lunedì 19 maggio 2014

Il Prefetto Pagliuca in visita a Montegranaro con Arkeo



È stato per me un onore e un piacere accompagnare stamattina, insieme alla nostra Graziella Marziali, il Prefetto di Fermo, la dottoressa Angela Pagliuca, alla scoperta della Montegranaro più antica e preziosa. Un onore perché rappresentare la mia associazione, Arkèo, di fronte al più alto rappresentante dello Stato nella provincia di Fermo è una cosa che rende orgogliosi, e un piacere perché Sua Eccellenza è davvero una persona squisita, colta e affabile, donna di evidente intelligenza.
Insieme al Commissario Straordinario Maurizio Ianieri (che ci ha incaricato di fare da ciceroni), al Maresciallo Di Risio e al Comandante della Polizia Municipale Ercolanoni abbiamo visitato la Cappellina di San Michele Arcangelo, gentilmente messa a disposizione dalla proprietà, sempre estremamente disponibile, per poi recarci a Sant’Ugo dove il Prefetto ha potuto godere della bellezza degli affreschi del nostro grande tesoro cittadino.
Da lì ci siamo mossi verso San Serafino per poi chiudere l’anello tornando in piazza ammirando la Torre dell’Annunziata, il portale della Pieve del SS. Salvatore e quello di San Francesco. La dottoressa Pagliuca è rimasta molto colpita dalle bellezze di Montegranaro e ci ha invitati a perseverare nell’opera di ricerca del nostro patrimonio storico e nella sua promozione.
Desidero ringraziare il dottor Ianieri per l’opportunità dataci e per la fiducia concessaci.

Luca Craia

BRUNO PANUCCIO: MIA FIGLIA SARA SCHIACCIATA SOTTO I MASSI A VENTOTENE - DI ANNA LISA MINUTILLO



E’ un giorno come tanti il 16 maggio ma non per tutti.
Oggi Sara Panuccio avrebbe compiuto 18 anni; molti si staranno chiedendo chi è Sara, molti avranno dimenticato,molti faranno finta di non ricordare, molti si soffermeranno su queste parole,molti smetteranno di leggere perché magari intuiranno dove voglio andare a parare,molti preferiscono far morire la memoria storica in modo da continuare a vivere serenamente una vita da sopravvissuti non da persone vive.
Sara avrebbe compiuto 18anni oggi , chissà come sarebbe diventata, chissà cosa avrebbe fatto ora ,chissà cosa penserebbe se si trovasse qui a leggere questa storia come se non la riguardasse direttamente,chissà…..
Una chiacchierata in questo giorno come tanti in una Milano soleggiata con suo padre,una persona differente da ciò che era fino a quattro anni fa quando venne avvertito che sua figlia in gita all’isola di Ventotene era rimasta vittima di una frana insieme ad un’altra ragazza Francesca Colonnella.
Chissà se ora chi legge inizia a ricordare di questa brutta storia che sarebbe potuta accadere ad ognuno di noi perché ognuno di noi avrebbe potuto essere Sara o Francesca, essere vittima di quella che per comodità e per troppo tempo hanno cercato di far passare come una assurda fatalità quando non è della fatalità che questa storia ha il sapore ma dell’incuria,del non rispetto per il territorio e per le vita altrui a cui poco spesso si guarda perché appunto non sono le nostre quelle vite.
Il 20 aprile quel brutto giorno erano in un campo scuola Sara e Francesca, stavano facendo questa uscita in una zona che è stata ritenuta essere una zona a massimo rischio dice Bruno,una zona che aveva già vissuto nel 2004 una situazione simile,una zona che avrebbe dovuto ricevere la palettatura della parete oltre che l’ancoraggio ma è andata a finire bene quella volta. c
Si doveva studiare la causa della frana precedente e si poteva iniziare a lavorarne in modo scientifico dal momento in cui Ventotene è un’isola di origine vulcanica,fondata su terreno di origine tufaceo e particolarmente soggetta a frane e cedimenti ma si è sempre pensato al fatto che migliaia di ragazzi/e vi si recavano per fare campi scuola,che dagli anni 70 in poi oltre a loro ha preso piede il turismo scolastico e quello vacanziero e che tutto quel flusso di persone rappresentava speculazione e fonte di guadagno e le vite, come sempre, hanno finito con il ricoprire un ruolo secondario quando non avrebbe dovuto essere così.
Tutta l’isola di Ventotene è ritenuta zona a rischio ed è ancor più discutibile il fatto che questo sia accaduto sull’unica spiaggia (Cala Rossano) che non era considerata tale,così com’è strano che le riunioni fatte per discutere della problematica siano sempre state disertate e le problematiche mai risolte.
Si doveva forse mettere a tacere tutto perché se vi fossero stati effettuati interventi una parte dell’arenile sarebbe stato sacrificato e questo avrebbe compromesso l’utilizzo di alcune zone dell’arenile? Ma una vita vale meno della speculazione che si può fare per avere qualche ombrellone in più?
Non si potevano mettere almeno segnalazioni, cartelli che avvertissero della pericolosità o anche questa cosa avrebbe compromesso il turismo e la speculazione?
Almeno dato che questa era ritenuta una spiaggia accessibile bisognava averne la massima cura per garantire la sicurezza dei visitatori.
Per questo motivo è stato condannato il tecnico dell’ex genio civile di Latina.
Ci sono più interessi taciuti ma non meno palesi nel mettere a tacere gli abusivismi a vantaggio dei voti ,si fa alla svelta a scambiare piccoli condoni al posto di grandi tragedie che potrebbero accadere e cambiare completamente la tua vita e quella di ciò che resta della tua famiglia prosegue Bruno.
Cade a pezzi un territorio già fragile di per se e lo si continua a martoriare senza rispetto e riguardo lo vediamo ogni volta che piove cosa accade ,vediamo la pioggia non più come la manna dal cielo ma come una mannaia che arriva e porta via con se tutto ciò che ci circonda perché noi non lo impediamo.
A Cala Rossano dove sono rimaste imprigionate dai massi Sara e Francesca c’è un circolo velistico e forse quella zona rappresentava una bella fonte di investimento e guadagno,qualcosa da barattare con il silenzio,qualcosa che ha il sapore amaro della netta dimensione di ciò che realmente conta oggi,qualcosa di molto distante dalle belle persone che fiere vanno avanti perché non si vogliono arrendere ad una situazione che uccide due volte se non da giustizia.
Questo è il primo processo dopo la vicenda del Vajont che vede condannato un amministratore pubblico per frana e la cosa che ancora fa male è vedere che la persona condannata Giuseppe Assenso continua a ricoprire la carica di Sindaco di Ventotene,il primo cittadino che dovrebbe avere in cura la serenità e la salvaguardia della vita dei suoi cittadini ha peccato di incuria per non prestando attenzione alle prescrizioni per il passaggio delle persone e quando accade ciò non possiamo parlare di fatalità ma di poco rispetto,di poca sensibilità,di molte lacune,di superficialità ed a fare le spese di tutto questo vi sono state le vite di Sara e Francesca due ragazze che avevano tutto il diritto di vivere la propria vita e non di vedersela strappare da chi avrebbe dovuto tutelarle.

E’ solo grazie alla caparbietà di papà Bruno che oggi i nomi di Sara e Francesca si ricordano ancora e che a differenza degli altri morti a causa delle frane i loro nomi si conoscono e queste azioni nei confronti di questi colpevoli che il più delle volte restano impuniti serve a dare giustizia anche a tutte le altre persone a cui è accaduta la stessa cosa e di cui purtroppo ad oggi non si sa ancora nulla.
Il fatto che questi “soggetti”siano stati condannati serve a fare giurisprudenza per il futuro ed a far si che se essi non si vogliono attivare per senso civico almeno lo facciano per la paura di essere puniti dalla legge che chiede loro il conto.
La forza per continuare a cercare la verità Bruno la riceve in modo inconscio proprio da Sara che lo ha spronato fin da subito ad andare a vedere cos’è successo realmente.
Si batte Bruno come un padre fiero di sua figlia e del testimone che le ha passato fra le mani affinchè vi sia tutela nei campi estivi per i ragazzi,che ne sia verificata la sicurezza e che gli stessi vengano educati a non diventare gli abusivi del domani e non si pensi a loro solo come una fonte di guadagno correlata al turismo estivo ma si cerchi di occuparsene fattivamente e le parole non restino solo parole ma diventino fatti concreti,opere,azioni,rimedi,consigli utili per un vivere l’ambiente e la vita in modo responsabile.
Ci tiene Bruno affinchè non si speculi su questa vicenda,affinchè non si parli di Sara in modo melenso e non si giochi allo strappare lacrime poiché non è di certo questo il suo intento.
Bruno sa che Sara potrebbe essere la figlia di chiunque,che ciò che è accaduto a lei ed a Francesca sarebbe potuto accadere a chiunque,il 20 aprile erano in 50 ragazzi li in gita e se fosse accaduto il 15 di Agosto? Quante persone avrebbero potuto non rientrare a casa la sera?Il fatto che siano morte “solo” due ragazze non autorizza nessuno a dimenticare anzi: è solo mantenendo viva la memoria di questi fatti ,denunciarli e parlandone che si può pensare di iniziare ad agire per cambiare questo stato di cose che troppe volte si finisce per accettare rasseganti.
I 50 ragazzi erano tutti all’ombra di quei massi,si erano allontanati perché volevano scattare una foto tutti insieme Sara Panuccio,Francesca Colonnella e Atena Raco si sono attardate perché stavano chiacchierando fra loro prima del boato.
L’unica sopravvissuta Atena Raco ha riportato conseguenze che resteranno con lei fino al resto della sua vita ed anche Riccardo Serenella è rimasto ferito.
Questi ragazzi a parte un po’ di sostegno psicologico avvenuto nei primi giorni sono stati completamente abbandonati,hanno riportato danni fisici ma e non indifferenti problematiche di ordine psicologico che ancora oggi sono presenti.
Sono dovuti diventare adulti in quel momento poiché si sono ritrovati ad essere testimoni,spettatori e vittime dell’accaduto e cercano di andare avanti supportati solo dalle loro famiglie e dai loro amici,nessuna somma di risarcimento potrà colmare le loro paure.
Forse è anche a questa cosa che avrebbero dovuto pensare i cittadini di Ventotene quando interrogati dalla dottoressa Meneghetti hanno rilasciato testimonianze reticenti ed omertose che l’hanno fatta molto indignare tanto da portarla a sottolineare questo aspetto nella sentenza emessa.
Il racconto è partecipato,sempre puntuale e mai incline al lassismo o alla scontatezza,stiamo chiacchierando da un po’ e mai colgo in Bruno il minimo cedimento nemmeno quando ricorda Sara come una ragazza piena di vita,mentalmente molto sveglia,con una vita sociale attiva e partecipata,molto brava a scuola e sempre sorridente.
Inevitabile chiedersi come sarebbe stata oggi a 18 anni,quali ambizioni avrebbe realizzato,quali interessi avrebbe mantenuto vivi,cosa sarebbe diventata se la disattenzione e la superficialità di chi avrebbe dovuto garantire la sua sicurezza e quella degli altri ragazzi non vi fosse stata.
Queste situazioni cambiano radicalmente lo stile di vita delle famiglie colpite Bruno dice di se e della sua famiglia che sono diventati “ergastolani del dolore”,si definisce un superstite che insieme agli altri componenti della sua famiglia è rinato portandosi un fardello sulle spalle pesante ma che hanno trovato la forza di rinascere come una famiglia differente da ciò che erano ed è da questo punto che hanno dovuto ripartire per accettare e ricominciare a vivere.
Bisognerebbe battersi e bisognerebbe continuare a sostenere Bruno,la famiglia di Francesca in modo che non si sentano sole ,esattamente come ha fatto la rete,la stampa ,le televisioni tutte persone che Bruno menziona e non smette di ringraziare perché parlando di questa storia danno la possibilità ad ognuno di comprendere che dal dolore si può rinascere ed anche che il sentire civile non deve essere dimenticato ma tutelato.
Non si restituiscono le vite di Sara e Francesca ma si può fare in modo con le segnalazioni di intervenire e di chiudere luoghi che possono mettere a rischio la vita di ognuno di noi e questa è già una vittoria dice Bruno,pensare che anche solo una persona possa essere salvata e non debba ritrovarsi a vivere ciò che è accaduto a noi è per me la ricompensa migliore che potessi auspicare di ricevere.
Impariamo ad usare le segnalazioni ,cartelli che avvertano quando ci incamminiamo in luoghi che non sono sicuri,che potrebbero franarci addosso e lasciarci li con tutti i nostri sogni interrotti come se fossimo nulla o persone poco degne di attenzione che se la sono andata a cercare.
Non si è fatto sopraffare dalla disperazione Bruno,guarda alle cose con obbiettività e dal punto di vista oggettivo e cerca di fare qualcosa per far rivivere e per non far dimenticare .
Ho ascoltato le parole di Bruno con meticolosa attenzione e l’ho ringraziato per questa testimonianza che mi ha reso da cui ho potuto trarre tutta la forza delle sue parole,tutta la grinta di una persona che si è trasformata da semplice ragioniere a “geologo”,persone che spesso non vengono ascoltate e ritenute anche pesanti con le loro spiegazioni ma che andrebbero invece considerate per il loro sapere e per gli avvertimenti che invano tentano di dare.
Saluto Bruno inviando un abbraccio a lui ed al resto della sua famiglia e resto a pensare al sorriso di Sara,al suo amore per i fiori,alla leggerezza di adolescente che si stava affacciando alla vita.

domenica 18 maggio 2014

La Notte dei Musei fa il pieno a Montegranaro



Flusso costante e cospicuo di visitatori per la Notte dei Musei alla “Cripta” di Sant’Ugo di Montegranaro aperta e custodita dai volontari di Arkeo. Oltre cento visitatori complessivamente fin dal primo minuto di apertura (c’era gente in attesa prima dell’apertura della porta) hanno testimoniato quanto importante e affascinante sia questo tesoro montegranarese unico al mondo. Appassionati da ogni luogo del territorio piceno, una visitatrice da Bogotà e una da Madrid, più, finalmente, molti montegranaresi. Il 2014 si sta rivelando un anno di grande importanza per la promozione del patrimonio culturale montegranarese: dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo già quasi raggiunto la quota di visitatori del 2013. Stanno venendo da ogni parte di Italia e dall’estero (ultima una comitiva di oltre trenta appassionati d’arte Austriaci), riceviamo continue prenotazioni e tutto questo ci soddisfa e gratifica perché significa che stiamo facendo un buon lavoro. Un ringraziamento particolare a tutti i volontari di Arkeo che sacrificano con passione e amore il loro tempo per far conoscere Montegranaro e i suoi tesori nascosti.

Luca Craia

La campagna elettorale montegranarese secondo un lettore dell'Ape




Ricevo e pubblico un breve ma incisivo commento di un lettore del blog, che lasceremo anonimo, sulla campagna elettorale in corso. Coraggio: tra una settimana sarà tutto finito, almeno fino alla prossima.

L.C.


Ieri, anche se in ritardo sono andato alla festa dell'Avis. Quanta ipocrisia avanti all'entrata. I mendicanti guardavano attenti a non fregarsi il voto e si attivavano a chiamare questo o quello con sorrisi, pacche sulle spalle e quant'altro. Che povertà di mente! Mancava solo un pretendente.

sabato 17 maggio 2014

La casa della cultura qual'è?



Ho trovato supponente, presuntuoso e irritante il post pubblicato ieri sulla pagina Facebook degli Amici della Musica di Montegranaro. Tale post ritraeva alcuni membri dell’associazione in attività all’interno della Biblioteca Comunale ed era titolato “La Settimana della Cultura nel luogo di competenza”. Dato che La Settimana della Cultura, l’evento a cui gli Amici della Musica partecipano ma Arkeo no anche se l’ha ideato e progettato, sostanzialmente l’ho creata io anche se poi, per criteri di opportunità e, se vogliamo, con quel po’ di umiltà che manca a tanti “paladini della cultura” nostrani, ne ho lasciato il coordinamento alla Pro Loco, mi sento autorizzato a rimanere basito di fronte a tale affermazione.
Qual è il luogo di competenza della cultura e, nella fattispecie, della Settimana della Cultura? La biblioteca? Quella biblioteca che, quando proposi a marzo di estendere l’evento alla provincia si tirò indietro? Non è la Pro Loco l’organismo deputato a coordinare le iniziative di questo tipo? La cultura è un bene di tutti, qui si vuol fare intendere che, invece, appartiene a un’elite. Forse è per questo che a Montegranaro abbiamo più associazioni che persone che vi militano. Forse è per questo che non si riesce a coordinarle. Forse è per questo che la Pro Loco non riesce a fare bene il proprio lavoro.
Comunque qualcuno deve aver fatto notare la gaffe, perché il post è stato opportunamente modificato: ora si legge “La biblioteca è la prima casa della cultura”. Non sono completamente d’accordo, visto che è UNA casa della cultura tra le altre, ma siamo migliorati.

Luca Craia

Il centro storico sta dentro le mura!



Capiamoci bene, perché mi pare che buona parte di chi vuole amministrare Montegranaro per i prossimi cinque anni non abbia ben chiaro il concetto. Per centro storico si intende tutta la parte della città inscritta all’interno delle mura castellane. Quello che sta fuori, tecnicamente e strategicamente, non è centro storico. Per cui il mio amico ex Sindaco, Gastone Gismondi, non può rispondere ad una domanda di Marisa Colibazzi su cosa intende fare per valorizzare il centro storico di Montegranaro con un progetto di consolidamento della scarpata di viale Gramsci e con interventi atti a migliorare i parcheggi, sempre in viale Gramsci. Così come la mia amica Ediana Mancini non può rispondere alla stessa domanda con un intervento rivoluzionario sempre in viale Gramsci. Signori miei, viale Gramsci non è centro storico! Il centro storico sta da un’altra parte e duole constatare che si abbia un’idea così vaga di cosa sia, tanto che sono vivamente preoccupato. Servono interventi seri e serve una visione di insieme concreta. E servono i soldi per recuperare la parte vecchia della città. Per ora ci sono solo tanti bei progetti, la gran parte focalizzati altrove. Sono pessimista? Si, per forza, quando si scambia il centro storico con i giardini di viale Gramsci  o con la scarpata c’è poco da essere ottimisti.

Luca Craia

giovedì 15 maggio 2014

Ecco come funziona la collaborazione tra le associazioni



Sono stato sempre un convinto sostenitore della necessità per le tante associazioni di Montegranaro di collaborare tra loro per una serie di motivi, tra i quali la consequenziale migliore offerta culturale e il sincronismo tra eventi che non si vadano più ad accavallare. Oggi, alla luce di anni di brutte esperienze, ho cambiato idea e dico che la collaborazione, per quanto auspicabile, allo stato attuale e con certi personaggi che si occupano di associazionismo, non è possibile.
Ultimi accadimenti a suffragio di quanto sto affermando: la Banda Omero Ruggieri, della quale mi onoro di essere uno dei fondatori ma, sottolineo, non più in carica nel direttivo avendone date le dimissioni lo scorso novembre, ha organizzato per il giorno 7 giugno prossimo presso il Campo dei Tigli la seconda Festa della Banda (la prima s’era svolta l’anno scorso nello stesso periodo). Lo scopo della festa è di far conoscere e promuovere l’attività dei nostri volenterosi ragazzi che stanno lavorando per dare una banda musicale consona alla città di Montegranaro e, nello stesso tempo, siccome l’attività dell’Associazione richiede un notevolissimo impegno economico che grava quasi totalmente sulle tasche degli iscritti e dei genitori dei ragazzi, visto che il Comune non ha tirato fuori un centesimo per sostenerla, la festa serve per autofinanziarsi. Ci saranno esibizioni di cantanti come la nostra Matilde Nicoziani e Monica Giorio di X-Factor nonché dei nostri giovani musicisti facenti parte della Banda, e ci saranno stand gastronomici per restare fino a tarda sera.
È un momento fondamentale, quindi, per la vita e l’attività della Banda Omero Ruggieri che va considerata un patrimonio di tutta la città e quindi sostenuta. E invece a Montegranaro che succede? Succede che Città Vecchia organizza per la stessa sera una cena in piazza. La Banda ha comunicato l’evento alla Pro Loco e all’ufficio cultura del Comune già da qualche mese, verificando e sincerandosi che non vi fossero altri eventi in quella data. Invece ecco che ne spunta un altro, in concorrenza e a poca distanza (in piazza Mazzini). Possibile che l’ufficio cultura non sia riuscito a coordinare le due cose? Possibile che la Pro Loco non sia riuscita ad evitare l’accavallamento? Cosa non ha funzionato? Pare che Città Vecchia abbia organizzato tutto senza sentire nessuno, ma occupa il suolo pubblico. Il permesso deve essere venuto dall’Ufficio Cultura. Come mai si è permessa questa sovrapposizione? Non era possibile spostare l’evento di Città Vecchia? Magari alla settimana successiva? Perché è evidente che l’informazione, se non l’organizzazione, di questa manifestazione è arrivata dopo di quella della Banda.
Non basta. La festa della scuola organizzata da G.O Genitori Oggi per sabato 17 maggio, forse per le tante polemiche o forse per reali problemi logistici, viene rimandata. Indovinate a quando? A venerdì 6 giugno, il giorno prima della festa della Banda. Ora immaginiamo che genitori e parenti di ragazzi che partecipano alla Banda ma vanno anche a scuola debbano scegliere o l’una o l’altra cena, difficilmente le faranno entrambe. Quindi sono tre gli eventi uguali e con lo stesso target accavallati in poco più di ventiquattro ore.
Questa è la collaborazione tra associazioni. Questo è il rispetto tra associazioni. Questa è l’organizzazione degli eventi a Montegranaro: una Pro Loco che cerca di coordinare ma che non ci riesce per diversi motivi e un ufficio cultura che sembra distratto. In questo caso a rimetterci sarà probabilmente la Banda. Ma di questo passo non si va da nessuna parte. E in realtà, a rimetterci, è Montegranaro.

Luca Craia