venerdì 1 luglio 2016

Quanto costa alla collettività il giornalino elettorale del Comune?



Un notiziario istituzionale dovrebbe fare un resoconto di quanto fatto, realizzato o iniziato a fare e di quanto di programma di fare nell’immediato futuro in maniera quanto più asettica possibile, proprio perché, in quanto istituzionale, non dovrebbe portare vantaggio politico ed elettorale a nessuno. Nel contempo dovrebbe prevedere spazi idonei a far conoscere il pensiero dell’opposizione. Infine sarebbe auspicabile dare voce anche alla società civile con apposite rubriche da affidare ad associazioni e altre realtà che operano sul territorio comunale.
A Montegranaro, invece, si è realizzato un bel prodotto elettorale senza che ci fossero le elezioni. Un bel giornalino in cui si tessono le lodi dell’amministrazione comunale, dove si perorano le cause da essa sostenute e dove non c’è spazio per altri pareri che non siano quelli di chi governa. Se i costi di questa operazione fossero sostenuti direttamente dalla maggioranza di governo, tramite esborsi personali o dei partiti che ci sono dietro, non ci sarebbe nulla da eccepire. Ma non è così. Paghiamo noi.
E paghiamo non poco. Il giornaletto patinato del Comune ci è costato 1626.80 euro, non si sa se con IVA o più IVA. Se vogliamo, non è una cifra astronomica, sono una dozzina di centesimi ad abitante e circa 20 a elettore. Ma con 1626.80 euro si potrebbe fare qualcosa di più utile al paese, per esempio una rampa di accesso per disabili, oppure si potrebbero cambiare le lampadine che, in gran parte, sono bruciate da due anni e più, o magari si potrebbero tagliare un po’ di erbacce in giro, o forse aiutare una famiglia in difficoltà.
Ma se proprio vogliamo spendere questi soldi per fare informazione politica, almeno si dia voce a tutti, in nome di quella trasparenza e di quella democrazia partecipata che era, quella pure, nel programma elettorale ma che non sembra proprio voler essere applicata.

Luca Craia

E il Sindaco si accorge che la sanità a Montegranaro non c’è più



I cittadini lo sanno da un pezzo. Da un pezzo ne parlano e se ne lamentano. I più attenti hanno anche visto assegnare servizi sul territorio della Asur ma mai niente a Montegranaro. Ora, a quanto apprendiamo, pare che se ne sia accorta anche la Sindaca (Sindaco? Sindachessa? Come dovrò dire senza incorrere in sanzioni?). Ci ha messo un po’, solo un paio d’anni abbondanti, e nonostante i tuoni periodici del suo Presidente del Consiglio Comunale, quel Walter Antonelli che chiede da sempre maggior peso politico sulla sanità. Bene, meglio tardi che mai.
Solo che chi decide di sanità nelle Marche è la Regione. E in Regione il governo è espresso dalla stessa compagine che esprime quello di Montegranaro. E com’è che tutti i paesi del Fermano acquisiscono servizi importanti e Montegranaro non riesce nemmeno a farsi aprire la camera mortuaria? 
Non sarà che, a livello politico, siamo lo zimbello di tutto il Fermano e oltre? Non sarà, per caso, che dipende dal peso specifico della sezione Pd montegranarese? Non sarà che il Pd montegranarese praticamente non c’è più? Ma tranquilli, la restaurazione è vicina.

Luca Craia

I bari



Bisogna fare molta attenzione coi bari. Perché mica ce l’hanno scritto in fronte che barano.
I bari barano leggendo le carte. Se loro le leggono e tu no, sei in guai seri, perché sono loro a giocare per te, anche se non te ne accorgi. Così, magari, ti fanno credere che sulla carta ci sia una cosa e, siccome tu ti fidi e la carta non la leggi, agisci di conseguenza. Ma sulla carta c’era un’altra cosa. E quindi sbagli. Fai il gioco del baro.
Fare il gioco del baro non è bello, né per te né per gli altri. SI fanno un sacco di danni facendo il gioco del baro.
Il baro è simpatico, sorride, ha la battuta pronta. Sembra proprio una brava persona, il baro. Se così non fosse te ne accorgeresti che bara.
Un baro che non sa barare non ha una grande carriera davanti.
Il bravo baro muove le folle e le fa ballare. Le fa felici. Gli dà da bere. E poi gli racconta le carte. Le carte le ha lette solo lui, gli altri no. Ma è come se le avessero lette, secondo loro, perché si fidano.
Il baro non sa che prima o poi qualcuno lo scoprirà. C’è sempre qualcuno che comincia a sospettare. E quando il tavolo si rovescia, il baro deve solo scappare.

Luca Craia