marchigiani colpiti da quella vera, di scossa 6.5. Lo vorrei sentir dire: scusatemi, ho detto una sciapata.

Luca Craia

Ultime battute prima del voto. Giovannelli per il No incontra Montegranaro



Siamo agli sgoccioli di una campagna elettorale che, pur essendo diretta a un referendum istituzionale, ha assunto toni politici da grande elezione. Il dibattito è stato asprissimo e a tratti cattivo, proprio per una volontà specifica dei promotori della riforma costituzionale oggetto della consultazione, in primis lo stesso Presidente del Consiglio, che sanno benissimo che, abbassando il livello della discussione possono trarre vantaggio, questo perché si esce dall’oggetto specifico della discussione e si passa allo scontro personale, come nella miglior tradizione mafiosa italiana.
Il Comitato per il Sì sta calando le carte migliori nell’ultimo periodo; grande dispendio di denaro, del quale nessuno chiederà mai la fonte, e colpi bassi a non finire, anche utilizzando poteri dello Stato e organi di informazione, mai come ora asserviti al potere. A cercare di arginare questo strapotere mediatico c’è un Comitato per il No non fortissimo in quanto eterogeneo e non rappresentativo di tutte le forze in campo contrarie alla riforma (basti pensare che il Movimento 5 Stelle fa campagna per conto proprio). Ciononostante gli strumenti del Comitato per il No sembrano forti in quanto basati sulla ragione e sulla ragionevolezza. Si cerca di riportare il dibattito non sullo scontro politico ma sul tema istituzionale, cercando di far capire agli elettori ancora indecisi quali possano essere le conseguenze della riforma e quali sono le lacune giurisprudenziali della stessa.
Questa sera, a Montegranaro, ci sarà un incontro importante con un personaggio pesante nel campo del No, Oriano Giovannelli. L’ex Sindaco di Pesaro è un esponente di spicco del Partito Democratico, quello stesso partito che ha sposato la riforma voluta dal suo segretario e sta facendo campagna elettorale come se non ci fosse un domani. Giovannelli è ancora nel PD ma fa parte di quella minoranza che dice no alla riforma. Questa sera, a Montegranaro, cercherà di esporre il suo punto di vista nel tentativo di far capire ai meno attenti e agli indecisi quali danni la riforma potrà portare all’Italia. L’appuntamento è alle 21,30 in piazza Mazzini, presso la Sala Francescani.

Luca Craia

Allontanarsi sempre più dalla gente. La politica dell’altro pianeta.



È come se vivessero su un altro pianeta e da lì, tramite una plancia di comando piena di bottoncini luminosi da premere, governassero Montegranaro. Da quel pianeta non possono udire chi chiede aiuto, chi suggerisce proposte e soluzioni, chi semplicemente vorrebbe dialogare con chi comanda. E se qualcuno trova un sistema per far loro arrivare qualche messaggio, magari tramite apparecchiature siderali e fantastiche come i social network, è un ribelle, un disturbatore, uno stalker seriale che va punito ed esposto al pubblico ludibrio.
C’è un pulsante su quella plancia, c’è scritto “comunicazione”. Lo premono ogni volta che devono raccontare una storia diversa dalla realtà. Non può essere altrimenti: da lassù non possono conoscere la realtà, né hanno intenzione di rendersi informati. Quindi premono il pulsante e sganciano un comunicato, aggiustandosi le cose come meglio credono o come meglio fa loro comodo. C’è pure un omino che scrive queste cose e che usa anche lui quegli strumenti infernali chiamati social network perché ci capisce un po’ più di loro. Lo pagano per questo.
Così capita che, mentre c’è mezzo paese infuriato per i topi a scuola, per la mensa che fa schifo, per la scuola che rischia di cascare in testa ai bambini, loro premono il bottone con scritto “comunicazione” e l’omino si inventa una storiella e la sgancia sulla Terra. Loro si aspettano che la gente ci creda e, incredibile ma vero, c’è davvero chi ci crede. O fa finta di crederci.

Luca Craia